Sara Boucher Sand - Venezia agosto 2009 - Foto CDS
Claudio Di Scalzo
VENEZIA DI ALFRED DE MUSSET CON GEORGE SAND E PIETRO PAGELLO
E SARA BOUCHET SAND FOTOGRAFATA NEL 2009 SUL PIÙ BELLO.
OVVERO COME TRADURRE ALLA MANIERA TRANSMODERNA.
François Boucher: “Giovane ragazza sdraiata (ritratto di Marie Louise O Murphy).
su un divano o l'odalisca bionda. (Marie-Louise O'Murphy).
Olio su tela. 0,59 x 0,73 m. - 1752.
PREFAZIONE PER ALLESTITA SITUAZIONE DI AMANTI IN AZIONE
VENISE, VENEZIA di Alfred De Musset mi consente un’obliqua azione transmoderna di traduttore. Evidenziandone l’originalità e cioè che altro modo così di “tradurre” on line e su carta stampata non c’è in lingua italiana. Anche perché è probabile sia di una scemenza assoluta. Ma ciò per me non ha alcuna importanza. Importante valga nel gioco di coppia tra Accio pisano e Sara veneziana. Ciò è concesso, direi guadagnato, dalla mia totale LIBERTÀ non essendo Autore che deve legittimare difendere giustificare quanto stampato presso un editore una galleria un museo una fondazione. Né che va in cerca di recensioni interpretazioni like o follower. Sono i vantaggi di essere Nessuno.
Ad Alfred De Musset sull’Olandese Volante ho già dedicato “Come intendo la Traduzione. A Sara Cardellino. Con apparizione della traduttrice Robert Ford”.
Qui mi spingo oltre. Accade il 29 febbraio 2024. Sopra una poesia di ALFRED DE MUSSET del 1828 dedicata a Venezia, non ancora visitata, dove andrà nel 1834, gennaio, con GEORGE SAND conosciuta l’anno prima diventando amanti: lui ventitreenne lei vicina alla trentina. Nel viaggio la Sand si ammala e continua ad esserlo all’Hotel Royal (oggi Hotel Danieli). Poco elegantemente De Musset va in giro per Venezia compresi bordelli e lascia Sand alle cure del medico ventisettenne d’albergo PIETRO BARGELLO. Sand premia in alcova il dottore di Castelfranco “poco espressivo”, scriverà di lui, ma con un sodo brando. Che siano virili o sdolcinati è lei scrittrice che sceglie che se li fuma.
Come TRADURRE questa vicenda che è stata narrata dai protagonisti sciolta nelle lettere del Triangolo... da solerti biografi ottocenteschi fino alle banalità Duemila da blog e web on line? Quale eros calarci mentre su Instagram e Tik Tok è tutto un denudarsi di amanti e bellezze in posa nei più diversi cascami?, dal calendario per soli uomini fino a quelli nelle varie arti museali?
In questo febbraio la poesia “DANS VENISE LA ROUGE”, che ha una grazia tutta settecentesca Rococò, Fantasia pittorico-musicale alla quale s’adattano musiche di Rameau - ringrazio Sara Cardellino -, che titolo VENEZIA la traduco aumentando forzatamente le rime già nel testo originale. La poesia viene tradotta dal DE MUSSET come se gli amanti in essa ricordati abbracciati nei versi fossero Pietro PAGELLO e GEORGE SAND. E siccome nella fotografia appare SARA SAND trentenne nel 2009 in postura alla BOUCHER dal dipinto “Ragazza Dormiente” fotografata di rapina sul letto dal fotografo cinquantaseienne, le parti son rovesciate tra Sand Sara e Accio Bello.
Una "Traduzione" simile esiste perché c’è, materialisticamente la coppia nel 2009 nel 2024 di Claudio e Sara. Che rende possibile il “gioco” della traduzione-citazione rettificata (DUCHAMP) poesia-biografia nell’idealismo ironico tradotto-descritto. L’originale è la vicenda orchestrata da GEORGE SAND a Venezia nel 1834. Noi in coppia siamo declinazione-azione parola immagine ma ciò è anche un’avventura segnica che scarta di lato rispetto alla massificazione-consumistica della traduzione rappresentazione sui social nei blog-siti-social dei poeti e poetesse. Comprese le migliaia di biografie più o meno reali o immaginarie in circolazione telematica o stampata. Cioè in calco dalle VITE IMMAGINARIE, più inutili dei fotografi riflessi lagunari dai turisti della domenica, di MARCEL SCHWOB del 1896.
