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:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 9 di Medea T. Vir
18 Settembre 2014

 CDS: "Nona Camera Mortuaria di Medea T. Vir " - 17 luglio 2011

detta "Delle Vocali Unghiate"

 

 

Claudio Di Scalzo

17  camere mortuarie

per il 17 VII 2011

 

 

 e ho fatto

 

ò fatto  i’  fattaccio con scatto usando  ù  braccio  a  piedi in scacco  e  ne tegno gioia a pacco, dice Medea T. Vir con finezza da passato prossimo ed evocando nel gioco tagliente le vocali in ritmata baldanza costitutiva l’atto. A questa realtà da sms la camera mortuaria s’accosta con una realtà, protetta da due facce incaiche e fotovoltaiche, mélange di Materia e Durata. La stanza tombale che contiene “e ho fatto” è scavata nella filosofia di Henri Bergson. Mi rendo l’unghie nere per questo.  E  la cenere dei files ancora profuma.  A  Giasone questa ossea polvere resta. I nervi degli scritti saltano come girini d’anguilla abbrustoliti nell’agonia.  O  come non vorrei mai esser giunto qui nel ventre d’una data che fece scempio di tanta poesia!  U  uh uhau disperato carezzo lor persa adolescenza. Vocalizzo la metafisica spirituale paterna carezzando nello slancio vitale ancora questa materia estesa fuori di me abbruciata e accoltellata. In essa materia mia scritta e perduta e ancora esistente s’agitano l’intellettualità dello spirito e l’altra tendente verso la materialità delle cose. Da qui, in questa camera mortuaria - e le due facce incaiche son benevolenti amicaiche – prende evoluzione l’altra vita dei files-uccisi. Perché se a questa materia Medea T. Vir, Topino Virgolina, s’è accostata con l’istinto io ancora m’accosto con il linguaggio, con la creatività e dono loro ancora corpo oltre ogni determinismo istintuale.

Scritti nel luglio lontano, dice la faccia di sinistra

Filastrocca di vele che vanno lontano, risponde la faccia di destra

Forestiero quanto fu natìo a luglio, sussurra la faccia di destra

Spande nella sera schiuma d’oro, risponde la faccia di sinistra.

Mista a foschia sull’orizzonte?, chiede l’altra faccia.

Sì, perché se c’è la tortora pallida sulla pergola, nei campi dominano i rovi, risponde.

In questa maniera sapienziale nel costrutto di fiato adolescenziale sul distrutto

chiacchierano le incaiche bergsoniane sembianze quasi umane.

E san di vocali  a  e  i  o  u  cui dar le ali sempre più.

 

 

 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

NOTA IN LAPIDE

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. Ne richiedevo l'uso perché il poeta e saggista Giorgio Luzzi aveva in progetto di scrivere sul mio percorso letterario-artistico per una pubblicazione. E contavo di spedirgli miei scritti e la seconda parte di una  "Autoantologia" la cui la prima parte era stata pubblicata sull'annuario Tellus 30 "Nomi per 4 stagioni" nel 2009.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 

   


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