James Ensor: “Musicisti spaventosi”, 1891
Da Ostenda s’aggrappa alla mia mano navigazione d’impressione: sfonda il simbolo, e il derma-tela s’insuffla di sperimentazione. M’avvelena il solvente, che fonde l’iride al clima immacolato delle Fiandre. E niente musica, nessun ascolto se non quello del nulla umano, dell’imperfezione letale, del mistero inadeguato come la mano al guanto del ladro.
da
Karoline Knabberchen
AFORIE PITTORICHE 2
(a cura di Claudio Di Scalzo)