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:: Claudio Di Scalzo: Paradossali Camere Mortuarie di Medea T. Vir
15 Agosto 2014

CDS: "Coriandoli del Cuore Morto" - Da Cardiodramma per KK, 1986

 

          

Claudio Di Scalzo

PARADOSSALI CAMERE MORTUARIE DI MEDEA T. VIR

 (Paradossale e clownerie nella camere mortuarie,

dalla passività della cosa in sé cancellata all’attività della cosa in sé ritornata)

 

(…)  leggo le Camere Mortuarie di Medea T. Vir; ancora mi addoloro per questo scempio del 17 luglio 2011; e, in un’altra lettera, ti rammento la filosofa Edith Stein a proposito del dolore-empatia; però proseguendo ho pure  sorriso, addirittura riso, in certi passaggi, per la clownerie che i personaggi-attori recitano mischiandosi a simboli inca e greci, per l’enfasi umoristica del narratore-attore che poi sei tu autore appena lasci il personaggio Giasone-Accio e gli attori in seconda filosofi: siano essi Bergson o Hartmann; questa ‘biforcazione’ emozionale m’ha fatto rammentare che furono i greci a saper piangere e ridere, in tragedia e commedia, di medesimi eventi. Fammi sapere se è quanto volevi ottenere in questo luglio 2014.

 

 CDS: "Petit Souvenir" - Cartolina 1990

 

Sì, Chiara, è quanto auspicavo nascesse sulla pagina e nella voce-recitante, un “gioco” dove quanto è serio, tremendamente serio, in certi passaggi muova al sorriso. Con piccole parodie, a partire dai personaggi filosofanti, dai simboli disegnati, e da me autore. Lo stesso linguaggio-sms di Medea T. Vir, enfatico, si presta al caricaturale, e innesta il corto-circuito simbolico grottesco/tragico. Tutto s’innesta sulla parola “Cosa”, “Cose”. La stessa filosofia cenere sotterranea riflette sulle “Cose cancellate”. Però la Cosa in sé in sua rilevata passività sembrava fosse, kantianamente espressa, la stazione finale del tram filosofia, poi non è stato così. Lo sappiamo. Ma da qui si muove in risalita dai cunicoli. Stravagantemente nelle camere mortuarie: la Cosa in sé diventa da passiva accoltellata ad attiva risorta. E, qui, utilizzo mie lontane letture, metti di un certo Herbert Bradley, per il quale l’esperienza umana ha sempre una dose alta di apparenza - e la letteratura.recita è apparenza per l’autore-attore -  le relazioni che si formano, metti tra una accoltellatrice matta di gelosia e dei files ricevuti in custodia dall’amante ritenuto infedele, possono sciogliere la loro enigmaticità, anche drammatica, nel risvolto umoristico nero: siamo sotterra  in tomba colorata. Se ogni cosa avvenuta è dentro l’altra in tempi verbali eccentrici quanto a passato presente futuro, una data, come quella del 17 luglio 2011, racchiusa in un sms discretamente perverso, può essere osservata, da un cunicolo, in varianti dai risvolti paradossali che possono muovere all’umoristico. Ricorda Chiara il becchino nell’Amleto. Insomma le parti affidate alla clownerie, che tu hai rilevato, hanno il compito, in questa magra operetta coltellante, di ungere gli eventi con quella libertà che viene dalla parodia per evitare che l’atto mortale della cancellazione l’abbia vinta, permettendo che la Cosa in sé possa vivere una sorta di ritorno-resurrezione. In recita e su carta canta.

Anch’io, cara-la-mia-triestina, mentre scrivo e recito sono mosso al risolino. In fin dei conti, seppur dolorante (perché il cancellato Libro III, “Viaggiatori da Biblioteca”, su Karoline Knabberchen, la mia tenera morticina mi manca eccome!) avviene che nello spazio della memoria, l’attore-narratore, quanto accaduto in altri luoghi e tempi lo raccolga nel presente dandogli la parvenza di accaduto umano travalicante il quotidiano, anche banale, l’atto di Medea T. Vir è banalissimo, trasformandolo, in gioco e dramma, capace di liberazione e di scacco verso un’ingiustizia. Questa avventura linguistico-pittorica è per me letteratura e atto politico rivoluzionario. Siamo al teatro del narratore-attore di Vecchiano che ti bacia e si firma tuo Accio Scalzo


 

 

NOTA IN LAPIDE

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. Ne richiedevo l'uso perché il poeta e saggista Giorgio Luzzi aveva in progetto di scrivere sul mio percorso letterario-artistico per una pubblicazione. E contavo di spedirgli miei scritti e la seconda parte di una  "Autoantologia" la cui la prima parte era stata pubblicata sull'annuario Tellus 30 "Nomi per 4 stagioni" nel 2009.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 


 


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