ALFRED DE MUSSET
VENEZIA
Traduzione CDS
Nella Venezia tutta rossa
N
non una gondola s’è mossa;
nessuno va a pesca nel canale
non compare un fanale.
Solitario. Sulla riva pendente,
il Leone sta, statuariamente
verso l’orizzonte sgombro
col pié di bronzo.
Attorno alla criniera, a gruppi
navigli e barche a viluppi
simili a calato stormo d’aironi
in tondo proni.,
sonnecchiano sull’acqua che fuma
intrecciano nella bruma
con frementi piume leggere
le loro bandiere.
Alla luna che tramonta
cela vagante fronte tonda
una nuvola stellata
semivelata,
come aristocratica badessa
della Santa Croce abbassa
il mantello a pieghe vaste
sulla veste.
E i palazzi perenni
e i portali solenni,
e dei patrizi le alate
scalinate,
e calli e ponti in pietra
e statue in malinconia tetra,
e la laguna che fremendo
vibra al vento,
tutto è silenzio; non la guardia
dalla affilata alabarda
che nell’Arsenale in vetta
compie sua vedetta.
-Ehilà! Ed ora ve n’è più di una
che aspettando al chiaro di Luna
qualche giovane spasimante
vive incalzante,
e più di una si trucca bella
preparandosi al ballo,
e specchiandosi si adatta
la bautta.
Nel profumato giaciglio
Venere Sand in visibil’io
al Pietro Bargello sta abbracciata
sensual-addormentata,
e Narcisa, dea onanista matta,
nella gondola s’acquatta
e prolunga suo ditalino-festino
fino al mattino.
In Venezia c’è forse qualcuno
di follia senza il grumo?,
che non dedichi agli amori
i giorni migliori?
Suvvia, lasciamo che gli orologi
nei palazzi, ai vecchi dogi,
di lor notti di noia-dolore
contino le ore,
mentre noi numeriamo, Sara bella,
sulla bocca tua ribelle
tanti baci regalati
e perdonati,
con tue ridenti grazie, anco lacrima-pianti
che dalle ciglia degli amanti
dolcemente tempo scorrer fa.
ALFRED DE MUSSET
Dans Venise la rouge (1828)
« Dans Venise la rouge,
Pas un bateau qui bouge,
Pas un pêcheur dans l'eau,
Pas un falot.
Seul, assis à la Grève,
Le grand lion soulève,
Sur l'horizon serein,
Son pied d'airain.
Autour de lui, par groupes,
Navires et chaloupes,
Pareils à des hérons,
Couchés en rond,
Dorment sur l'eau qui fume,
Et croisent dans la brume,
En légers tourbillons,
Leurs pavillons.
La lune qui s'efface
Couvre son front, qui passe
D'un nuage étoilé
Demi-voilé.
Ainsi, la dame abbesse
De Sainte-Croix rabaisse
Sa cape aux larges plis
Sur son surplis.
Et les palais antiques,
Et les graves portiques,
Et les blancs escaliers
Des chevaliers,
Et les ponts, et les rues,
Et les mornes statues
Et le golfe mouvant
Qui tremble au vent,
Tout se tait, fors les gardes
Aux longues hallebardes,
Qui veillent aux créneaux
Des arsenaux.
— Ah! maintenant plus d'une
Attend, au clair de lune,
Quelque jeune muguet,
L'oreille au guet.
Pour le bal qu'on prépare,
Plus d'une qui se pare,
Met devant son miroir
Le masque noir.
Sur sa couche embaumée
La Vanina pâmée
Presse encore son amant,
En s'endormant.
Et Narcisa, la folle,
Au fond de sa gondole,
S'oublie en un festin
Jusqu'au matin.
Et qui, dans l'Italie,
N'a son grain de folie ?
Qui ne garde aux amours
Ses plus beaux jours ?
Laissons la vieille horloge,
Au palais du vieux doge,
Lui compter de ses nuits
Les longs ennuis.
Comptons plutôt, ma belle,
Sur ta bouche rebelle
Tant de baisers donnés...
Ou pardonnés.
Comptons plutôt tes charmes,
Comptons les douces larmes
Qu'à nos yeux a coûté
La volupté ! »
Premières poésies, 1828