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PASSEGGIATA KIERKEGAARD

:: Senta Sara all'Olandese l'8 Marzo 2020. Come intesi e intendo l'Amore. Con lettera a Franca Palmieri
08 Marzo 2020


SARA SENTA e L'OLANDESE 


SENTA SARA ALL’OLANDESE L’8 MARZO 2020

Come intesi e intendo l'amore

Sempre raggiungi il sublime quando arrivi al guscio di noce-olandese volante, guscio rovesciato che per il bimbo diventa veliero (e per gli altri è e rimane guscio rovesciato se, finito di giocare con te, s'accorgono che tu il gioco lo sai continuare: e non ti stanchi e non senti il peccato del non ritorno). Così il sublime diviene racconto e il racconto rito. E mi ricorda sui generis ogni apertura continua a mondi altri; con la differenza che l'Olandese uomo e personaggio dimentica e ci si perde dentro (in questo sta, se c'è, il peccato). E Senta accoccolata polena a volte si fa rostro appuntito, pungolo doloroso. Trafigge le carni dell'Olandese e attraverso il dolore, dalle aperte carni, fa in lui riaffiorare il ricordo: la via di casa. Ché perdersi è male, è rovina. Ma l'Olandese, per salvarsi da bimbo, ha dovuto mollare gli ormeggi per sempre, era quella la salvezza; e confidava che un giorno, ormai lui alla deriva, qualcuna sarebbe arrivata frangendo la bianca spuma del mare, per riportarlo a casa. Questa è Senta, io Sara nel reale vivere, questo è il tuo destino con me.

 


 

In questa data, come donna e come personaggio del melodramma simbolico che ci riguarda, scrivo su di te Olandese alla guida del wagneriano Olandese Volante (autunno 2011 - 9 gennaio 2017). Scelsi di non salpare con te un decennio fa ma sono lo stesso stata e sono interprete di quella avventura perché tu sempre a me hai pensato sempre mi hai cercata sempre per me hai scritto disegnato e nella catastrofe, mentre la maledizione ti portava in vicende infernali, son giunta a salvarti. Prendendo che lo volessi o no, e lo volli, il ruolo di Senta per l’Olandese maledetto.

Oggi so, e te lo rivelo, perché accadde.

Perché accade ed accadrà.

Qui sta la mia valentìa di donna che ama che puoi prendere a esempio.

Ho sposato un altro uomo dopo che ti lasciai. Nel novembre 2011. Ma nel farlo gli dissi che sarei stata per lui sposa e sorella. Senza concedere il mio corpo. Ho mantenuto per 5 anni e 5 mesi quanto avevo deciso accadesse anche se lui era fidente cedessi. Ciò perché avevi avuto la mia verginità e non avrei mai più avuto altro uomo. Parimenti cessai di scrivere poesia. Non era più necessario accadesse. O con te o con nessuno.

La mia scelta dopo la nostra separazione attiene alla mia persona fede musica ruolo di donna. So che è inattuale per molte può apparire insensata stupida medievale. Per me è cristiana. Ne vado fiera. Altre donne, altri uomini, sono liberi di vivere amori eros legami in sequenza. Per me l’Amore non scade come il latte. Lo dici pure tu. Ma, a diversità di te, non scade neppure il suo legame con l’Eros. Sono cristiana fino all’estremo. Credo che per questo in poche in pochi sanno suonare il Bach che si volge a Dio nel contrappunto come me.

Tu non sei stato capace di starmi a pari nell’assenza. E sei finito nell’errore equivoco colpa ancora una volta. Se tu avessi avuto la mia forza ci saremmo riuniti prima. Anche questo so. È accaduto invece la Domenica delle Palme 2017 quando tu mi hai cercato.
 

Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te

Quando salvai Jesse Accio James con l'Ave Maria di Schubert


Il segreto rivelato a Fiesole. Melodramma romantico.
 

