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:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 14 di Medea T. Vir
05 Settembre 2014

 

CDS: "Quattordicesima Camera Mortuaria di Medea T. Vir " - 17 luglio 2011

(detta della "Percezione pura di Bergson)

 

 

 Claudio Di Scalzo

 

17  camere mortuarie

per il 17 VII 2011

 

 14

 

Che mi domandi

Che richiesta insulsa ti pulsa nella faccia scussa scavamuffa tetra fina? Non t’ha telegrafato la mia secca parlantina in Sospirato + Spiritato Messaggio x candeggio - Smemorato iato indiavolato che di quanto “mi domandi” PiùPerMeno niente tengo avendone ‘assato dunniosa (vernaholo ti ‘opio seppur veneta per prenderti in giro traditor 'agnaccio) a ‘oltellate furiosa? Ora lo sai, Giasone Accio, tienne memoria.

La memoria viene a me il 17 luglio d’ogni anno, dal 2011, tre anni dopo, voce ricordo s’inserisce nella percezione che immagine impone. Ecco una faccia con bocca tomba, velata da faccine bambine morticine, mentre accoglie “Che mi domandi” in sua gola cunicolo. Scendo nel simbolo elettivo creativo bolo di sbieco. La percezione pura nella situazione presente genera la camera mortuaria e sottoterra s’alza il racconto dei files cancellati dalla Maga Medea e l’intreccio oscilla - c’è odore d resina, bruciano i pini di Marinella, cadono solitudini come aghi al suolo – tra il sasso interrato del passato nuovamente lutto colorato attivo e il sasso intimo sul petto dell’autore scheggiato d’immaginazione. Ho sassato Bergson e mi son ritrovato.

 

 

CDS

"Quattordicesima Camera Mortuaria di Medea T. Vir "

Versione II

17 luglio 2011

(detta della "Percezione pura di Bergson)

 

Dal sottosuolo ardente, nella filigrana terrosa d’un clima paziente verso l’interpretazione che fluttua risorgenza, emerge la coscienza assoluta interiorità, essa valica il determinismo meccanico di coltellate verso files-figli-cose neglette, perché spontanea ed estetica nel suo movimento. L’evoluzione di quanto nelle camere mortuarie fu sepolto cassato torna nella sua imprevedibilità poetica, si moltiplica, si slancia verso l’alto, è creazione.

Sgoccia il canto della cinciallegra, per me.

Fremono le ali della libellula sul giardino che sa di mare, per me.  

La rana verdeggia tra le spighe il pastello dell’impressionismo, per me.

Quanto è per me l’ho domandato all’erba morbida, ai gerani, allo stagno del filosofo Bergson. E lui m’ha accontentato il 17 luglio.

 

 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

 

PRIMA NOTA IN LAPIDE

 

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Per l’anniversario divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone.

 

 

SECONDA NOTA IN LAPIDE
 

Claudio Di Scalzo

IL ROMANZO DI MEDEA T. VIR E GIASONE NEI SUOI LIBRI

 

Medea T. Vir il 17 luglio 2011 – Libro Primo

Medea T. Vir a Padova – Libro secondo

L’Ombra d’Argo – Libro Terzo (sequel)

Argo ancora nel mito - Libro Quarto (sequel)

Le vele di Argo in Narrative Art – Libro Quinto (Prequel)

 

(Il "ROMANZO DI MEDEA T. VIR E GIASONE probabilmente non ha pari, né di uguali, nella letteratura e nelle arti. Perché questa originale esperienza può avere parentele nel mondo del fumetto o di alcune serie televisive o di Art Brut sequenziale. Il “Romanzo di Medea T. Vir e Giasone” come già il “Canzoniere di Karoline Knabberchen” sono strutture estetiche popolari, che coniugano empiti del melodramma ed i generi più popolari con i linguaggi più alti della filosofia, del mito, della teologia, del sublime e del tragico – Questa prassi la ritroviamo in altre avventure con altri personaggi sempre sull’Olandese Volante Transmoderno)


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