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:: Claudio Di Scalzo: Camera Mortuaria 12 di Medea T. Vir
25 Luglio 2014

 

 CDS: Dodicesima Camera Mortuaria di Medea T. Vir  detta "della flautista"

17 luglio 2011

 

 

Claudio Di Scalzo

17  camere mortuarie

per il 17 VII 2011

 

 12

 

Non ho più nulla

… dice la ballerina flautista danzante sulla cenere dei files nella camera mortuaria. Inutile chiedermi restituzione di scritti e disegni, l’sms è tranciante: inequivocabile. Però sopra la ballerina c’è, non vista, la Farfalla Bergson, che risale il cunicolo e ogni umidità oleosa d’ossa. Presto raggiungerà l’estate che s’agita fiorita e limonata nei giardini digradanti verso il mare di Marinella di Sarzana. Questa farfalla è proprio speciale, adatta a rappresentare quanto non è statico, definitivo, in sostanza cancellato. La farfalla metafisica Bergson che evoco ha dalla sua il tempo e il movimento, porta con sé l’essere fondante gli scritti distrutti. E’ una libera metafora nella metamorfosi in volo: quanto fu scritto ancora esiste in altro tempo e vitalità. La farfalla Bergson aderisce al mondo reale che fu di Giasone Accio e lo porta nuovamente autentico in sua evoluzione altrove. Fra tempo della scrittura e suo movimento nella biografia appare la Durata. L’atto malvagio e sciocco di Medea T. Vir ha sospinto allo slancio vitale l’uomo che scrisse i files cancellati e con istinto altri files sono apparsi nel luglio lapislazzulo, alla luce, in totale adesione alle Cose del mondo, detta Simpatia.

 

 

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 

 

 

 


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