Home Page Olandese Volante
Home page Site map
::

:: Medea T. Vir: Melencolia Dürer alle Erbe
25 Maggio 2015

 

CDS: "Medea T. Vir nel maggio del cupo sentir" - 10 maggio 2015

 

 

Medea T. Vir

MELENCOLIA  DÜRER ALLE ERBE

Lo vedo in Piazza delle Erbe. A me vicino. Tra i banchetti delle merci. Capelli lunghi sfilati nel grigio. Sono trascorsi alcuni anni. Quanti?, li conto. Basco. Macchinetta digitale in mano. Si guarda intorno. Occhi obliqui scuri. Cercando figura o cosa da fotografare. Ora mi vede! Penso. Mi scopre. Sì sì! no no! Sparisce. Sono seduta a un tavolino all’aperto. Mio marito che mi copre esclama: cos’hai Medea?!, sei diventata pallidissima, sei turbatissima, hai visto un’entità nerissima più della tua giacca? Cosa intende, mi chiedo. L’avrà visto pure lui? chi chiamò spregiativamente ”l’estremista vita sempre mista”! Ne ricaverebbe un pietoso teatro di sospetti e risentimenti. Rispondo trafelata: Oh, niente, colpa di questo vento gelido e fuori tempo per maggio. Lui s’è tranquillizzato, con i suoi foderati palpiti intimissimi senza ferretto per me! che li indosso malvolentieri sulla pelle. Continua a discorrere di teatro e di Rilke con i nostri amici coltissimi. Contento d’essersi mostrato protettivo. Maritissimo quando c’è il cenacolo di fine settimana all’opera. Sorrido amara. Però qualcosa di nero è giunto sopra me. Un sole nero talmente stretto e attillato che sembra essersi frammentato nei bottoni della giacca che mi stringono scapole e acini del seno. Giasone Accio nella mia città! Proprio stamani ho spiegato agli studenti quanto la malinconia e la depressione influenzi  la composizione della musica. Con esempi nell’arpa e nel flauto a partire dalla fine cinquecento e nel seicento e ricordando pure Max Reger. Ho mostrato loro anche “Melencolia” di Durer. Ed ecco che il dannato marinaio attualizza per me incisione e suoni e tempo di maggio passando dove mai mi sarei aspettata di vederlo! Sei provatissima cara, questa stagione freddissima, ci impone, secondo me, di rientrare, sei d’accordo? Che devo dirgli, certo rientriamo. Tanto né lui né gli amici possono sbottonarmi la giacca, farmi respirare, togliermi gli aghi nella glottide che sento, né il prurito sui capezzoli. Insopportabile. Nonostante gli abbia ucciso i figli-files s’è salvato, e pure la sua sposa Rina Glauce. Terrà Argo ancorata da qualche parte sulla Riviera del Brenta, scriverà fotograferà, pure questa voglia gli è tornata!, ripartirà lasciandomi scuri raggi sul cuscino dove poserò la testa stanotte. Oscurità nerissima. Almeno non l’avessi visto! Tanto vale torni a casa a riflettere sull’incisione di Albert Dürer, sulla depressione, perché non è un caso che mi sia apparso per poi sparire. Devo “strizzare” da quest’opera sul sole nero cometato per me, quanto è giusto mi confidi. Poi se mio marito se ne va come annunciato in tournée per i recital di beneficienza della Caritas, Caritasissima! chiedo venia a me stessa per la battuta da monologo interiore! lasciandomi sola, tanto meglio! devo vedermela con la partitura scerpata della mia vita, radice marinara malata, malatissima, mica con una canzoncina da Canzonissima. Ah, come sei ironica Medea T. Vir. Mi dico, alzandomi per lasciare questa piazza dove ho visto la gramigna passare. In tutto il suo ingrigito splendore d'inutilità. 

