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KAROLINE KNABBERCHEN

:: Claudio Di Scalzo: Giuramento d'amore con folaga e doppietta sul lago Puccini il 14 febbraio. Accio e Sara Cardellino adolescenti
14 Febbraio 2019







Claudio Di Scalzo

GIURAMENTO D'AMORE CON FOLAGA E DOPPIETTA IL 14 FEBBRAIO

(Accio e Cardellino adolescenti sul lago di Massaciuccoli-Puccini)


 

PICCOLA INFORMAZIONE DA PARTE DELLO SCENEGGIATORE

Accio e Sara Cardellino già protagonisti di avventure ambientate nell'asse cronologico che parte nel 2009 a Venezia e Fiesole hanno anche una serie come adolescenti. Ma in questa per esigenze narrative e di disegno non c'è fra loro differenza d'età, bensì sono coetanei. (cds)
 

 


 



A Sara - 14 febbraio 2019 - Accio

-Accio mi vuoi spiegare che ci facciamo?, che ci faccio?, su questa sponda del Lago di Massaciuccoli-Puccini. Tu con la doppietta che hai rubato, ah beh presa in prestito a tuo zio, ed io in procinto di entrare in questo capanno adatto alla caccia?

-Immagina di stare inventando con me la sceneggiatura di un fumetto,… questo è il luogo adatto, dopo sta a noi due..

-A noi due cosa? Scrivere i dialoghi tu disegnare? Non capisco… sono in giro con te ma dovrei stare a studiare una sonata di Beethoven…

-Quanto ci dirà questa giornata sarà meglio di una sonata e di tutti i fumetti letti e romanzi d’avventura… siamo noi due i protagonisti…

-Avventura comica malinconica romantica buffa… spiegati tra opera ed operetta c’è una certa differenza… così come tra la musica da pranzo barocca e l’Arte della fuga di Bach..

-Smetti di fare la sapientina! Non lo so ancora… vieni, Sara, salta dentro e vediamo cosa ci riserva il destino…

-Destino? Quale destino…

-Del nostro legame Cardellino… ah ora arrossisci… allora hai intuito per metà…

 

Guardo Accio, posizionare la doppietta al finestrino del capanno.

Lui è il mio compagno di giochi, il ragazzo matto dal soprannome che invita a stargli alla larga, e io beninteso sono l’unica che ha coraggio di giocarci, vengo dalla città, da Livorno, anche se sono veneziana, ci siamo lì trasferiti tempo addietro, con mia grande dispiacere, ma ora non lo provo più, perché mio padre è ingegnere navale; abbiamo casa di vacanza a Vecchiano; ecco perché ho conosciuto Accio; sono libera dai pregiudizi paesani dei miei coetanei; sono però spesso sgridata e rinchiusa in casa dai genitori, per colpa sua; mi distrae in giochi rischiosi, secondo loro, invece ganzissimi, perché devo diventare un’interprete al flauto o al pianoforte. Accio con me prova aquiloni e mi ha portato in giro, senza patente, con il camioncino di suo padre sullo sterrato del Campo alla Barra. Scherzava, mai avuta una pèsca più saporita a bordo, diceva. O vuoi essere ciliegia o susina. E io a tirargli il primo ortaggio che mi capitava a tiro. Con Accio la mia allegria s’eleva al cubo. Trova modulazione. L’allegro con brio. Accio ha 14 anni. Come me. In casa sua si respira una caotica libertà secondo la regola “ne ho voglia-non ne ho voglia” fondata da suo padre; e ci sono spesso litigi “a torce nere” forse dovute a questa regola che mi sembra troppo ottimistica che ognuno possa compiere quanto ha desiderio di fare. Senza regole. Se applicata ai miei studi di musica ed esercizi sulle partiture sarebbe il fallimento di ogni apprendimento.

Accio tira fuori dal taschino un richiamo per folaghe e si mette ad usarlo e modularlo con le labbra.

 

-A cosa conduce questo trucco Accio!, vuoi spiegarlo? Non credo m’interessi.

-La folaga che passa lo intende per il richiamo d’amore del maschio. Cala verso il suono. Innamorata pur’essa. La prendo nel mirino e sparo. E domani ottima pastasciutta e arrosto. L’amore trova la sua utilità.

-Mi spaventi, Accio. È mostruoso quanto intendi compiere. Non voglio esserne partecipe. Complice. Me ne vado a casa a piedi. Ti lascio. Qui. Al tuo compito.

Esco. Ma rimango a fissare, raggelata nonostante giugno, l’atto crudele che il ragazzo che mai avrei pensato capace di compiere sta per realizzare. Vedo la folaga planare vedo Accio prendere la mira e premere il grilletto. Non sento lo sparo. Se non due clic metallici.

 

-Le cartucce hanno fatto cilecca! Il cacciatore ha perso la folaga e me.

-La doppietta non ha sparato perché le due cartucce non l’avevo inserite Sara. Guarda pure.

Accio sorridente mi mostra le due canne del fucile.

-Perché questa cattiveria verso me?

-Per realizzare il fumetto che t'ho accennato. Ci sono due ragazzi: Cardellino e Accio. Quest’ultimo vuole scrivere una storia, non sa se sarà bella o straziante, anche per dire alla ragazza quanto non riesce a pronunciare. La dolcezza di Cardellino viene rivelata dal suo ritrarsi da quanto è crudele, brutto diciamolo, che uccide usando un richiamo d’amore. Lei si allontanerà lasciando per sempre simpatia e amicizia e affetto per Accio… ma a quel punto, lui mostra le canne senza pallottole e allora tutto cambia. Perché…

-Fallo dire a me, Accio,… perché siamo alla pari nei sentimenti.. mi hai proprio tirato un bel tranello sentimentale… ora disegnerai questa vicenda?

-Intanto l’abbiamo scritta, assieme, poi quando sarò più bravo tecnicamente la disegnerò.

-E io, quando sarò più brava tecnicamente, ci scriverò una sonatina per flauto traverso.

-Sarebbe perfetto Sara. Ma ora torniamo a Vecchiano. Riportiamo la doppietta al suo posto prima che mio zio se n’accorga.

- In bicicletta stavolta pedalo io e tu stai sulla canna. Eh no!, le buche nel terreno le scanso meglio io di te! … o il cacciatore teme di farsi vedere con la folaga, innamorata, miracolosamente salva?



 


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