Costantino Nigra - cds
Fabio Nardi
POETICA CURA PER KAROLINE KNABBERCHEN AMMALATA
a Karoline Knabberchen
una Poesia al giorno
contro il male in girotondo
dalle ciglia al piede e ritorno
per guarir fino in fondo.
A marzo, con ritmo incalzante, fino all’arrivo della primavera e più in là, ti dedico, illustrandola, poesia di poeti italiani affinché i loro delicati versi ti proteggano nella malattia e contribuiscano alla tua guarigione Karoline; Karoline mia che soletta ti so, nel letto o sul divano, a combattere il dolore. E io son lontano su di un altro mare dove tramonta il sole mentre tra le vette d'Engadina il sole saltella inquieto.
COSTANTINO NIGRA
(Villa Castelnuovo 1828 - Rapallo 1907)
BARCAROLA
Me battezzò dell'Adria
l'irata onda marina,
me la fatal Regina
dei dogi a te inviò.
Ire, speranze e lagrime
d'un popolo infelice,
o bionda Imperatrice, innanzi a te porrò:
il fier leone aligero
d'aspre catene è carco,
la terra di San Marco
calpesta lo stranier;
l'infido mar le mistiche
nozze e l'anello ha infranto;
più non risuona il canto
sul labbro al gondolier.
Lenta su l'auree cupole
passa la mesta luna;
è muta la laguna
è senza vele il mar.
Sopra il suo letto d'alghe
posa il leone e aspetta
che il dì della vendetta
lo venga a ridestar.
Donna, se a caso il placido
tuo lago, a quando a quando
teco verrà solcando
il muto Imperator,
digli che in riva all'Adria
povera, ignuda, esangue
geme Venezia e langue,
ma è viva... e aspetta ancor.
NOTICINA
PER LETTURINA
Il Nigra ambasciatore piemontese a Parigi
aveva indirizzato questa poesia alla moglie di Napoleone III
per ricordarle le sorti di Venezia.
Poesia e gondola per il laghetto di Fontainebleau
ricevette l'imperatrice ma la barcarola-gondola
ricorda che il suo consorte tradì a Villafranca
con l'armistizio le sorti del Veneto e di Venezia.
Adria: Adriatico
Nascere a Castelnuovo vicino Torino lo battezzò diplomatico novo già fantolino. Patriota bersagliere alla carica con invitte schiere, traduttore di Callimaco e Catullo con il femininino spesso bullo, si riversò nella diplomazia collaborando con Cavour. La ferita ricevuta nella Prima Guerra d'Indipendenza lo rendeva affascinante con l'eloquio trainante. Ambasciatore tanto viaggiava ma appena poteva in barcarola a Venezia navigava.
"Barcarola" la scrisse nel 1883, tre anni prima che, con la Terza Guerra d'Indipendenza, Venezia conoscesse ancora l'italianità.
"Barcarola" vive nel fervore del sentimento, nel ritmo facile e commosso, ed è una delle poesie più belle della nostra letteratura. Adatta perché il fotografo Fabio Nardi la reciti ispirato alla sua Karoline Knabberchen ammalata abbracciandola, idealmente, sopra il Ponte di Mezzo a Pisa.