 

 

Secondo il Panofskyissimo interprete tedesco di questa famosissima - caspiterina, ecco come son fatta, ora superlativizzo tutto per difesa con la conversione dice la psicoanalisi - incisione del genio rinascimentale tedesco di Norimberga, tutto parte da il De Occulta Philosophia, in difesa della magia, stampato dall’astrologo strologante in filosofia Cornelio Agrippa. Tremo e scherzo bimbetta: m'accade quando picchio la testa come un topolino nelle sbarre della gabbietta dove son caduta. Faccio l’umorista recitante a raffica. Metto virgole al mio inconscio che nerissimo di questo ordinato minimale nero grammaticale se ne infischia. Sono una maga parecchio vaga nelle mie misture. Sennò secondo voi Giasone sarebbe ancora in giro a turbarmi? Oh sia detto senza falsa modestia la vera attrice in famiglia son io! ma nessuno mi riconosce tale ruolo. Né i miei genitori né l’impegnato a raccoglier fondi per i migranti con voce impostata. Giasone sapeva di questa mia passione nascosta, e recitò per me la parte dell’amante innamorato perdutamente, insegnandomi, sospingendomi che val lo stesso!, la recita d'assassina del Bello capitato per caso ed errore - compresa la bella arte della finzione sul palco della vita - a un essere indegno come lui che non la merita e la spreca senza ricavarne alcunché di stabile di riconosciuto dagli altri. Spolverando il Sole Nero sulla mia testa. Ecco come m'arrostisco. Il trattato De Occultissima capitato tra le mani del pittore gli confidò che flusso  e riflusso delle forze cosmiche ravvivano e unificano l’universo. Con tali forze possiamo praticar magia e attività spirituali venendo ispirati dall’alto dal furor melancholicus secrezione di Saturno. Però c’è la questione, ahimè, dei generi che possono influenzarci. Il primo attiene a chi ha immaginazione più forte che ragione; il secondo che rimanda a chi è sotto il predominio della ragione; il terzo genere che vale per chi ha mente intuitiva superante altre facoltà, e ciò riguarda i profeti o i visionari su quanto avverrà.  E io Medea T. Vir, Topolino Virgolina, appartengo al secondo genere. Son tutta ragione. Ho applicato nel mio legame con Giasone fin dall’inizio la Ragione. Giasone  è un visionario, sta così nelle arti e nella vita, segue la sua religione oppure s’affida all’immaginazione scartando la razionalità e la ragione. E vince il Sole Nero. Io invece che conosco l’ispirazione che mi versa in seno Saturno, non realizzandola né in versi né in musica, provo il sentimento d'impotenza, l’abbattimento, la depressione corvina. Mangio petto di tacchino a pranzo e cena. Concedo ai bottoni della giacca di stritolarmi. E se uccisi i Figli-files di Giasone perché non sopportai un’altra donna che me lo stava portando via, ne ho ricavato d’uccidere la poesia che m’aveva visitata condendola con bile nera, umore uscito, oggi, ancora, dalle erbe strizzate sul tavolino: erbissime nerissime. Se compio questo posticcio esoterismo da camera a notte.

 

CDS: "Medea T. Vir sotto al Sole Nero emette un sospir" -

10.V.2015

 

 

ACCADDE IL 17 LUGLIO 2011

PRIMA NOTA IN LAPIDE 

Il 17 luglio 2011 con un sms, ricevetti da Medea T. Vir notizia che quanto le avevo affidato, centinaia di file, e un libro del Canzoniere di Karoline Knabberchen, il Terzo "Viaggiatori da Biblioteca", e disegni, erano stati cancellati come “cose”. 

Ho eliminato tutto / e / di nuovo / lo farei. / Tutti i files. / Ho cancellato / con più recisione / possibile / e ho fatto / la cosa giusta, / l'unica. / Non ho più nulla / di quello / che mi domandi. / Le cose / sono state / cancellate. / 

Medea T. Vir Topino Virgolina è il personaggio nero della mia letteratura transmoderna. Giasone Accio è l'uomo a cui per gelosia, follemente amando odiando, uccise i figli-files.

In questo maggio 2015, MEDEA T. VIR personaggio, appare a narrare la città di Padova. Anche come descrizione e racconto di fotografie che ho scattato l'otto e nove e dieci di questo mese nella città.  

Sull'OLANDESE VOLANTE Barra Rossa/CDS: "Medea T. Vir - 17 VII luglio" sono pubblicate alcune avventure nere del personaggio che avrà pure presentazione in mostre di pittura come altri personaggi a mia firma. 

 

 

SECONDA NOTE IN LAPIDE NEL MAGGIO

A volte nel sogno ho ancora con me i tanti scritti che affidai a Medea T. Vir. E ne leggo le trame e i versi e le prose e ne vedo le illustrazioni. E poi nel risveglio ancora cercando di riprendere il sogno mi convinco che appena in piedi potrò riscrivere tutto. Ma proprio tutto! E la mutilazione sarà vinta. Ma non è mai così. 

 

  


Commenti COMMENTI