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PASSEGGIATA KIERKEGAARD

:: Claudio Di Scalzo: Sara Cardellino salva il Falco Ferito.
16 Agosto 2017







Claudio Di Scalzo

SARA CARDELLINO SALVA IL FALCO FERITO, IL BAMBINO SULLA SEDIA E SUL SERCHIO



PICCOLA PREFAZIONE
 

La risposta che m'ha consegnato una delle gioie più grandi della mia vita, e dopo il Male che nel gennaio di quest'anno prese a dispiegarsi su di me, è stata quella di Sara Cardellino alla mia domanda se, per il Patto tra noi, mi avrebbe raggiunto: "Per la prima volta un Cardellino salverà un Falco ferito".  (Clikka: SONO IN PERICOLO SARA)
Qui sta il romanzo, il poema, due vite, che non hanno bisogno di libri  e pubblicazioni per sviluppare quanto contengono e vissero e vivono di amore e bene. La letteratura e l'arte più alta senza che esse si nominino letteratura e arte. Somiglia alla religione, alla preghiera, al mito da custodire per poi andare altrove. Dove c'è Karoline Knabberchen che ci aspetta.
Il Miracolo è avvenuto. L'Eroe da libro è stato salvato per l'ultima e decisiva volta.  



 

 

 

Sara è il Cardellino più bello del mondo che conosco. E riunisce nel suo volo nel suo posarsi su di me l’amore cristiano. E anarchico, per come ha inteso la parte più dolce e irruenta del mio essere dove ha fatto nido! affrontando le spine della boscaglia spesso scritte che avevo attorno al cuore.

Boscaglia che ho incendiato per amore e ora la mia libertà può rinascere, anche se sono nel grigio tempo sulle tempie, nel Bene e oltre l’inganno delle parole che mischiai per tanti anni con voli inadatti al mio senza saperlo, senza riconoscerlo futile e ingannevole, come poi s’è rivelato.

Però il Cardellino a me inviato da qualche protezione, angelica? dal romanzo  a cui appartengo?, mi ha salvato. E ogni fallimento vale questa scoperta di un’altra voce e volo possibile a cui sono destinato fin da quando monello correvo sull’argine del Serchio scalando ciliegi oppure stando Bambino sulla sedia a recitare poesia, a forza, rimanendone torturato (Clikka: STORIA VERA DEL BAMBINO SULLA SEDIA). Il Cardellino Sara è tornato a quel me stesso di allora volando sulla mia camicia bianca nel vento che correva e standomi accanto sulla spalliera della sedia.

Non sarai più "tradito" in quanto ti aspetti dall’amore perché di quanto avrai disegnato e scritto per raggiungerlo assoluto resterà soltanto quanto lo merita agli occhi del sacro e del dolore che ti costò.

Sotto il ciuffo dei tuoi capelli ricci di monello c’è il rosso che ho sulla gola da dove canto per te. Basta questo per la nostra intesa che conoscerà anche il tragico il dolore la separazione e il reincontro. Quanto ci presiede, mio Povero scrittore sgrammaticato (clikka: LETTERA DI SARA VIRGOLINA CARDELLINO AL POVERO SCRITTORE SGRAMMATICATO) che diventerai, così ha deciso.

Le parole che hai cercato come rosse ciliegie le parole accoste alle lacrime che versasti sulla sedia non sono venute a te invano, tu le hai donate come gioco più alto, come sofferenza più alta, non hai responsabilità, né peccato commettesti, se sono state intese come letteratura da pubblicare. Tu questo non lo volevi! Sei l’Eterno Fanciullo che Schumann musicò, sei l’Insetto matto di Dioniso, sei il Semplice, lo Scemo poeta di paese, che tutti possono raggirare. Le parole tue più belle più soffici più colorate nel giallo nel rosso nel nero nell’ocra nel bianco, tutte quelle a me adatte, anche prima che tu m'incontrassi, e durante la nostra separazione, e oggi ancora assieme stanno sul mio manto. E io le porto come una regina per un solo intrepido cavaliere monello, per il mio Eroe da libro senza libro.

