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:: Claudio Di Scalzo: Totem di Medea T. Vir - 11
19 Luglio 2015

CDS: "Il Totem 'L'UNICAdi Medea T. Vir" - 2015

 

 

 

Claudio Di Scalzo

TOTEM DI MEDEA T. VIR

per il 17 VII 2011

11

"l'unica"

 

Questo ritratto totem “L’Unica”, mentre beviamo prosecco, ci guarda con segno prograsso: corposo rovinoso nel tempo lasso. Caro Husserl la Maga con labbra bocciolo sgomenta dopo aver gettato nello scolo numero centa figli-files miei, dice che aveva unica scelta. Conclamata “giusta”.

Voglio, qui in trattoria, alticcio, carburato a vino e sardine in saor tentare, grazie agli esiti ultimi della sua fenomenologia, di andare oltre la constatazione dell’atto follemente geloso, biografico, d’una distruzione di tanta letteratura. Procedo. Uhmm! intanto gustate anche questi piatti: risotto alle seppie e baccalà mantecato e fiori di zucchine fritti con mousse di pesce. Spiritualizzo la fenomenologia nello schizzo pappa mia. Oh oh il tedesco mondo ride col mediterrano al desco. In tondo. Nelle sue “Conferenze parigine”, gentile Husserl con briciolata barba brizzolata, introduce il concetto di “evidenza”. A diversi livelli. Il più importante dei quali è quello della “presenza immediata”, “alla mano”, Vorhandenheit, traduco col traduttore Google! Ripenso alla mano di Rina Glauce Rètis sul mio petto disperato di marinaio con Argo arenata sotto le Mura di Lucca e i Figli-files perduti. A come cancellò il dolore mortale, a come mi spostò lontano dalla trave destinata alla tempia grigia. M’intenerisco, brindo alla mia delicata sposa, alla mia compagna, eccellenti amici fenomenologi, che a Trieste passeggia sul molo Audace aspettando il mio ritorno da Venezia.

Continuo la mia prolusione bevendo con emozione. Il corpo, scrive Husserl, è quanto mi è immediatamente presente, presente come vita, e la vita non la si può ridurre a meccanica sovrapposizione di dati, separati da virgole, come pensa Medea T. Vir nell’sms del luglio 2011, cari amici di questo incauto fenomenologo alle bollicine prosecco con disegno lapis grasso. L’affermazione della Virgolina Maga rimanda, piccolo esempio violato tempio, alla manipolazione operata dalla tecnica sulla natura ritenuta realtà esterna, realtà sostituita con i dati della Ragione. La ragione, se ho inteso giusto caro Husserl, pretende di vedere un mondo realmente esistente e preesistente alle operazioni conoscitive, ma non fa che vedere se stessa, con l’aggravante che rendendo la ragione esterna a sé, la persona, quindi anche la Topolina Svirgoletta, si rende, paradossalmente incapace di ragione, e incapace di comprendere che la vita è il prodotto dello spirito.

Disporre virgole in modo esatto, esiste un modo esatto?, è un episodio della tecnica. Non basta.

E qui mi slancio, caro Husserl, lei nel 1935 al Kulturbund di Vienna, lei ebreo perseguitato, invita a una razionalità, non logico-matematica, bensì a una razionalità che faccia perno sul sentimento sul calore umano. Contro la barbarie. Della tecnica. Una barbarie dove i politici stavano diventando sacerdoti re, con gli scienziati non più dotti di sapienza ma tecnici delle scienze. Distruttive. Sappiamo degli eventi accaduti dopo la sua morte. Di come anche nel comunismo e nel capitalismo abbiano dominato queste figure. Portando dominio rutilante nel 900, oggi nel duemila, pure sul web. Ma la logica che presiede Medea T. Vir s’impernia sull’idea che il tecnico sia un operatore culturale. Lei stessa nella sua città, in un microcosmo grande come una goccia di unto sopra una tovaglia vasta da Arquà alla Malcontenta sul Brenta, con altre pietanze, ne fa parte. E gli operatori culturali oggi nei tempi del web, sono migliaia, milioni, e neppure sacerdoti-re, bensì patetici e ininfluenti e maniacalmente mascherati da colti custodi del bello, nel ruolo di sacerdoti-servi della gleba di imperatori che manco conoscono. Imperatori che questi servi della gleba non avvicinano né li filano neppure di striscio.

La logica Medeante svirgolante che presiede all’unica scelta possibile, “giusta”, quella di cancellare un’opera intera, di Giasone Accio, sta in questo viluppo di miseria biografica nelle arti e cecità in corpo, ma praticata da tanti, da quasi tutti. Non da me, non da Rina Glauce Rètis, mia sposa. Argo ancora navigherà, solitaria, per noi tre, coppia e nave, tra le cose con i nostri corpi in esperienza spirituale.

Presto, in questo luglio, andrò a prendere Rina Glauce e la porterò con me a Marinella di Sarzana. E andremo nella piccola pinetina del borgo a mangiare focaccia a gettare briciole ai passeri allegri. Come noi.

 

 

 

 

 

 ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

 

PRIMA NOTA IN LAPIDE 

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Medea T. Vir Topino Virgolina è il personaggio nero della mia letteratura transmoderna. Giasone Accio è l'uomo a cui per gelosia, follemente amando odiando, uccise i figli-files.

Sull'OLANDESE VOLANTE Barra Rossa/CDS: (clikka) "Medea T. Vir Padova"; "T. Vir - 17 VII luglio" sono pubblicate alcune avventure nere del personaggio che avrà pure presentazione in mostre di pittura come altri personaggi a mia firma. 

Ogni anno, dal 17 luglio 2011, per questa ricorrenza e data scrivo e disegno in ricordo dei miei figli-files sgozzati.

 

SECONDA NOTE IN LAPIDE NEL MAGGIO

A volte nel sogno ho ancora con me i tanti scritti che affidai a Medea T. Vir. E ne leggo le trame e i versi e le prose e ne vedo le illustrazioni. E poi nel risveglio ancora cercando di riprendere il sogno mi convinco che appena in piedi potrò riscrivere tutto. Ma proprio tutto! E la mutilazione sarà vinta. Ma non è mai così.

 

 

 


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