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:: Claudio Di Scalzo: Totem di Medea T. Vir - 13
19 Luglio 2015

CDS: "Il Totem 'DI QUELLOdi Medea T. Vir" - 2015

 

 

 

Claudio Di Scalzo

TOTEM DI MEDEA T. VIR

per il 17 VII 2011

13

"di quello"

Questo totem pronunciante “di quello” mi sembra debitore di una certa ritrattistica che dopo le febbri dell’avanguardia, caro Giasone, prese a dipingere Picabia grande amico di Duchamp. Non si sorprenda caro pisan greco. Prima di accettare il suo invito mi son documentato sulla sua maniera transmoderna di citare frammenti della pittura dei maestri del dadaismo-surrealismo. Tanto capisco che anche con la fenomenologia opera qualcosa di simile.Allora voglio sorprenderla e aiutarla in uno snodo che ho percepito fondamentale. Il suo rapporto con la tradizione e le masse dedite all’estetica nei tempi web, di cui se ho capito giusto, anche Medea T. Vir appartiene e con essa si sostiene. Parto dal mio libro “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale” che probabilmente conosce a volo radente e poco pertinente. E prima che me lo rimesti alacramente provvedo io con la mia mente.

Caro Giasone mi diverto moltissimo a rimettare questo raduno giunto al radicchio alla griglia in trattoria. Riassumo il rosso foglia per foglia. Vien da Treviso vero? Ciascun uomo, anche un artista atipico guerriero ex sposo amante di Nera Maga che sclera (neologismo da Nord-Est, sembra), è intriso dal “divenire storico”. Fin qui ci siamo! Però questa Tradizione non è che si tramandi come un destino al quale non è possibile sottrarsi; né la si deve accettare in modo meccanico! Insomma dallo sterminato volgo servo di imperatori-capital-regno dei segni tutti, con quest’ultimi che ne dirigono le sorti , si può scartare di lato. Rispetto appunto alla Tradizione correttamente intesa. Non in modo servile. Essa tradizione possiede un’unità spirituale che la indirizza al “compito” di tramandarsi nel divenire storico come “fine”. Davo nel mio libro l’impegno a comprendere criticamente la storia al filosofo, ma oggi, radicchiato, offro questo viatico all’artista, alla coppia artistica, Rina Glauce e Giasone Accio. Voi nati e cresciuti in Grecia, nutriti di pensiero tragico greco e del suo commediante rovescio, potete fondare - e già lo fate navigando da anni, con la “fondazione originaria” che vi riguarda - una nuova comprensione che sia liberante da ogni schiavitù.

 

 

 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

PRIMA NOTA IN LAPIDE 

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Medea T. Vir Topino Virgolina è il personaggio nero della mia letteratura transmoderna. Giasone Accio è l'uomo a cui per gelosia, follemente amando odiando, uccise i figli-files.

Sull'OLANDESE VOLANTE Barra Rossa/CDS: (clikka) "Medea T. Vir Padova"; "T. Vir - 17 VII luglio" sono pubblicate alcune avventure nere del personaggio che avrà pure presentazione in mostre di pittura come altri personaggi a mia firma. 

Ogni anno, dal 17 luglio 2011, per questa ricorrenza e data scrivo e disegno in ricordo dei miei figli-files sgozzati.

 

SECONDA NOTE IN LAPIDE NEL MAGGIO

A volte nel sogno ho ancora con me i tanti scritti che affidai a Medea T. Vir. E ne leggo le trame e i versi e le prose e ne vedo le illustrazioni. E poi nel risveglio ancora cercando di riprendere il sogno mi convinco che appena in piedi potrò riscrivere tutto. Ma proprio tutto! E la mutilazione sarà vinta. Ma non è mai così.

 


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