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Medea T Vir e Giasone

:: Claudio Di Scalzo: Poema per Narciso alla crema. Dal romanzo Medea Topino Virgolina T. Vir e Giasone
08 Febbraio 2019



CDS: "Poema per Narciso alla crema", 1 





Claudio Di Scalzo

POEMA PER NARCISO ALLA CREMA

Dal romanzo "Medea Topino Virgolina T. Vir e Giasone"

 

 

 

1

Vo per le selve scanso belve per mitologia ch’à pòo serve.

Son bellino con l’effetto Skin Spa: che spande idratata luminosità.

O bruna Lioroppè che fosti mi-mà mi riordo tue poppe

Che mi lasciasti per via con la profezia di quel fesso di Tiresia!

Vecchiaia avrei raggiunto sull’aia

Soltanto se non avessi conosciuto me stesso

Se come un fesso non mi fossi liquidato glug gloob ahia!

Ignare parole d’Eco vortican petali rosa in scia

Sovra foglia d’acacia dal brivido increspate

Caccia dove il volto bello l’iride allarga nel bosco

Incise nell’aria parole richiamo ch’io fuggo.

La fronda non s’aprì il fresco s’appiattì il mito m’inghiottì.

Fonte consapevolezza degli istanti sai dirmi ‘osa celi nei tui incanti?

Stllo d’Eco sospendo tempo d’amore eterno

In vortici fluttuazioni alla tua domanda Narciso rispondo in maniera mozza

Tenebra della glottide s’annera nella strozza – Non mi fuggir nel battito

Scagliandomi nella solitudine come non cosa non corpo non parola

Che su di te intesa si posa! – Ocché fai te ne scappi Narciso! Coi diti nell’ orecce cumme tappi!


 


CDS: "Poema per Narciso alla crema", 2




 

2

Ninfa se m’aggrinfia la combutta dei sensi, ma ci pensi!, come l’Io di Narciso

Si carpetterebbe a schifìo! Se amuri per mia t’accresce stattene nell’ombra ove si mesce

Il punto di pena, come eroina in vena, titillati il clitoride tra foglie roride! Scelta Fashion!

Scenda l’umbratile ora serale! Vorticano nu ventu l’eoliche pale

L’onnipresente idolo del mio io in accordo sfumato col sogno

(sol di questo ho bisogno)

Si trasla si squama si sfanga nel supremo dominio del tempo

Fino all’orlo oscuro della verità che non siam fatti per far coppia

Cara Eco controversa algebra divina pelle e ossa che amplessando

Pensasti di darmi scossa come a te parea ner tempu!

Mi cibo di voci-vox-vui che si gittan ne’ iPhone ognom faccia e libro

Stordito da cotanta milionesima truppa fisso addio acquoreo

Ove sarìa per sempre uno e meo! Capiscimi te preo.

Assecondo Tustyle versus Bellezza brillo all over aura

Capelli compresi ner cambu de stagion negli svenuti mesi.

Galleggerò un poettino fiore in perdute ore.

Casomai Eco disperata in qualche estate malfamata

Posa parola che illusione scola dove sfiorito il mito s’invola.


 


CDS: "Poema per Narciso alla crema", 3





 

3

L’acqua porta amor onanista. Fradicia l’essere di Narciso. Oltre

La furia dei martìri che crean brutti tiri ai miti nella notte pulsioni scotte.

Vegno a chiudersi tanti e tanti e tanti narcisi nelll’habitat delle TV canneto

Rompono linguaggi, fottuti pseudo-accademici con fotina elettronica,

sotto la schiuma calan fette rammollite di coscienza vanesia lenza

- Cuspide tra uomo e vanagloria cada corpo con sua bòria -

Se fossi a Marina di Vecchiao mi porterebbe nelle pozze della pineta il libeccio.

Delocalizzo il mito, oramai trito, ove desiderio di sé stessi sonda l’insondabile.

Ricordo Eco, la ninfa, radice di brivido, come oziosa nuvola, splende flebile l’addio pietoso.

Praticato all’aria aperta migliora l’ossigeno nei tessuti: brillan con perle Gold Waves

-L’iridescenza narcisa perfetta scemenza da sfumar con tutte dita-

Queste giornate mi snervano, la pozza mi comprime ciglia labbra collo

Oh come son bellino mi ricamo di versi fino acqua immateriale incanto primo.

