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:: Claudio Di Scalzo: Testa di file ostaggio il 17.VII.2011 - V
14 Luglio 2013

 

CDS: "Testa di file ostaggio il 17 luglio 2011". V - Luglio 2013

 

 

TESTA DI FILE OSTAGGIO IL 17 LUGLIO 2011
Valgano le parole come incipit per il racconto
Illustrato del mio destino d’ostaggio elettronico
quelle pronunciate da Medea T. Vir per mutilare,
cancellandomi, mio padre Giasone suo amante:
 “ Ho eliminato tutto e di nuovo lo farei. Tutti i files.
Ho cancellato con più recisione possibile
e ho fatto la cosa giusta, l'unica.
Non ho più nulla di quello che mi domandi.
Le cose sono state cancellate.
 

Fitta rossa curva in me ricordo nelle vene

dei capoversi – sembra che il mito dell’ostaggio file

vada compiendosi mozzata lingua carica d’ogni ambiguità:

anche religiosa, sacra ohibò, all’infinito: ti telefono autore:

prima di morire: sappi che per capire perché esistei,

anche in amore, sia detto comicamente che per questo muoio!,

che m’immergerò nei versi che ancora scriverai per sapere chi ero.

La donna che m’uccide invece sta tutta nel gesto: Non necessità

di spiegazioni la gelosia. La poesia della mia rotonda testa

chiude il cerchio della materia corolla talamo tana vicenda chiusa

fatemi riposare dove loquace vive luglio sui marosi:

della risacca porto l’enigma, del brusio dei sassi che rotolano

l’impertinenza.


 

 

CDS: "Testa di file ostaggio il 17 luglio 2011". V
In variante di esposizione alla luce
  
 

 

 

 

 

 
La carta su cui ho disegnato me la regalò negli anni settanta, 1973, mio padre Libertario detto Lalo. L’aveva trovata nella cartiera di Rigoli sul Serchio. “Tieni, Accio, guarda se ne ricavi qualcosa, se ti può servire per i tuoi disegni. Cambia anche colore a seconda dell’esposizione alla luce”.
A ogni tavola - sono quindici - ho intrecciato, in questo luglio 2013, dei versi. Dove la Testa di file ostaggio (omaggio a Fautrier) che poi verrà uccisa, cancellata, dal pc, si rivolge o all'Autore o a Giasone o a Medea T. Vir  - La serie delle "Teste file ostaggio" sono un graphic poem che attinge al mito greco e al fumetto. A corredo delle tavole una musica delicata, settecentesca, e il flauto è stato d’obbligo. L’arte e la scrittura vivono di contrasti: il dramma disegnato e scritto che rimanda al gesto folle da una parte e dall'altra la frivolezza della cipria, della maiolica, della seta, insomma della superficialità arcadica. CDS


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