Karoline Knabberchen
SINFONIA LOFOTEN 9
CONFESSIONI IN PIEGA D’ACQUA
(con Edvard Grieg che tiene il secchiello)
1
S’abbassano le ciglia lunghe della confessione sui volti provati da discussioni sul Dio personale e l’infinità divina: che ognuno di noi due ritrovi casa diversa e stesso letto accadrà, Fabio, se una chitarra suona nella sera del fiordo. C’è una chitarra in tutta questa analogia di roccia e acqua pensata da qualche custode angelicato? Generoso e protettivo verso le fatalità degli amanti nell’eterno presente della scissione uno-due-uno?
2
Questa di Sarpsborg è un’alba che allaga la camera da letto. Appare il maramoto sensuale sui pavimenti dove camminiamo nudi. Ciabatte come scialuppe di salvataggio per guadagnare il terrazzo e la complicità della lucertola che s’allontana col sangue ghiaccio del dubbio: possibile la salvezza sia una crepa nel muro?
3
Ogni idea ritmica di Grieg mi posa sulla scena delle forme create nel tempo a me adatto per inginocchiarmi illusoria. A Fana, sul Troldhaugen, nella caverna discosto dalla casa in legno dove vissero il compositore e la cantante ventidue anni e dalla capanna dove componeva il maestro, le tombe di chi si amò nella bellezza della verità musicale e in ogni non-finito generante bene e chiarità di sentimenti. Questa caverna ha soltanto l’uscita nella luce che mi dà la vertigine del messaggio d’amore incarnata transitoria terrestre forma del Cristo. Per i Grieg palmo della mano divina con inciso canto e sinfonie. Mi gira la testa nella gioia della scoperta fino allo svenimento. Fabio mi tiene i fianchi, mi sorregge, il mio fidanzato ha con me una festa di lacrime sulle ciglia. Siamo una coppia eterna anche noi due. Qui.
Grieg
...CONTINUA