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:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 13 di Medea T. Vir
05 Agosto 2014

 CDS: Tredicesima Camera Mortuaria di Medea T. Vir  detta della "Memoria doppia di Bergson" - 17 luglio 2011

 

 

Claudio Di Scalzo

17  camere mortuarie

per il 17 VII 2011

 

 13 

 

Di quello che si sciolse tumulto

nella tempesta – parola in esilio nebbia coltello

s’accende memoria contrazione di bocche

occhi lacimati fessura e palla.

Grazia furtata solitudine doppia

per miniata astrazione del ricordo

vuoi tu questo scompigliato bagnante

nella tomba che scavai?

La pineta  lungo il mare ospita

la brezza sopra piume sfatte di tortore

modula un canto d’obliata festa.

 

 

Di quello

Medea T. Vir, annuncia secca che niente conserva di quanto le affidai di figli-files perché li ha cancellati: “Non ho più nulla di quello che mi domandi”. È il suo atto da personaggio sul teatro delle camere mortuarie. Gesto che resterà presenza, durata, e di cui le camere mortuarie, e ogni 17 luglio, a cominciare da quello fondante del 2011, e i seguenti ricorderà, misurandosi col passato. Questa presenza, del passato nel presente, le camere mortuarie, nel loro complesso e mostra, lo organizzano sulla teoria di Bergson. In questa durata il passato entra anche nel futuro come una palla fangosa che rotolando verso il basso dei cunicoli, della grotta luttuosa, si ingrandisce. Questo passato è dunque incancellabile. Compito dell’autore che vede parte della sua opera distrutta, è conservare questo passato nel futuro, l’esistenza nel futuro degli scritti cancellati, fino a piegarla a nuova opera. Questo passato che si accresce rotolando non viene conservato nella memoria, nel suo registro, rendendolo staccato dal presente, perché il passato si conserva da sé automaticamente, e questo vale per Giasone e per la Maga Topino Virgolina. Il passato ci segue fin dalla culla in avanti, e determina, il nostro presente. E ciò vale pure per la lontana amante gelosa che secondò l’atto della Medea di Euripide in mitologia burlesca alla sua portata. Il passato e gli atti in esso compiuti, anche se non ce ne ricordiamo o li occultiamo, definiscono il nostro carattere, quanto siamo e come ci comportiamo nel presente. Dunque anche quanto scrivo: la mia letteratura. Perche nel mio passato scelgo alcune cose, queste cose cancellate, da usare per un poema illustrato. Il passato male può essere piegato dal destino in bene: il lamento del personaggio Giasone Accio nel 2011 per i suoi files-figli sgozzati ha commosso la nuova sposa sospingendola a un amore vasto mare verso il disperato navigatore nella parola. 

E l’autore, determinato dal suo personaggio e dall’amore incontrato, se è artista, adatto al duemila, può, e deve, dinanzi a fatti tanto luttuosi, operare un’arte e parola presa in filosofia. La mia, in questo luglio 2014, è quella bergsoniana. Come s’intende da questa orazione manualistica sottoterra con un “di quello” due facce e con un “di quello” con idolo sotto la bazza.

 

 

Materia del ricordo marmo nello scompiglio

del sogno: lo stesso del fiume nella sera

privata delle sue stelle a notte. Vola la freccia

spacca la bocca nell’urlo sotterraneo

perché l’idolo possa evocare l’immagine

che si presenta perdita alla coscienza.

Nel tramonto soprastante la camera mortuaria

le case sforzate dalla memoria si nominano fiamma

luglio muove vento verso  persiane chiuse.

 

 

La memoria vive d’immanenza del passato lenza nel presente consistenza. È qualcosa, qual cosa neh!, che “rimane in”, dal latino immanere, mi dice il vocabolario a me che il latino non so, sta nell’esperienza e penza e penza, e prende invadenza di “memoria-contrazione”. A questo punto Bergson si sdoppia, offre due facce alla memoria. Della prima contratta abbiam catacombato in rima adatta. Poi c’è la “memoria-ricordo”, e questa si esprime in immagini, il passato lo visualizza. Le camere mortuarie sono rappresentazioni per immagini: memoria-ricordo. Ah del fattaccio non mi scordo!, dice Giasone Accio. Questa memoria ha i suoi contrassegni. Ci impolpa e marchia carne e spirito. Memoria virtuale telematica son le camere mortuarie, che però si nutrono del ricordo dei libri cancellati e dei sogni cenere che li avvolsero. Queste immagini non sono soltanto ricordo sono percezione attuale. E di questa l’arte abbisogna e la scrittura anche. Diventano ricordo che si attualizza in immagine. Si manifesta percezione pura usando il ricordo.

Della Camera mortuaria come percezione pure narrerò in “che mi domandi”. La prossima puntata-scheggia sms di Medea T. Vir.

 

 

 

NOTA IN LAPIDE

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. Ne richiedevo l'uso perché il poeta e saggista Giorgio Luzzi aveva in progetto di scrivere sul mio percorso letterario-artistico per una pubblicazione. E contavo di spedirgli miei scritti e la seconda parte di una  "Autoantologia" la cui la prima parte era stata pubblicata sull'annuario Tellus 30 "Nomi per 4 stagioni" nel 2009.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 


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