Home Page Olandese Volante
Home page Site map
::

Arte e Contorni

:: Max Beckmann: La mia teoria. Cura Margherita Stein e Di Scalzo
21 Novembre 2013

 

La notte

 

 

 Max Beckmann

MEINE THEORIE DER MALEREI

(a cura Margherita Stein e Claudio Di Scalzo)
 

“La mia teoria sulla pittura”. Conferenza tenuta il 21 luglio 1938 alla New Burlington Gallery di Londra. Da: Benno Reifenberg e Wilhelm Hausenstein, Max Beckmann, Monaco, pag. 47. Traduzione di Margherita Stein.

Sono dispiaciuto di non potermi rivolgere a voi in inglese, ma conto un giorno di essere in grado di farlo. Prima di cominciare con una delucidazione o con una spiegazione, che poi è quasi impossibile, vorrei sottolineare il fatto che non ho mai svolto attività politica, in nessun modo. Ho solo cercato di rappresentare il più chiaramente possibile il mondo quale lo vedo. Dipingere è una cosa difficile, ed impegna l'uomo nella sua totalità, corpo e anima – perciò sono passato ad occhi chiusi ad alcune cose che appartengono alla vita reale e politica. Tuttavia ritengo che esistano due mondi: quello della vita spirituale e quello della realtà politica. Ambedue sono forme fenomeniche della vita, le quali forse a volte coincidono, mentre in fondo sono molto diverse. Lascio decidere a voi gentili signori quale delle due sia l'essenziale.

Ciò che voglio mostrare nel mio lavoro, è l’idea che si nasconde dietro la cosiddetta realtà. Cerco il ponte che unisce il visibile all’invisibile come il famoso cabalista che un giorno disse: “Se si vuole comprendere l’invisibile, si deve penetrare il più profondamente possibile nel visibile”.

Tendo sempre ad afferrare il fascino della cosiddetta realtà ed a tradurre questa realtà in pittura – a rendere visibile l’invisibile attraverso la realtà. Sembrerà forse paradossale, ma è veramente la realtà che forma il mistero della nostra esistenza.

Ciò che mi aiuta soprattutto in questo compito è la penetrazione dello spazio. Altezza, larghezza e profondità sono i tre fenomeni che io debbo ridurre su di un piano per formare la superficie astratta del quadro; in questo modo mi proteggo dall’infinità dello spazio. Le mie figure vanno e vengono, a seconda di ciò che fortuna o calamità comandano loro di fare, mentre io cerco di trattenerle, spogliate delle loro casuali qualità esteriori.

Uno dei miei problemi è quello di trovare l’io che ha una sola figura ed è immortale – di trovarlo negli animali e negli uomini, in cielo e nell’inferno, in tutto ciò che forma il mondo in cui viviamo.

Spazio ed ancora spazio è la divinità infinita che ci circonda e in cui noi stessi siamo contenuti.

Questo dunque cerco di esprimere con la mia pittura, una funzione diversa dalla poesia e dalla musica, ma per me necessità stabilita dal destino.

Quando avvenimenti spirituali, metafisici, essenziali ed accidentali entrano nella mia vita, posso trattenerli solo mediante la pittura. Non il tema è importante, ma la traduzione del tema: summa superficie astratta attraverso la pittura. Perciò uso raramente forme astratte, essendo ogni oggetto già abbastanza irreale, tanto che io non posso renderlo reale solo con la pittura.

Spesso, molto spesso sono solo. Il mio studio ad Amsterdam, un vecchio magazzino di tabacchi, si ripopola nella mia memoria di figure del tempo antico e moderno, sempre presenti nei miei pensieri.

Poi le forme prendono figura e diventano comprensibili nel grande vuoto e nell’incertezza dello spazio, che io chiamo Dio.

A volte mi aiuta il ritmo costruttivo della cabala, allorché i miei pensieri vagano da Oanes Dagon agli ultimi giorni dei continenti sommersi. Così accade delle strade con i loro uomini, donne e bambini, con le loro grandi dame e prostitute, le loro serve e duchesse. Figure che mi sembra di avere incontrate in sogni a doppio senso in Samotracia, Piccadilly e nella Wall Street. Sono Eros e la brama d’oblio.

Tutte queste cose mi appaiono in bianco e nero, come virtù e delitto. Sì, bianco e nero sono i miei due elementi. La mia fortuna, o disgrazia, è di non poter vedere tutto nero o tutto bianco. Un unico sistema di vedere sarebbe molto più semplice e chiaro, ma non esiste nella realtà. Molti sognano di poter vedere solo il bianco e veramente bello, oppure il nero, cattivo e demolitore. Ma io debbo accoglierli entrambi, perché soltanto in tutti e due, solo nel nero e bianco, posso riconoscere Dio, nella sua umanità, nel suo indefesso lavoro per il dramma eternamente variabile di ogni cosa terrena.

Così sono giunto involontariamente dal principio basilare alla forma, alle idee trascendenti. Campo questo che non è certo il mio, ma non me ne vergogno.

