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Arte Transmoderna

:: Claudio Di Scalzo: La scrittura di volti di Bruno Dell’Ava
18 Ottobre 2010

 

di Claudio Di Scalzo

 

 

 

La scrittura di volti di Bruno Dell’Ava

Il pittore Bruno Dell’Ava (Chiavenna 1948 – Chiavenna 2010) oltre ad usare i tradizionali pennelli   dipingeva con una Bic la sua occasionale indagine suo volti. Su carta d’album ma anche su fogli spesso trovati per caso. Esponiamo, qui, sull’Olandese Volante che sarà una casa accogliente per il pittore selvatico, i disegni che danno origine a questa nota. Quasi una didascalia.

Il segno del pittore è una scrittura-cellula che procede per osmosi e per scissioni. C’è qualcosa di temibile in questa proliferazione ma anche di incantato. Volti che aggiungendosi gli uni agli altri dilazionano, e per sempre, il compimento dell’opera. Frutto di noia e di un’esperienza vitale contratta e negata. Dell’Ava li chiama “Personaggi”. Sono personaggi, basta guardare i loro occhi e le pupille vibranti e sempre diverse, che si ritengono innocenti. Ma hanno bisogno del nostro sguardo e della nostra rassicurazione perché ne siano convinti. La scrittura del pittore è rapsodica, umorale, e aspira all’icona umbratile capace di assorbire i personaggi in un essenziale ghirigoro geometrico. Questa scrittura è l’unica che propone una traccia della sotterranea individualità dell’artista (che non sarà mai disgelata da nessun suggello della critica) che in mille volti negando la sua identità di fatto se ne riappropria come se scrivesse sempre io: soggetto senza verbo senza complemento: cellula in uno spazio vuoto che si aggrega e si disaggrega.

 

 

 


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