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Sara Cardellino

:: Accio: la musicista cardellina e la sarta
27 Aprile 2018


Camera della Nada còr mi' babbo Lalo e gli LP del Cardellino




Accio

LA MUSICISTA CARDELLINA E LA SARTA

 


(Vecchiano, 27 aprile 2018) - Più d'ogni immagine o scritto che ebbi in sorte d'ideare in tanti anni, e di farne ancora m’è passata la voglia; più di ogni presente con Lucca e Torre del Lago, e di viverne ancora ne ho voglia tanta come ultima avventura d’amore vissuta due volte; vale questa fotografia in un cascinale a Vecchiano. In una casa proletaria e squassata dal tempo e dalla mancanza di soldi per terminarne la costruzione nelle stanze negli infissi nei pavimenti.

Casa di Nada e Lalo. Della mia stirpe e del romanzo che non necessita di diventare libro. Sul canterale ci sono gli oggetti che l’anziana madre custodisce, le sue medicine per il cuore che pompa stanco; il ritratto dell’uomo partigiano che per vederla a notte, nel 1944, sfidava le ronde nazifasciste a costo di essere fucilato dal padre fascistissimo della donna che amava; e gli LP che Sara Cardellino porta alla madre di Accio perché li ascolti al giradischi che le ha donato l’anno scorso e che sta in salotto. S’intravedono L’Aida di Verdi e le Suites di Bach.

Per questo 25 aprile portandosi dietro il flauto traverso le ha fatto ascoltare brani di Vivaldi. Suscitando commozione in me e mia madre.

Ogni letterarietà è esclusa quando il bene raggiunge la sua semplice unica forza accosto all’amore.

E se mia madre ricorda letterati o letterate che qui, tra queste mura a volte passarono, e che non l’hanno più cercata né qui più son tornati scoprendo soltanto un’umile casa che non apriva ad alcuna vicenda culturale, lei candida mi dice: "Non a tutti i limoni aspri o i cicalini coi semi di anice piacciono”. E io condivido: l’aspro reale della vita e i dolci della festa dei vinti con l’anice non sono per tutti.

Poi Sara se ne riparte con i limoni e i dolcetti detti “cicalini” tutta felice. Ne custodirà la simbologia. Tutto ciò per me è Religione è Comunismo. E anche, penso, che la foto racchiuda tutto il mio passato, degno, e il mio presente.

Non ho bisogno d’altro. La mia avventura d’autore nei segni finisce qui.




 

 


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