CAPITAINE FANTÔMAIS nella sera sotto al neon gestual-barocco
Claudio Di Scalzo
CAPITAINE FANTÔMAIS
a SARA
1
Capitaine Fantômais veleggia verso l’orizzonte
d’un preziosissimo lusso fantasmatico
ribadito da vertigini teatrali che ne fanno l’emblema
della materialità spirituale del MAI come azione generante
realistico bene. (Elogio della sottrazione scorretta vocazione?)
Linee funamboliche di pirateria delle forme altrimenti appassite
si contorcono nei negativi approdi contrari a ogni logica.
Col reale pasteggia il Fantôme… il rispetto degli impegni
decorativi il Jamais se li beve a gargarozzo e liquidamente
poi sputa o piscia. L’eleganza corsara spreca la ‘osa rara.
Così la costituzione d’un personaggio concettualmente barocco
si stordisce, a volte sprofonda a notte furibonda, anco per amori burleschi,
nelle due polarità sopra elencate di Fantô e Mais: cioè di negazione
della negazione: negazione come annientamento del senso e dei sensi
negazione come superficialità assoluta nella già preesistente superficialità
del segno dato in pegno bruciando ogni ingegno.
CAPITAINE FANTÔMAIS
nell'alba ostensioriale del bello rituale
2
Capitain Fantômais corteggia l’inesperibile dell’esperienza
nella ritualità del coito (a ogni porto anche da me autore da qui scorto)
aprendosi mentre apre vari orifizi (sarà mica una specie di dongiovanni
questo nero bucaniere?) alla vibrazione eros-morte supponendosi araldo
(è scemo Fantômais evidentemente) dell’osceno consumo
dei corpi in inerzia e spreco indifferente.
Ah qual cielo fiammeggiante fulminerà questo figuro!?,
si chiede la poerella abbandonata e sedotta alquanto,
qual crepaccio di piombo fuso lo ridurrà in zigrinata salma!?
Capitain Fantômais ride sotto i baffetti, son parecchio meta-narrativo a marzo,
e nel mese chi ha piede adatto vada scalzo, come me sulla pagina inchiostrandosi.
Se fiamma mi raggiunge brucia carta, se terra m’inghiotte valgo meno
d’un fazzoletto Kleenex o d’una busta senza francobollo e parola.
Ah e poi son parente di Laforgue e morirò in ogni caso
presto, prestissimo, e vergine!
NOTA
Capitaine Fantômais è parente (parentela ricostruita nella parte prima di questa avventura) di Capitaine Fantome di Marjiac-Jacques Dumas-Cazanove. Fumetto francese in albo nel 1946. Capitaine Fantome finira abbruciato e mortato con la sua ciurma in un incendio da lui provocato. Termina così la serie. Però i lettori non si rassegnano. Il Capitano terribile torna come fantasma e vampiro. Nella prima serie spiccava la bella Juanita. Il mio Capitaine Fantômais, nella bussola transmoderna, vive fantasma di letteratura e succhia sangue dai segni più diversi e avendo distrutto la Maracaibo spagnol-accademica va in cerca d'altra terra in acquorea sorte web. E cerca Juana Cardellita perché seppur fantasma e vampiro la bellezza non se la scorda. E la desidera vieppiù.
Probabile che Capitaine Fantômais duelli con la pagina elettronica con spada espressionista e sperimental e gaddojoician. Un tempo l'autore scalzo che ne cura illustrazione e sceneggiatura aveva un certo mestiere nel linguaggio sperimentale. Ma vedi té!