Mon seul désir l’ombelico mio aprir che sia Stirner ir mi-babbo super-fico!?



 


CDS: "Poema per Narciso alla crema", 4


 

 

4

Dov’è il riflesso specchio di me spicchio quasi ticchio

Che da questa eterna scissura offre età del vero?

Sempre stanco degli altri - compresa tu Eco falla finita ti prego! - sempre prima

D’ogni backstage di fotografia dall’albumina al digitale, sempre al di qua

Dell’acqua rappresa del vissuto a cui mai chiesi aiuto: Narciso voce persa foce

Che i piedi scalzi posai in trepide cioce. Vogghio morì nell’estètia der pensiero

Mitologico siero. Nella morta gora del ritratto cresce la prima luce

E l’ultima. Elegante in tutto solo amante Narciso è nome che si sdoppia

In liquida fossa. Ovvovedé che son ostensiorale greo per metà cristianuccio

Che gemma di sé teatralizza per sottrazione bedda astuccio:

Bedda matri beddo patri beddo me senza te Eco temporale.

Se gliè tutto finìo male a me annegato che mi cale?

A te mozza parola nel vento addolcisci tuo scontento!

 

 


CDS: "Poema per Narciso alla crema", 5



 

5

Narciso nel tuffo da embolia ravviva promessa frale

Che ogni mondo nell’io vissuto risorge

In qualche inno d’interpretazione altrove – basta viver la pazienza del fiore

Nel prato eletto a ghirlanda d’astri – parola buia perché tirai accussì le coia!?

Eppur liberai e librai la pelle dalle cellule morte (mi son strigliato a dovere insomma!)

Sul colorito spento - in secondo step – usai acido ialuronico e vitamine energizzanti!

Eppur alla sonata in Si bemolle maggiore di Schubert affidai la trasfigurazione

Con pizzicori di protoromanticismo per somma calma strumentale

Mentre mi strumentalizzavo nel finale a piombo del mito:

“s’era di sughero Narciso e non d’affanno cor di stagno nun’affogava maremma ‘ane!”


 


CDS: "Poema per Narciso alla crema", 6



 

6

Abbagliato dal sole dell’estate pompato sovra ogni etade ombretto bronzeo ade

Bisbiglio dal fondale l’eternità sotto a lucente specchio: vintage mi ci ficco a spicchio.

Sgomento nell’alveo dell’eterno ancor mi palpo l’osseo mento. Teschio

Emblema per poeti dilettanti invidiosi de mi’ urtimi istanti fessi e carmi.

Ascolto, in rimbombo?, segni presagi iridescenze e anco l’altrui scemenze.

Game over. Mi si scelga adesso per qualche gioco playStation prezioso.

Ch’offre variante a chi per me ancor soffre come eco.

Altri giochino sul nostro destino in qualche elettronico festino.


 




Medea T. Vir e Giasone



 

Claudio Di Scalzo

IL ROMANZO DI MEDEA TOPINO VIRGOLINA T. VIR E GIASONE NEI SUOI LIBRI

 

Medea T. Vir il 17 luglio 2011 – Libro Primo

Medea T. Vir a Padova – Libro secondo

L’Ombra d’Argo – Libro Terzo (sequel)

Argo ancora nel mito - Libro Quarto (sequel)

Le vele di Argo in Narrative Art – Libro Quinto (Prequel)

 

(Il "ROMANZO DI MEDEA T. VIR E GIASONE" probabilmente non ha pari, né di uguali, nella letteratura e nelle arti. Perché questa originale esperienza può avere parentele nel mondo del fumetto o di alcune serie televisive o di Art Brut sequenziale. Il “Romanzo di Medea T. Vir e Giasone” come già il “Canzoniere di Karoline Knabberchen” sono strutture estetiche popolari, che coniugano empiti del melodramma ed i generi più popolari con i linguaggi più alti della filosofia, del mito, della teologia, del sublime e del tragico – Questa prassi la ritroviamo in altre avventure con altri personaggi sempre sull’Olandese Volante Transmoderno. Medea Topino Virgolina, Medea T. Vir, è il personaggio nero e crudele della mia letteratura.)

 


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