Maggio 2019 - Cascinale vecchianese di Accio
Accio e Cardellino
FILOSOFIA NEL CAPANNO
“IR FILOSOFO NER CAPANNO SI DIVERTE E NON FA DANNO”
Prefazione
Bocca di Serchio 8 maggio 2019
Accio filosofeggia ner capanno, di frasche e canne, a Bocca di Serchio-Marina di Vecchiano. Intanto pesca orate, se capita agguanta quarche fagiano. Aggeggia con metafisia e ontologia che ‘apisce pure su’ zia. Mette a frutto, ovviamente con pòo costrutto, l’abilitazione all’insegnamento della filosofia ne’ licei nell’accademie musiali, datogli dal Ministero dell’Istruzione da giovane, e mai esercitata perché gliè garbato insegnà ne’ professionali e ne’ geometri.
Sara Cardellino anima e forma - Estate 2018 - Marina di Vecchiano
A vorte ner capanno viene Sara Cardellino e con lei filosofeggia la bellezza da vicino.
Così campa Accio filosofo: “un giorno è nato un giorno morirà”. Disse Gozzano di Totò Merumeni. Un giorno son nato un giorno morirò e quer che c’è dopo un dì saprò o non saprò. Aggiunge Ir Filosofo nel Capanno. Intanto che sulla foce batte libeccio che riduce vesti in straccio. Ma a breve sarà bello... spunta il sole sul… con cosa fa rima mare?, se Sara mi vien a cercare?... e anco su amare,... c’è da filosofare!
Sara Chan Butterfly raggiunge Accio Pinkerton al capanno in Bocca di Serchio - Marina di Vecchiano
Estate 2018
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ANIMA E ROMANZO COME FETTE DI SUCCOSO MANZO
L’anima e le forme, der 1911, György Lukács, ti prenne ‘ome torme di pernici da rosolà per ir proprio romanzo a fette indorato da romanticismo pepato e speziato con Kierkegaard Novalis Storm Sterne. A seguire Teoria del romanzo, iniziato nel 1914 e pubbriato ner 1920. Mi garba rileggili sti’ du’ libri e intendili sotto l’occhi der ‘Ardellino curioso. Anco perché l’ungherese ne volle ‘ancellà poi da marxista ortodosso le prese e polpa e osso.
La vita ‘ome esistenza ‘omune ‘oincide con ir vive empirio o detto meglio pratio e gliè parecchio incompreta; mentre l’anima accoglie ‘ome un nido la vita individuale e genuina. Ir dualismo anco dialettio tra vita pratia e autentia animula è quanto ci po’ servi anco oggi. A me di siuro! A intendila per quel che l’è e duve porta.
L’anima non s’apparenta con quanto l’omo è… bensì con quanto po’ esse. E qui il ‘Ardellino sgrana l’occhioni scuri. Intendendo l’anima di Accio come dovrebbe diventà.
Insomma se vo’ dà forma alla tu’ vita, dentro la ‘omunità pratia, oltre il caos che c’è, in quarcosa di più ‘ompiuto e adatto alla felicità, da quanto è caso a quanto è necessario, bisogna modellà l’anima e poeticizzalla o romanticizzalla o romanzalla. Lo fece ir danese Kierkegaard con Regina Olsen e pure Novalis con Sofia innando la notte e gemendo… ma questa rosa profumata ha seondo György Lukács ir prune che ti ferisce stordisce immiserisce a scoprì, poi, che petali e profumo s’infrange sullo scoglio vero dell’esistenza.
Ir mondo si popola di opere e libri ed estetia grande e l’ungherese elenca romantici e deadenti… ma chi c’era c’è dietro vien sconfitto di brutto!... la vita si prende rivincita su ogni forma in anima modellata e trasfigurata. Il conflitto tra vita e opera, Accio, risulta, spero tu abbia inteso, insanabile, foriero di dolore, equivoci, anche per l’amore; e l’aver ricomposto, momentaneamente, le storture del vivere, in poesia romanzo pittura serve a ben poco.
Ò inteso ‘Ardellino, inutile tu aggiunga ch’è stata la mi’ vita fino all’Olandese Volante, ‘osì siffatta e poi sfatta. Avevi ragione tu ir 20 novembre 2011 (clikka: La Riviera del Brenta 2011 e 2018) ad andattene da questa Anima e Forma che ci portava alla rovina. Però ‘onsidera che seondo Lukács ir rimedio sta nel ‘Omunismo.
“Ti sembra abbia avuto successo questo tentativo?, e non parlo dell’ortodossia del filosofo, negli anni più tardi, ma di quello in “Storia e Coscienza di classe” enucleato, che pur’io studiai in università a Venezia?
Sto in silenzio, chino ir capo, m’accendo una sigaretta. La forma che ò addosso, ner còre, è quella d’un sacco da pugile dove le nocche e i guantoni della storia àn picchiato duro. Sara ‘Ardellino ‘apisce e mi carezza i capelli grigi. E mi bacia la fronte.
Dieci minuti dopo per sfogammi la disegno in vari bozzetti. Ner ‘ascinale di Vecchiano. E ci riàvo poi na’ foto col su’ viso posato sugli infissi scarcinati della finestra… ch’è ‘ome ir ‘omunismo che qui è passato dar mi nonno Angelo ar mi-babbo Lalo a me… è giù di ‘areggiata e svetta ar vento anco quando c’è il ber tempo del presente.
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Accio: "Clarté + Coniglié x Ova del Sé" - Pasqua 2019 Surrealista a Vecchiano - a Sara Cardellino
Leica M10 e grandangolo. Ova e statuine Carrefour. Conigli der vicino di 'asa rimpiccioliti.
CLARTÉ + CONIGLIÉ X OVA DEL SÉ
La filosofia politica del Surrealismo l’interpretò lapidario André Masson affermando che i surrealisti dovevano sognare politicamente o cessare di esistere.Però non seppero agire politicamente.
Oggi che il mondo s’è “surrealisteggiato” nella Rete (in calco assurdo comico nero dall’eros ai cadaveri squisiti nelle immagini) in rispecchiamento del Reale, i surrealisti comunisti (neh!, comunisti!!) devono imparare ad agire politicamente e risvegliare dai viluppi sognati-alienati elettronici, ed economici veri, i soggetti per proporre la Rivoluzione della stirpe proletaria contro il capitalismo schizoide e, come sempre, fascista negli esiti del suo spettacolo.
... CONTINUA
Prossima puntata ner Capanno del Filosofo
3 - LIBERTÀ COMUNISTA DI GALVANO DELLA VOLPE
CI LÈVA FUNESTE 'OLPE SE NOMINATA APRIPISTA PIAN PIANO