Viviamo assieme, coppia, da allora. Oggi ho la forza di sentirmi Senta e di dirtelo di scrivertelo.

 





 

LUI PERSO LEI INCANTATA. SUL DIPINTO DEL BACIO TRA SARA E ACCIO. RISPOSTA A FRANCA PALMIERI.

“Lui perso, lei incantata” (FP commento su Facebook del 6 III 2020 nella bacheca Claudio Accio Di Scalzo)


Cara Franca Palmieri
se il dipinto regge è perché il pennello a china che tratteggia i lineamenti - lo uso senza disegno a lapis sottostante senza staccare dal foglio - dialoga col celeste. Nella pittura però il caso vale a metà per la riuscita oltre ogni perizia tecnica. Sbagliando pennello ho preso quello zuppato nel celeste. Vedendo che occhi fronte stavan bene ho proseguito. Ritoccando tutto azzurro. La torsione dei volti mi ha ricordato, soprattutto lui le statue muschiate nei giardini. Così ho muschiato a china capelli e collo. A questo punto se sbagliavo colore per racchiudere tutto cascava il dipinto. Il rosa è adatto. La semplice regola colore caldo colore freddo funziona. Potrei aggiungere gote in rosa o celesti a lei. Ma per ora sta così.

Tutta questa descrizione non esisterebbe se non mi fossi sforzato al massimo per illustrare lo scritto di Sara Cardellino. Sulla vicenda di me nell’Olandese Volante di lei.

Probabile lei provi “incanto” come commenti per l’avventura nel reale e nella finzione che vive; di certo lui è “perso” per questa presenza nella sua vita.

La lezione che lui riceve è basilare. Incentrata su assoluta realtà. Sara Cardellino esprime la sua convinzione su amore ed eros e cristianesimo che è certamente "inattuale". Per il mondo come è andato caratterizzandosi dal 1968 in avanti per certo. Per i costumi liberi nei rapporti con annesso consumo erotico, e amori vari, fino alla sequenza. Lei ha trovato giustificazione alla separazione nel suo matrimonio, dunque a non rispettare il sacramento, perché non consumato. Quanto mi coinvolge, in Sara Cardellino, e che pur essendo dentro ogni modernità, a volte pure fuggendo dai suoi tailleur anni sessanta per indossare mise audaci o quando scrive sul mondo greco e romano che era all’opposto dei precetti cattolici, rimane nello stesso orizzonte dell’amore assoluto che fu sia dei Novalis, quindi alta tradizione romantica, e pure di mia nonna Messinella e della sua amica Polidina. Ti racconto.

Mia nonna vedova trentacinquenne, e donna bella molto, scelse di rimanere fedele a suo marito, mio nonno per parte materna, Pardini Vittorio, morto nel 1944, fascista, all’arrivo degli americani a Pisa. Gli si fermò il cuore non per paura ma per delusione sconcerto crollo del suo mondo. Messinella da allora vestì di nero, non si tagliò più i neri capelli, e fece amicizia con Polidina, vicina di casa, che aveva perso il marito in Russia, disperso. Che lei aspettava in ritorno e se morto come Messinella, diceva: a-me-altro-omo-non-mi-sfiora più! E così fecero.

Ascoltavo le due donne scambiarsi ricordi e fedeltà. Ero bambino. Da loro imparai l’Amore che non scade come il latte. Quello Assoluto. Poi avrei letto di Novalis per Sophie di Jeanne Hébuterne per Modigliani di Hoelderlin per Diotima di Milena per Kafka. Ma dopo.
Che Sara Cardellino abbia imitato Messinella e Polidina è per me un atto di poesia che la rende superiore e maestra e signora verso la mia vita. Anche se disegno e scrivo e fotografo. E, in ogni caso, come rivela la pubblicazione, pure lei scrive con stile.

Prima o poi questo lungo, spero non ti annoi, testo - nato come altri dai tuoi commenti - , lo pubblico sull’Olandese Volante.

Ti sorrido Franca. Accio


 


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