Secondo me tutte le cose essenziali nell’arte sono nate dalla più profonda sensibilità per il mistero della nostra esistenza. Tutti gli spiriti obiettivi mirano all’autorappresentazione. Io cerco quest’io nella mia vita e nella mia arte.

L’arte è creativa per amore di rappresentazione, non per divertimento – per amore di trasformazione, non per gioco. È la ricerca del nostro io che ci spinge sul cammino eterno, senza fine, che tutti noi dobbiamo percorrere. Il mio modo di esprimere il mio io è la pittura; naturalmente esistono altri mezzi per giungere a questa meta, come la letteratura, la filosofia, la musica, ma come pittore, benedetto o condannato a una terribile, acuta sensibilità, devo cercare la mia sapienza con gli occhi.

Ripeto, con gli occhi, poiché nulla sarebbe più ridicolo o privo di significato di una “concezione filosofica” dipinta con puro intellettualismo, senza il tremendo furore dei sensi, che cercano d’impadronirsi di ogni forma visibile di bellezza o di bruttezza. Se poi dalle figure che ho trovato entro i confini del visibile derivano temi letterari – come ritratti, paesaggi, o composizioni riconoscibili – tutti sono nati tuttavia dai sensi, in questo caso dagli occhi, e ogni tema mentale è stato nuovamente tradotto in forma, colore e dimensione.

Lo spirituale e il trascendente si uniscono nella pittura mediante l’interrotta attività degli occhi. Ogni tonalità di un fiore, di un viso, di un albero, di un frutto, di un lago, di un monte viene sollecitamente raccolta dalla potenza dei sensi a cui si unisce in modo a noi sconosciuto il lavoro dello spirito e, da ultimo, anche la forza e la debolezza dell’anima. È questo il centro vero e immutabile delle forze, che mette spirito e sensi in grado di esprimere ciò che è personale. È la forza dell’anima che costringe lo spirito a esercitarsi continuamente e a estendere il suo concetto di spazio.

Qualcosa di tutto ciò è forse contenuto nei miei quadri.

 

 

 

Max Beckmann. Nato a Lipsia il 12 febbraio 1884, morto a Brooklin, N.Y., il 27 dicembre 1950.

Rappresenta la versione più espressionistica della Neue Sachlichkeit, Nuova oggettività (gli altri esponenti sono Otto Dix e George Grosz). 1899-1903 studiò all'Accademia di Weimar sotto la guida di Frithjof Smith. 1906 premio Villa-Romana. Viaggi a Firenze e a Parigi. 1900-1914 a Berlino, menbro della Berliner Sezession, da cui uscì nel 1911. 1914-1915 soldato di sanità. 1915-1933 professore alla scuola artistica di Francoforte sul Meno fino alla rimozione da tale ufficio, dovuta ai nazisti, nel 1933. 1929-1932 soggiorni diversi a Parigi. 1933-1937 a Berlino. 1937 emigrazione a Parigi. 1938-1947 ad Amsterdam. 1947-1949 professore alla School of Fine Arts, Washington University, St. Louis, Missouri, USA. 1949 insegnante alla scuola artistica del Museo di Brooklyn.

 


