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:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 11 di Medea T. Vir
21 Settembre 2014

 

  CDS: "Undicesima Camera Mortuaria di Medea T. Vir " - 17 luglio 2011

 

detta "Della pagina orante"

 

 

 

Claudio Di Scalzo

17  camere mortuarie

per il 17 VII 2011

 

11 

L’unica

Questa camera detta “della pagina morale orante”, una delle sei bergsoniane, è dedicata a moralità e religione. Essa si costruisce in modo transmoderno sopra l’affermazione della Medea T. Vir, e va illustrata, con spirito archeo-filosofico religioso. E’ stata veramente una cosa giusta lo scempio dei files di Giasone Accio? L’unica scelta possibile? La Camera-faccia, con i palmi levati in preghiera mistica, composta da lineamenti pagina dove ogni scrittura fu coperta da biacca-sudario, ha un’altra Risposta-Orazione-Soluzione del caso che contrappose una Maga Topino Virgolina follemente gelosa ad un marinaio che aveva scelto un’altra sposa: altra femmina altra letteratura.

Sopra il copricapo della figura orante, che porta forma di nave, sta il serpente. Ed è un serpente anche ridanciano e un po’ locco: rappresenta lo psichismo oscuro, nei suoi atti poco comprensibile, a volte insensato. Esso attiene alla maga ma anche all’eroe del vello dorato scritto, che deve, e dopo l’allestimento di questa camera meglio lo saprà, andare oltre la sua psiche inferiore. Altrimenti resterebbe al livello della maga gelosamente folle. Il serpente, poi, ha forma di linea, è un’astrazione vivente, e come linea non ha inizio né fine, agisce in metamorfosi, e quest’ultima riguarda anche i files-uccisi.

 

 

Giasone il bergsoniano osserva la pagina tornata bianca, cancellata, che porta le rughe dell’accadimento violento. Ma siccome l’atto subito ha sviluppato in lui la componente religiosa e morale, intanto vince lo psichismo oscuro del serpente, poi dei due ambiti morali possibili per vincere anche la routine della natura: quello della morale irrigidita in obbligazioni, l’Obbligazione cioè, e quello della Morale Assoluta dei grandi spiriti, sceglie la seconda. La prima, se casomai avesse superato lo psichismo istintuale coltellante, lo lascia alla Nera amante Medea T. Vir, perché soltanto a questa può giungere: a una morale che si conforma alle regole senza comprenderne le valenze regolamentatrici al fine dell’ordinata, e benevola, efficienza della società anche culturale: insomma le condotte devon essere accettabili alla maggioranza. La seconda, la Morale Assoluta, è invece a me adatta, perché vissuta oltre ogni tradizione del buon senso comune. Questa morale inventa e crea valori, liberamente interpretati, secondando uno spirito d’amore eroico, che offre tutto se stesso, in scrittura e vitalità, a chi ami, fino all’estremo, restando libero nel legame istituito.

 

 

Figuretta cameretta luttuosetta che gioia mi concedi oggi pur davanti ai files-perduti, ospitando questa mia religione bergsoniana sullo Spirito Libero. I palmi delle tue mani poso sulla mia fronte segnata da rughe profonde e attorniata da ricci ormai lunghi e grigi per l’età che porto. Consolazione provo e ardimento. Lo spirito libero, con la sua morale assoluta, non ha regole e neppure né impone, mia novella sposa, ascoltami da qui da dove son calato e infangato; lo spirito libero tuo Giasone Accio non propone verità astratte, ho soltanto questo vissuto come esempio, anche con i suoi errori  e colpe, e risalendo porto con me l’esperienza mistica d’attraversamento del male e della perdita d’una intera opera, che s’apre però ad altri linguaggi e avventure. Conoscere la morale che praticai grazie a Bergson e ad un lutto tremendo è, in questo luglio 2014, la conquista di sicuro porto. E se il serpente psichicamente mordente balbuziente vien con me sarà sempre meglio al guinzaglio d’un barboncino. Ridì in chiarità con me,  oh sù sù ridi come io rido.

 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

NOTA IN LAPIDE

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. Ne richiedevo l'uso perché il poeta e saggista Giorgio Luzzi aveva in progetto di scrivere sul mio percorso letterario-artistico per una pubblicazione. E contavo di spedirgli miei scritti e la seconda parte di una  "Autoantologia" la cui la prima parte era stata pubblicata sull'annuario Tellus 30 "Nomi per 4 stagioni" nel 2009.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 

 


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