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:: CDS: Tre di Scalzo in Amore. Tre apologhi a Medea T. Vir
18 Marzo 2016

 

 L'orologio di Angelo Di Scalzo - Foto cds 18.3.2016

 


Claudio Di Scalzo

TRE DI SCALZO IN AMORE  

CON TRE APOLOGHI: 
NONNO E PADRE E FIGLIO

(a Medea T. Vir )

 

PRIMO APOLOGO CON OROLOGIO IN FORMA DI CUORE

Mio nonno Angelo alla donna che avrebbe sposato, Giuseppina, che gli chiedeva che posso fare per te Angelo? per dirti il mio amore? Sono ricca. Qualsiasi dono desideri lo avrai. Vai da un orefice scegli il migliore orologio, e racchiudilo in un cuore. Lo terrò nel panciotto e misurerà il tempo del nostro legame. Rispose Angelo.

Giuseppina fu felice. Di ciò. Ma un giorno aprendo la cassa dell’orologio trovo un biglietto, con una poesia, e il nome non era il suo.

Disperata chiese spiegazioni, adirata, e pronta a separarsi. Angelo così rispose: L’orologio ha le lancette dei minuti e delle ore. A volte sento il tic toc dei minuti altre volte delle ore. Sono un orologio a forma di cuore. Che colpa ne ho se son fatto così?

Angelo, antifascista, un paio di anni dopo venne ucciso dai fascisti pisani. Gli spinsero in gola la canna della pipa fino a sfondargli il palato. Era un uomo forte. Ma gli aggressori erano troppi. Le autorità stabilirono che Angelo era, fatalmente, caduto dal calesse dandosi la morte.


Giuseppina custodì l'orologio. A volte, tenedolo tra le mani, pensava che il suo Angelo tornasse a minuti a volte tra poche ore. Le sarebbe bastato rivederlo un attimo... anche se era fatto così.




 

 

 

SECONDO APOLOGO IN FORMA DI PATTINO 

Mio padre libertario detto Lalo portò la Nada, mia madre, sulla terrazza di Torre del Lago che guarda il mare.

Il mio amore per te disse la Nada è grande come questo mare, cosa posso fare per te? Sei sarta, cuci per me una giacca azzurra con due soli bottoni che come i tuoi occhi mi tengano stretta la vita.


Peccato che un giorno la Nada scoprisse il suo uomo nuotare al largo, col pattino, con una signora dal costume nero e non era lei. Il suo era bianco.


Ci furono rimproveri per giorni. E mio padre stava in silenzio. Poi così disse: Il mare ha correnti fredde e calde. Se sono un pesce che colpa ne ho? Se tutte e due mi portano? Che colpa ne ho se son fatto così? 


La Nada accetto che il pesce marito in quei giorni avesse trovato un'altra corrente. Anche perché durante la Resistenza, Lalo che dormiva nel Camposanto di Vecchiano, nella tomba della sorellina morta di un anno, quando usciva la notte per colpire i nazifascisti, le lasciava una rosa sul davanzale rischiando la vita, dato che suo padre era il capo dei fascisti del paese; e poi, lei, le portava panini col tonno alla tomba dove stava nascosto facendo finta di pregare. Perdonò il pesce, anche se era fatto così.

E quando Lalo se ne è andato per una nuotata verso l'orizzonte da dove non si torna, nei suoi anni da vedova ogni tanto tira fuori la giacca celeste e la stira.

 

cds: "Medea T. Vir fuma nel luglio ostile 2011" - marzo 2016

 

 

TERZO APOLOGO IN FORMA DI VENTO

Accio portò la donna che chiamava di soprannome Topino Virgolina, non ancora Medea T. Vir, bensi un'innamorata  giovane signora veneta tra le sue braccia, sopra un colle di Pisa, nel pomeriggio estivo. 

Ti amo Accio come non ho mai amato, disse la Donna di Este, ti abbraccio nel vento in questa giornata di pieno sole pisano, che posso fare per te, perché tu non lo scordi?

Scrivi un libro di poesie, rispose Accio, e sul frontespizio bianco come i peri fioriti immagina del polline vasto come tutta questa campagna che vi si posa immacolato ed esso non sarà mai grande come il mio amore per te.
Purtroppo un giorno la Donna di Este scoprì che su di un colle, anche se non pisano bensì livornese, già con un'altra Accio era stato. 

La Donna di Este ne fu sconvolta. Si convinse che Accio aveva usato la stessa similitudine per dire il suo amore alla rivale al massimo cambiando i peri in peschi! Visse interi mesi pazza di gelosia. Ad Accio chiese spiegazioni... che così ripose a quegli occhi neri adirati senza requie. 

Il cielo ha la luna e il sole. Pierrot guarda la luna, e Arlecchino il sole. Io ho tutte e due le maschere in me. E la Donna di Livorno era il sole. Che colpa ne ho se son nato così. Che colpa ne ho se son fatto così? Se sei nel mio libro ormai, sul mio palco? Se questa storia ha imposto un tale intreccio?

Nei mesi seguenti Topino Virgolina divenne T. Vir Medea e a ogni libro e file e disegno, come figli di Accio che lei curava... tagliò la gola.

 

 

 

MEDEA T. VIR SULL'OLANDESE VOLANTE

(CDS/Barra Rossa)

Medea T. Vir Padova

T. Vir - 17 VII 2011

 

 

POSTFAZIONE BREVE 
A UNA STORIA LUNGA

Questi tre apologhi, il giorno del mio compleanno, li dedico a T. Vir che novella Medea per amore diventato odio, il 17 luglio di quest'anno, interi libri mi ha distrutto. Compreso il Libro Terzo di Karoline Knabberchen! "Viaggiatori da Biblioteca"

I tre apologhi dicono che Angelo e Lalo sono stati più fortunati di me. Quanto era loro... custodia ancora ha ricevuto. Anche se erano fatti così. Io no.

Claudio Di Scalzo detto Accio

8.XII.2011 

 

 

 

"Medea T. Vir Topino Virgolina

è il personaggio nero

della mia letteratura transmoderna"

 

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

NOTA IN LAPIDE

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Medea T. Vir Topino Virgolina è il personaggio nero della mia letteratura transmoderna. Giasone Accio è l'uomo a cui per gelosia, follemente amando odiando, uccise i figli-files.

 


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