Commenti COMMENTI


Documenti Correlati DOCUMENTI CORRELATI

» Claudio Di Scalzo: Brickaccio e June Cardellino sulla Cronosfera indietro al 1895
» Claudio Di Scalzo detto Accio: John Polidori e stirpe di Bientina. Vite illustri e non illustri a volte infami. 2005
» Claudio Di Scalzo: Incuba. Lettera alla compagna Nara
» CDS: "Oinochoe Instagram - Febbraietto in greco detto - A Medea Topino Virgolina
» Eric Burdon - Claudio Di Scalzo: Young a Walker-on-Tyn ed a Vecchiano
» Fabio Nardi e Claudio Di Scalzo: L' Uomo di Munch a Lucca
» Claudio Di Scalzo: Claudio Vlaminck
» Claudio Di Scalzo: Macke scrive a Franz Marc
» Claudio Di Scalzo: Asciugone per eone
» Claudio Di Scalzo: Passo del Funambolo. A Karoline Knabberchen
» CDS: L'Uccisore maramaldo di alberi post-impressionisti
» Claudio Di Scalzo detto Accio: Cyrano bio un po' mio
» Claudio Di scalzo: Rituale. Disegnini 1
» Claudio Di Scalzo: Lavagna moretta. Lagna di fretta.
» Claudio Di Scalzo: Sintetico Scalzo in Arte
» Claudio Di Scalzo detto Accio: Kaspar Hauser ad Aosta con Ensor verso il Bosco Schelling
» Claudio Di Scalzo detto Accio: Kaspar Bibò Hauser
» Claudio Di Scalzo: 40 anni dopo. Foto 1976
» Claudio Di Scalzo: Pizzo Badile
» Claudio Di Scalzo: Antologia Dialettica 2
» Claudio Di Scalzo: Antologia dialettica 1
» Claudio Di Scalzo: Wyatt Disca Earp ovvero Far West domestico.
» Claudio Di Scalzo: Vecchiano di Alisdair McIntyre 1
» Claudio Di Scalzo: Fotografie stornate stolte zie
» Claudio Di Scalzo: Bat-Aille infiorato
» Claudio Di Scalzo: Fiori per Bataille 1972/2012 - I
» Claudio Di Scalzo: Improntata Rivoluzione 1
» Disc'Art 1972 - Il Buondì di Fichte per mì - Ma vedi Té (Perfetta Apocalisse)
» Claudio Di Scalzo: Leggere per me è una messa in scena
» Claudio Di Scalzo: Il primo dell'anno in Engadina di Segantini
» Claudio Di Scalzo: L'amica Hemera con Otto Runge
» Claudio Di Scalzo - Margherita Stein: Mardisca in tua vista
» Claudio Di Scalzo: Il basco di Accio il Rosso
» Claudio Di Scalzo: Piccolo manuale in chiaro d'arte. A Sara Capei Corti 2
» Claudio Di Scalzo: Piccolo manuale in chiaro di arte. A Sara Capei Corti 1
» Intervista da fermo scattista a Claudio Di Scalzo di Covata Poco
» Claudio Di Scalzo: Antonia Milk a Venezia
» Claudio Di Scalzo: Con Mallarmé cito me
» Claudio Di Scalzo: Di piante e fiori e dipinti con Boeklin
» Claudio Di scalzo: 4 battisteri del mio ieri
» Claudio Di scalzo: 4 battisteri notturni forzieri
» Claudio Di Scalzo: 2 poesie x Tamura Yoshiyasu
» Debord spiegato ai bachi. Cura Claudio Di Scalzo
» Claudio Di Scalzo: Discalkovskij in Imitamore
» Arte e Contorni: Malinconia Munch. Cura Claudio Di Scalzo
» Manutenzione nel gelo di “The Lord Bless You and Keep You”. Con Mondrian
» Hegel? Schelling? Hölderlin?
» Arte e Dintorni: Beckmann. Traduzione Margherita Stein
» ARTE e Dintorni d'ISOU. Cura Claudio Di Scalzo
» Claudio Di Scalzo - Ritter: Warten auf
» Alexandre Gabriel Decamps - Dizionario casuale dei pittori dimenticati. Cura Claudio Di Scalzo
» Michaux: Il segreto della situazione politica. A cura Claudio Di Scalzo
» CDS: Sulla S.S.T. muore Priebke e vive l'Arte
» Jean Fautrier: La realtà nell'opera. Cura Claudio Di Scalzo
» CDS: Il Fantasma dell'Estetica
» Adorno: Necessità dell'assurdo. Cura Claudio Di Scalzo
» Carpaccio - Sinisgalli: Sant'Orsola. Cura Claudio Di Scalzo
» Antico Volto Amico 1 - a cura di Claudio Di Scalzo
» Claudio Di Scalzo: Il cappello di Beuys sulla cartolina
» Claudio Di Scalzo: Joseph Beuys sulla cartolina
» Debussy con Arturo s'alluna puro con Mallarmé s'abbruna Discalzé
» Claudio Di Scalzo: Olympia e Cabanel, onanismo e coito
» Orson Welles: Sinistra e Arte. A cura Claudio Di Scalzo
» Claudio Di Scalzo: 2 tombe + 2 tombe = 5 con Mahler
» Claudio Di Scalzo: Non sono che un fallito. Vostro Gauguin. E' deciso si muore!
» Claudio Di Scalzo: Requiem con pennello filosofico. Su Rembrandt
» Claudio Di Scalzo. Doppia elevazione. Su Rembrandt
» Claudio Di Scalzo: Noterelle sulla Poesia Visiva 25 anni dopo
» Tristano e Isotta a cura di CDS
» Claudio Di Scalzo: Breton e l'Amour Fou. Con foto Eclettica di Margherita Stein
» Poe e Poema nel Doppio - Cura e illustrazione Claudio Di Scalzo
» Werner Hurter. Cura Claudio Di Scalzo
» Georges Fourest. A cura di Claudio Di Scalzo
» MAN RAY RICORDA 2. A cura Claudio Di Scalzo
» Claudio Di Scalzo: D'amore nelle spire tricolore bollire
» Jean Stevo: Visita ad Ensor. A cura Claudio Di Scalzo
» MAN RAY RICORDA 1. Cura Claudio Di Scalzo
» Fuoriquadro sull'Internazionale Situazionista. Cura Claudio Di Scalzo
» Kent Rockwell - Dizionario casuale dei pittori dimenticati - Cura cds
» Osvaldo Licini: L'Olandese Volante
» Lea Vergine: Follia in arte e poesia. Illustrazioni di Claudio Di Scalzo
» Claudio Di Scalzo: Piccolo mito della Formica Puma
» Claudio Di Scalzo: Come si invecchia nell'autunno a Venezia se sei Accio Heathcliff. A Sara Esserino.
» Claudio Di Scalzo: Lingua Fuoricorso
» Encyclopedie des objets utiles et inutiles. Divulgazione a cura di Claudio Di Scalzo
» Informazioni per i collaboratori
» Claudio Di Scalzo: Indagine sopra una foto di Tancredi