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:: Claudio Di Scalzo: Totem di Medea T. Vir - 12
19 Luglio 2015

CDS: "Il Totem 'NON HO PIU' NULLA di Medea T. Vir" - 2015

 

 

Claudio Di Scalzo

TOTEM DI MEDEA T. VIR

per il 17 VII 2011

12

"non ho più nulla" 

 

Calma Totem “non ho più nulla”. Calma. Non sia semplificatorio oltre il consentito al suo collo allungato alla fondamenta misericordiosa sulla leggenda dei figli di Giasone mazziata a iosa.

S’inalbera Husserl che verso di me, marinaio sventurato e portatore di sciagure matrimoniali e amatoriali, prova un’istintiva simpatia. Tanto da cercar rime, lui tedesco, in un italiano pisaneggiante col deh livornese! La direzione del soggetto verso l’oggetto e dell’oggetto verso il soggetto è questione sulla quale ho fondato i primi barbuti passi della fenomenologia. C’è da scansare, o saltare, sgondolare, Cartesio e Kant e l’amico qui presente Franz. Il pensiero o logos è un primum nell’ordine delle cose, cara Virgolina Medea Totemina, in quanto tale, sia l’intenzionalità, vale a dire la direzione del soggetto giudicante nei confronti del giudicato, sia la transcendentalità, vale a dire la priorità assoluta del pensiero nei confronti dei pensati, sono due dimensioni della conoscenza e del pensiero anteriori a qualsiasi atto di conoscenza e non possono essere ricondotte né alla coscienza empirica né alla coscienza trascendentale kantiana. Oibò qui mi sfrego la barba ruvida sul codino di Kant. E diranno che il paragrafo 16 della Critica della Ragion pura mi fece e fa ancora barba e capelli e m’appanna gli occhialini.

Se poi fosse così, caro Giasone Accio, la mia tendenza a una metafisica del soggetto torna a sardina saor per la sua avventura. Per i Totem.

Che devo aggiungere?, in fin dei conti son morto nel 1938! Però occhio - ah capirete perché l’occhio ha la sua parte - al “fenomeno”, di cui mi occupai nel 1913, fondando questa massiccia fenomenologia!, il fenomeno, cari colleghi, tutti più o meno anti-kantiani, non è quello definito dal precisino a passeggio in quel di Konigsberg, né quello dell’arcigno Arturo S., né quello del super H. tutto sistema Napoleone alla crema!; cioè non è il contenuto della rappresentazione!, né il luogo di determinazione della coscienza, né tanto meno la semplice apparenza dietro cui si cela la realtà autentica! NO!, nel 1907 scrivo, e se lo declamo mi sento parecchio vivo!, il fenomeno è un assoluto autodato, vale a dire come presenza del soggetto a se stesso, una presenza nella quale la singola COSA percepita o conosciuta costituisce unicamente una sorta di COLORITURA dell’attività conoscitiva del soggetto.

Lei caro Giasone Accio disegnando i Totem, dai quali la sua ex moglie-amante Topina Virgolina ci parla ci chiacchiera, ha realizzatto questa coloritura del fenomeno autodato. E che ha vissuto, poi spolpandolo scolorandolo, se ne è reso conto col pennello in mano? Ah non lo sapeva! Ovvio mica poteva conoscere la mia “idea della fenomenologia” del 1907. E se anche l’avesse sfogliata credo che spiegata dal mio fantasmatico portamento sia meglio. Scopro che approva brindando a prosecco. Beh, mi faccia bagnare anche a me il becco, e sappia la Maga nel suo sms stecco, che “non ho più niente” ha permesso questo consesso estetico plaudente. Giorno veneziano scorno al disumano! Da ora in poi parlerò in rima come lei caro capitano della sciarpa d’oro, ah scusi vello, non cosa da questo e quello, deh! (livornese vero?)

La comitiva fenomenologica ride e beve e plaude all’impasto di olio di oliva e prezzemolo e aglio a corona dello stoccafisso salato, decanta il fritto farcito a mousse che al gozzo porta busse! e Giasone si sente leggero nel nero alla seppia nel vero tragico dei Figli-files morti e resuscitati dal Grande Husserl vernaholo venezian-pisan bolo!

 

Chissà come si divertirà la mia Rina Glauce quando le narrerò queste giornate veneziane. Che sembrano parecchio incredibili.    

 

 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011 

PRIMA NOTA IN LAPIDE 

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Medea T. Vir Topino Virgolina è il personaggio nero della mia letteratura transmoderna. Giasone Accio è l'uomo a cui per gelosia, follemente amando odiando, uccise i figli-files.

Sull'OLANDESE VOLANTE Barra Rossa/CDS: (clikka) "Medea T. Vir Padova"; "T. Vir - 17 VII luglio" sono pubblicate alcune avventure nere del personaggio che avrà pure presentazione in mostre di pittura come altri personaggi a mia firma. 

Ogni anno, dal 17 luglio 2011, per questa ricorrenza e data scrivo e disegno in ricordo dei miei figli-files sgozzati.

 

SECONDA NOTE IN LAPIDE NEL MAGGIO

A volte nel sogno ho ancora con me i tanti scritti che affidai a Medea T. Vir. E ne leggo le trame e i versi e le prose e ne vedo le illustrazioni. E poi nel risveglio ancora cercando di riprendere il sogno mi convinco che appena in piedi potrò riscrivere tutto. Ma proprio tutto! E la mutilazione sarà vinta. Ma non è mai così.

 

 


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