
Curve da un matrimonio - Silvae Lo my wife - 1989
NOTA
(Anche Silvae Lo come KK la Stein e poi Cardellino, ricca, benestante, il che mi ha consentito, a me comunista proletario,
vita agiata e la conferma che garbo a donne della classe sociale che politicamente miravo a distruggere;
irrisolta contraddizione che però non mi ha angosciato anzi rallegrato; avendo verso loro infinita gratitudine)
Claudio Di Scalzo
SILVAE LO CARTESIANA NELLE CURVE DA UN MATRIMONIO
MY WIFE SILVAE LO
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Silvae Lo - Foto cds
Silvae Lo (1963) conosciuta a fine anni Ottanta è l’esatto opposto, antipodi?, d’ogni altra figura femminile, tra le dieci in petrarchista vista, da me amate. Perché, valtellinese, dentro la cultura alpina più cosmopolita e locale, maestra combattiva contro ogni pedagogia reazionaria, (Oh il suo Pestalozzi!), che si attiene, rigorosamente a Cartesio a Locke all’Illuminismo inglese-francese-italiano. Del marxismo sceglie il kantiano Austromarxismo. Niente di più lontano dalla mia formazione nel Romanticismo d’ogni angolo estetico-filosofico calato marxismo occidentale: figliante rivoluzionamento declinato infinito tormento: altro che riforme illuminate e ponderazione kantiana data dalla Ragion Pratica!
Anche lei ha il suo Canzoniere con immagini. Tassativamente proibito divulgarle. Infrango il divieto. Se protesta tolgo. Riordino questo fondamentale legame. Che coinvolge Sara Cardellino nel rispetto verso Silvae Lo e in varie curiosità su come sia stato, e sia, grazie ai figli, con ella-moglie intrecciato. "Silvae Lo, nel Dieci Petarchista, la più vincente su tutte, o quantomeno quella che spicca unica, perché è quella che ti ha dato due figlie un figlio".
Quando la fotografai partii dalle sue considerazioni, che annotavo che discutevamo. Ribadisco che sono stato l’allievo delle donne amate.
Le idee, quelle che tu-fotografo hai di me-fotografata, derivano dalla sensazione che Claudio (mai chiamato per soprannome: Accio. Lo lascio a quelle prima di me a quelle che verranno. Ti chiamo Claudio e casso buona parte del personaggio che intendi essere e scambiando i ruoli, romanticamente?, fregarmi!) ha del mio corpo. Che fotograferai. Non c’è alcuna anima in te che agisce cullando l’amore: e se c’è se ne sta passiva!
Il corpo che fotografi, mio disteso, è un’estensione qualitativa di moto e figura. Vuoi aggiungere odore colori parole: se ciò accade riguarda il tuo spirito, anche desiderante, vuoi dopo la fotografia accoppiarti?, se non ci fosse il corpo fotografia eros non esisterebbe l’immaginario, tuo, non mio, che da passivo diventa attivo. Vuoi chiamarlo anima? Accomodati. Ora concedi alla modella “attività pulsante” che la mia la dirigo io perché ho un’identità personale e di coscienza, adesso eroticizzata. E ciò grazie a Locke che ti consiglio di studiare mettendo da parte quel "baggiano", ecco un toscanismo, quel "bauscia", milanesismo illuminista, di Johann Gottlieb Fichte. Non ci tengo ad essere un NON-IO nella natura alpina estensione del tuo IO predatorio pisano.
... CONTINUA