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:: Claudio Di Scalzo: Totem di Medea T. Vir - 14
24 Luglio 2015

CDS: "Il Totem 'CHE MI DOMANDIdi Medea T. Vir" - 2015

 

 

 

Claudio Di Scalzo

TOTEM DI MEDEA T. VIR

per il 17 VII 2011

14

"che mi domandi"

 

Non vorrei far la parte del grand’attore fenomenologico, qui in trattoria, davanti alle ex dimenanti anguille in umido, potrei sorseggiare del Soave?, però ritengo che io, Edmund Husserl, sia determinante per sciogliere il nodo dell’accoltellamento dei Figli-files del qui presente Giasone. Fornisco elementi della mia filosofia fenomenologica da trattoria anguillante soave pia ave! perché la vicenda non sia più ria e sia virata nella fantasia. Poetica del racconto mammamia fenomenologia. Deh!

Poi, a mo’ di apologo, Giasone e il Totem “che mi domandi” potranno ricavarne nutrimenti veneziani. Dolci, ci serviranno anche i dolci?

Una delle esigenze che uomini e donne sviluppano  nella loro intersoggetività è quella tecnica. Anche la letteratura di due sposi-amanti, metti tu Giasone e l’allora Medea T. Vir e oggi Rina Glauce, sono intersoggetività.

In che senso mi chiedi? Nel senso che la concretizzazione di una qualsiasi finalità specificatamente umana  esige un momento attuativo in cui questa finalità è messa tra parentesi.

Faccio l’esempio di un pennello utilizzato da un pittore per il fine dipinto. Figura realizzata. Esisterà anche un momento autonomo del mezzo pennello in quanto tale, un momento in cui considerare la sua strumentalità indipendente dal fine. Mettiamo che il pennello non venga pulito. Secca nella notte. O si spelacchia. Il pennello dovrà essere riparato indipendentemente dalla finalità: Dipinto terminato con figura. Anche se questo pennello seccato nei suoi peli di cinghiale è strumentalmente legato alla finalità ricordata. Insomma il momento della riparazione del pennello trementina pulizia sapone sui peli, si presenta come autonomo, la finalità dipinto da terminare è messa tra parentesi. C’è un problema tecnico da risolvere. Mi seguite? Bravi anguillati soavati! Questa esigenza tecnica, come altre, rampollano continuamente dal mondo della Vita. Nella mia teoria  poi aggiungo che la sustrazione, che parola deh!, non sia altro che la dilatazione massima di questa tecnica. Ma lasciamo perdere, piego questa mia riflessione al caso Topino Virgolino Coltellino e al ruolo poi di Rina Glauce in rapporto all’eroe sciagurato Giasone Accio.

L’avventura di scrivere un poema illustrato, uno Scritto d’Oro perenne non si può basare soltanto sulla tecnica, téchne, ma deve essere scienza. Non avere sempre fini pratici. Il sapere dell’uomo poetico può andare perduto. Medea T. Vir confida nella tecnica nella nuvolaglia di virgole e la chiama scienza poetica. Ma non lo è. La scienza poetica che supera la tecnica appartiene invece a Giasone Accio e in ciò Rina Glauce - greca molto più in grecità di Giasone meticcio greco-pisano - è maestra. Il pennello tecnicamente lo si pulisce e riparte l’opera. Ma non bisogna assolutizzare la pulitura bensì il fine del dipinto figura umana. Sei contento Giasone per questo utilizzo del fondatore Fenom! sul Totem “Che mi domandi”? Ah beh vorrei vedere fosse il contrario! Le cose cancellate dalla Maga sono un episodio tecnico.

Tu, Giasone, invece, hai mantenuto il fine del dipinto opera. Paradossalmente, che sorpresa!, tu che sei caotico e inaffidabile, sei pure scientifico e Medea con la sua comitiva patavina tecnicamente colta non lo è.

Ma senza Rina Glauce, riccioluto marinaio, forse ti saresti perso nella tecnica. E dunque saluto la vostra impresa. E mi bagno il gozzo lustro di parole intarsiate con questa grappa!

 

 

 

 

 

 

 ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

PRIMA NOTA IN LAPIDE 

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Medea T. Vir Topino Virgolina è il personaggio nero della mia letteratura transmoderna. Giasone Accio è l'uomo a cui per gelosia, follemente amando odiando, uccise i figli-files.

Sull'OLANDESE VOLANTE Barra Rossa/CDS: (clikka) "Medea T. Vir Padova"; "T. Vir - 17 VII luglio" sono pubblicate alcune avventure nere del personaggio che avrà pure presentazione in mostre di pittura come altri personaggi a mia firma. 

Ogni anno, dal 17 luglio 2011, per questa ricorrenza e data scrivo e disegno in ricordo dei miei figli-files sgozzati.

 

SECONDA NOTE IN LAPIDE NEL MAGGIO

A volte nel sogno ho ancora con me i tanti scritti che affidai a Medea T. Vir. E ne leggo le trame e i versi e le prose e ne vedo le illustrazioni. E poi nel risveglio ancora cercando di riprendere il sogno mi convinco che appena in piedi potrò riscrivere tutto. Ma proprio tutto! E la mutilazione sarà vinta. Ma non è mai così.

 

 

 

 

 

 


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