 




La mascherina facciale rosso cremisi rimanda al rosso passionale, orlata dal nero che la consegna al sogno ardito o all’ombra della discrezione, colori che orlano il becco rosa dove s’eleva il canto gioioso per chi il Cardellino Sara ama. E gli amori possono essere diversi, a me dona quello cresciuto sulle mie corse da monello e sulle ferite che ricevetti sulla sedia della poesia; amori tutti vocati al bene, come il pallido e bianco del suo collo che musicando ogni vocalità del creato s’allunga delicato.

Il mio becco roseo biancastro con la punta scura diventa albume chiaro quando amo. Lievito del sentimento più alto che non ha necessità di parole perché con il flauto traverso dico quanto provo con le note di Vivaldi e Bach e Mozart e Schumann. Quest’ultimo per L’Eterno Fanciullo di Vecchiano per il Povero scrittore sgrammaticato che da me apprende il linguaggio della musica accordandoci il cuore nel modo adatto per non smarrire o sprecare la bellezza da dare e da ricevere.

Il mio compagno di voli quando lo raggiungo è un Falco Ex Ferito che ho guarito. Da una schioppettata che si prese spezzandogli un’ala. Il Monello sull’argine e il Bambino sulla sedia, il Povero scrittore sgrammaticato, ha sperimentato come Falco questo agguato da figura ritenuta amica, candido indifeso come un Eterno fanciullo e sgrammaticato pure in furori senza costrutto era destino dovesse provare questo dolore altissimo; l’ho salvato da morte certa. (Clikka: I GIORNI DELLA CACCIA AL FALCO - KAROLINE KNABBERCHEN NOTTE OSCURA) E lui ha saputo di essere un Eroe da libro nella sua ultima avventura

Il carattere, di Sara Cardellino, ha movimenti lenti e veloci: adagio, grave, andante, con moto mosso, allegretto, vivace, presto. Vivace e generosa nel classicismo come nel romantico periodo che sceglie di donarmi, ha un canto melodioso, ricco di gorgheggi e di note gaie. Che affida anche al suo flauto traverso.

Canta e suona tutto l’anno tranne che quando cambia le piume. Il Falco ex Ferito che ne ama ogni salto di ramo in ramo e volo dalle settecentesche atmosfere a quelle novecentesche, le procura i semi di cardo di cui è golosa; e poi semi di scagliola, di ravizzone, di avena. E frammenti di frutta e parti tenere di piante spontanee che il Falco vede dall’alto con sguardo mirato. E gli altri uccelli si fanno da parte quando il Falco ex Ferito e innamorato cerca cibo per la sua Sara Cardellino, perché ancora è possente, e perché chi sa della coppia li guarda con tenero affetto.

Il Falco ex Ferito (clikka: OLANDESE FALCO FERITO - che poi invece si salva e non muore come nella poesia di Robinson Jeffers) è felice nel cercare e donare semi alla sua Sara Cardellino senza più perdere tempo, come faceva prima di vivere in volo a lei assieme; con pagine e pagine da scrivere con tavole e tavole da disegnare che poi non servivano a nulla nell’amore che s’immaginava, ed era una fatica inutile e insensata. Che pure una volta gli ha portato una schioppettata a tradimento per ucciderlo.


 



 

Una coppia - Cardellino e Falco - come la nostra non si era mai vista. Capace di cantare il tragico e il sacro cristiano ma -  e questo parecchio grazie al mio Falco memore delle sue bambinate monelle e del suo vernaholo paesano - pure l’estro allegro, il riso improvviso, la spensieratezza assoluta, e la danza gioiosa di donare parole e colori e voli e melodie senza che abbiano destinazione per carriera poetica, bensì che tutto si disperda per poi ritornare l’indomani come gioco. Di bimbi. Di musicisti da strada. Di insolita coppia Cardellino e Falco. Che piume leggere uguali hanno per stare nel vento e nella libertà dell’amore che non avrà fine. E una Colombella svizzera ci guarda da dove sappiamo noi e tempo verrà che poi voleremo assieme in tre.

 


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