Karoline Knabberchen
La montagna ricordata ascoltando Saint-Saëns
(febbraietto corto e benedetto)
Ascolto Saint-Saëns sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte.
Mi viene in mente una tua montagna, andrò a trovarne la descrizione in certe notti che t’ho avuto accanto... quella che mi ricorda un Soutine matto di fame tra bacche di cui ignora se siano commestibili o meno, ma rossastre e asprigne e violente sul verde smeraldo scuro, con mulinelli di nuvole in movimento nell’azzurro gravitazionale. C'era Dio che ti sussurrava all'orecchio quel giorno? mentre disegnavi?
Il violoncello è il vento che spinge la montagna, sul pianoforte volano foglie strambe e un ruscello dove s’abbevera una capra (od è un fauno?) scorre tra i tasti. Sono a strapiombo nell’ozio delle vocali che alle note porgono quanto duttile si modella armonia della presa.
Claudio Di Scalzo: "La montagna di Soutine", 1980
Karoline, oh Karoline... che dai un'immeritata importanza a quel poco di mestiere che ho in materia di pittura come di scrittura,... ho ritrovato le carte e le tele che fotografai nello studio a Vecchiano, e ti spedisco quella del 1980, sperando che sia quella di Soutine, a cui ti riferisci, perché ne ho dipinte, negli anni Settanta più di una variante e serie. Adatto ascolto Saint-Saëns nell'immaginato bosco con asprigne bacche, e ne ricavo un'esultanza da allegro carnevale alpino. In questo febbraio corto e benedetto che ci scambiamo, il terzo, ancora si rinnova un'intesa simile a quella che modula il capo della viola verso il verde, già primaverile, in certi cantucci del lago di Sils Maria. Tra la riva e il bosco. E, tu, sei sia la viola che il verde del lago, mentre per me va bene qualsiasi bacca, e soprattutto che tu la ritenga commestibile.
Tuo Fabio Nardi