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:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 10 di Medea T. Vir
17 Luglio 2014

CDS: "Decima Camera Mortuaria di Medea T. Vir " - 17 luglio 2011

 

 

Claudio Di Scalzo

17  camere mortuarie

per il 17 VII 2011

 

 10 

La cosa giusta

Medea T. Vir scrive, enfatica, d’aver fatto “la cosa giusta”, cancellando la “cosa discalziana”. Però il Can di Lacan, cagnone dell’inconscio nella camera mortuaria, scuote la testa occhiuta nella fuligginosa aria. Rammenta la “cosa freudiana” che non si lava perdendo la tramontana con matta gelosia borghesemente pia. Perché è cosa risaputa: la rimozione-cancellazione porta alla frantumazione dell’io del paziente se ti trovi davanti l’analista che sa del cagnone operante. Il padrone-analista usa con il servo-paziente la dicotomia hegeliana, un po’ fonzandola ovvio!, e gli dona la risonanza simbolica inconscia delle sue parole-azioni, gliele rivela; il servo-paziente Medea T. Vir può trovare, dunque, la Verità nel suo inconscio che è un linguaggio. Linguaggio più potente delle poesie che scrive. Dove il distintivo grammatica e virgole è più morto che vivo.  Bisogna andare oltre lo sgozzamento dei files avuti in custodia. Accettare questo inconscio uccisore responsabile dell’atto-cancellazione e rivelarlo, con la scrittura, all’opera. Questo nella Camera Mortuaria del 17 luglio 2011 simboleggia il Can di Lacan scotendo la testa dai molteplici occhi e le manone da cui caddero le lettere rubate scalze. La Maga Topino Virgolina, con la forbice assassina, accetti l’idea sgrammaticata che non è stata libera e responsabile nell’atto idiota, bensì soltanto il veicolo tagliente della struttura del suo inconscio-linguaggio. Se ciò accadrà, paradossalmente, non sarà più serva del padrone a cui sgozzo libri-figli, e avrà ricevuto un ultimo dono: da Giasone Accio. Quello più importante perché liberante. 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 

 


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