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:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 3 di Medea T. Vir
06 Luglio 2014

 CDS: "Terza camera Mortuaria di Medea T. Vir " - 17 luglio 2011

 

 

Claudio Di Scalzo

17  camere mortuarie

per il 17 VII 2011

 

 

 3

                         Di nuovo sulla nera lapide lo sciame di ghiotte formiche

          pulsa il male operante della vendemmiatrice sul libro di Karoline Knabberchen.

          Ci sono cani pulciosi sulla cenere che uggiolano come dentro a un fumetto risibile

          e idoli bevono il vino dei defunti files andando verso il gelo del nulla.

          Lucido orrore dottrinario di Medea T. Vir la gelosa

          volle d’aguzzino angolo col dio delle lame in scelleranza porsi.

          Oh file sgozzati la rondinella sopra il tumulo svola nel nero della notte incipiente

          non può raggiungere le pagine recise in mano al pagliaccio affamato di pianto…

          Rigano gocce rade di muffa il pavimento della mortuaria camera nell’abisso

          dei cunicoli…. È luglio e la voce ridesta del familiare mare qui non giunge.

 

                           Di nuovo s’aggira mendica la Medea da operetta stonata sulle macerie del fondale

                             pel suo teatro innominabile eppure è grottesca anche se la nota di qualche traverso

                             flauto ingaggia un requiem condannato solo.

                             Ancora taglia! mai si ricrebbe porta duolo e duolo

                             magro rimpianto avrà su questo suolo  

 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 


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