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:: Claudio Di Scalzo: Empatia e Camere Mortuarie
13 Agosto 2014

 

 CDS: "Monte Castello e cimitero di Vecchiano" - 1985/86

 

 

Claudio Di Scalzo

EMPATIA NEL DOLORE E CAMERE MORTUARIE DI MEDEA T. VIR

(lettera a Chiara Catapano dopo la lettura di Edith Stein)

Cara Chiara, potrei titolare questa lettera per te: “Empatia nel dolore”, in risposta al suggerimento datomi - una volta tornati dal viaggio di luglio a Pisino e poi in Istria - riguardo alle “Camere mortuarie di Medea T. Vir”, di ricordare perlomeno una donna in filosofia: Edith Stein. Come altri tuoi accostamenti, a quanto vado scrivendo, mi sospingono in territori a me adatti, però il numero canonico dei testi-recita è completato a 17 e sono state composte le 17 illustrazioni, e, dunque, sarà in questa lettera che enucleo quanto ricavo dall’osmosi pensiero fenomenologico sulle cose con la teoria della martire cristiana. Almeno fin dove mi sono spinto. Questa lettura di Edith Stein da te sollecitata, offre a Giasone Accio personaggio, altri elementi per capire come possa essersi salvato dalla trama nera di Medea T. Vir cancellatrice matrigna dei files-figli del marinaio infedele; permette all’Autore, che poi son io che ti scrivo, di ringraziare il cielo d’averti incontrato, tre anni fa; e mi fa capire che l’empatia tra noi creatasi nasce dalla tua comprensione del mio “dolore” il 17 luglio 2011 per lo scempio avvenuto.

 

 

Ti riassumo cosa ho inteso da queste letture del 1 agosto.

Edith Stein – e sto studiando anche Nicolai Hartmann pur’esso discepolo del barbafolta fondatore Husserl – che cucirà sulla sua lacera divisa, da internata nel campo di sterminio, una santità che commuove, rifiuta di dare alla teoria intellettuale, alla prassi culturale, la fondazione di conoscenza d’altri vissuti: no!, il vissuto dell’altro lo si conosce e capisce con l’empatia. E’ proprio questo processo, che sussume su di sé il metodo fenomenologico, a rendere coinvolgente e comprensibile il dolore dell’amico e dell’amato. Tu, Chiara hai sofferto con me e per me il dolore della cancellazione di scritti dedicati alla poetessa suicida Karoline Knabberchen, a un padre come Libertario detto Lalo, a un’infanzia drammatica e picaresca, e, più in ampio cerchio, alla ricerca di quanto, come mi scrivi, non può esser leso essendo il sacro accolto in noi.

Ti bacio le gote che s’infervorano quando la nostra intesa è un segno e l'infinito. 

 

 

NOTA IN LAPIDE

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. Ne richiedevo l'uso perché il poeta e saggista Giorgio Luzzi aveva in progetto di scrivere sul mio percorso letterario-artistico per una pubblicazione. E contavo di spedirgli miei scritti e la seconda parte di una  "Autoantologia" la cui la prima parte era stata pubblicata sull'annuario Tellus 30 "Nomi per 4 stagioni" nel 2009.

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Anche quest’anno, per l’anniversario, torno a narrarla, questa “distruzione”, con i miei strumenti d’autore.

Divido il testo dell’infausto sms in 17 lacerti e ne ricavo 17 camere mortuarie dove deporli. A ricordo dei miei files distrutti. Le camere mortuarie come nella tradizione delle antiche civiltà in dialogo con i morti si raggiungono attraverso cunicoli e sedimenti neri, terrosi, violacei anche. Con improvvise vampe rossastre. Fuochi fatui? Sangue? Pixel telematici bizzarri? Le carte poi tele - ne ricaverò mostra in galleria – saran corredate da testi preghiera-elegia-lapide-evocazione funebre per resurrezioni da venire o già avvenute. Ed ogni testo avrà incipit da un osso dell’sms di Medea T. Vir. Questo ha deciso Giasone Accio.

 

 


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