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:: Claudio Di Scalzo: Totem di Medea T. Vir - 5
29 Giugno 2015

 

CDS: "Il Totem 'TUTTI I FILESdi Medea T. Vir" - 2015

 

 

 

Claudio Di Scalzo

TOTEM DI MEDEA T. VIR

per il 17 VII 2011

5

"Tutti i files"

Sono arrivati da Varenna. Dal lago di Como alla laguna veneziana. Bolzano e Brentano e Meinong.  Scendono con me anche se stavano in altro vagone i filosofi della distinzione tra soggettivo e oggettivo, della natura intenzionale degli atti mentali, della teoria degli oggetti. Manca Husserl. Ha un ruolo più possente con il poema dei figli-files uccisi. La stazione di Santa Lucia è affollata ma loro si distinguono per la foggia degli abiti per le barbe per il passo trasognato. Capisco che son qui per Medea T. Vir. Sanno tutto di Topolino Virgolina, del binario dove mi aspettò la prima volta veneziana quando non era ancora maga feroce col suo sposo, tanto che al massimo scriveva sulla mia schiena addormentata, con un pennino simile a piuma, poesia pozione per incatenarmi. Però versi e catena si scioglievano nell’acqua del mio tuffo verso le boe. Giasone Accio non era adatto al matrimonio fedele, allora.

Bolzano e Brentano varcano il ponte di Calatrava in cerca dei luoghi, i parapetti dei baci, della passata felicità del marinaio con la sua scura musa delle virgole; mentre Meinong  sale sopra una gondola che lo porterà alle Fondamenta della Misericordia. Lo segue il Totem alligatore che mastica i Figli-files di Giasone. Capisco che è Medea T. Vir. So che li ritroverò sul canale delle osterie, e che probabilmente l’allievo di Brentano offrendomi da bere e tenendo d’occhio l’alligatore che si pasce dei miei figlioli, piangendo anche?, mi illustrerà la sua teoria di cui sembra abbia bisogno per capire cos'è successo il 17 luglio 2011. Non di solo Husserl vivrà la tragica storia degli scritti cancellati come cose inutili.

 

 

 

                    L’arte tua iniziò in vie acquee di linguaggio e finirà con linguaggio

                    amputato dalle acque. Perché in esso appare l’alligatore Totem

                    Medea T. Vir. Vedi come mastica i tuoi figli files? Giasone che immaginasti

                    i figli inguainati nell’essere della Maga Virgolina per riceverne cura.

                    Canale della passione vicino all’arrostito pesce sui tavoli

                    ai vini balbuzienti bollicine, compie assidua spola

                    nel costrutto fiato marinaio

                    alliscato strutto  che ebbe nel nero scuola. 

                    La muschiata  pietra d’istria parapetto

                    sciabordata dagli occhi fumo dell’alligatore

                    modula tutto in una volta lo zero dell’esistenza.

 

                          Brinda! Giasone alla mia scoperta che la fantasia

                          accudisce l’apprendimento. La metafisica degli inesperti,

                          l’alligatore lo è che credi?, si occupa soltanto degli oggetti

                          che esistono realmente, e in questo caso li trita e inghiotte 

                          e sfrangia con appetito!,  ma sono oggetti cose anche quanto è pensabile,

                          dotato o meno di esistenza. Dunque i files addentati resteranno oggetti.

                          Gli oggetti files sono indipendenti dall’essere di Medea che li odia.

                          Manterranno le loro proprietà anche da cancellati. Intendi Giasone?

                          lo smacco che l’Alligatore avra? grazie alla mia “Teoria degli oggetti!”.

                          Gli oggetti possono esistere come possibili, lo è anche un cerchio quadrato,

                          figurati le pagine tra i denti del totem!, resteranno cose seppur non esistenti

                          in modo tangibile, poi il dominio di te artista marinaio su ciò che può essere, ancora,

                          cosa scritta, è infinitamente più ampio di quanto esiste. O che viene cancellato!

                          Abbraccio uno stupito, nell’etichetta violata, Meinong di Linz. Nel vino con cui brindo

                          irridente al Totem il risolto nesso tra dolore e conoscenza. Salutando Medea T. Vir

,

                                  che s’inabissa nel fondale, cancello ombre dall’io veneziano

                                  e la pelle scabra del marinaio uso ai venti di burrasca, si liscia nel pomeriggio

                                  lucente da spalmarlo balsamo sull’esistenza materiale immateriale

                                  dell’avventura unica di me Giasone il ferito.

 

  

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

 

PRIMA NOTA IN LAPIDE 

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Medea T. Vir Topino Virgolina è il personaggio nero della mia letteratura transmoderna. Giasone Accio è l'uomo a cui per gelosia, follemente amando odiando, uccise i figli-files.

Sull'OLANDESE VOLANTE Barra Rossa/CDS: (clikka) "Medea T. Vir Padova"; "T. Vir - 17 VII luglio" sono pubblicate alcune avventure nere del personaggio che avrà pure presentazione in mostre di pittura come altri personaggi a mia firma. 

Ogni anno, dal 17 luglio 2011, per questa ricorrenza e data scrivo e disegno in ricordo dei miei figli-files sgozzati.

 

 

 

 

 

 

SECONDA NOTA IN LAPIDE NEL MAGGIO

A volte nel sogno ho ancora con me i tanti scritti che affidai a Medea T. Vir. E ne leggo le trame e i versi e le prose e ne vedo le illustrazioni. E poi nel risveglio ancora cercando di riprendere il sogno mi convinco che appena in piedi potrò riscrivere tutto. Ma proprio tutto! E la mutilazione sarà vinta. Ma non è mai così. 

 

 


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