Karoline Knabberchen l'immortale amata - cds
Karoline Knabberchen
IL BAMBINO E LA BAMBINA CHE SALTAVANO I FOSSI
(per il libro perduto di KK - a cura di Claudio Di Scalzo)
Conobbi il bambino Accio che saltava i fossi. Da bambina mi ci innamorai. Seppi subito che costeggiando con me i fossi nella campagna che va al lago di Massaciuccoli, verso il padule, prima o poi sarebbe saltato di la. Ero pronta a seguirlo. Forse precederlo. Mi disse con competenza ironica… se salti attenta alle canne che tagliate aprono i polpacci come coltelli. Evita anche l’ortia che poi ti gratti per ore fino a scortiatti e il prurito ùn passa. Altre bambine s’erano innamorate di lui. E lui le portava lungo i fossati. Poi lo avevano visto ancora solo. Per certo era saltato dall’altra parte. Secondo me non l’avevano seguito. Quando saltò io lo seguii. Dall’altra parte accovacciati per lo slancio, ruzzoloni, sbucciati nei ginocchi,… ci guardammo. Seppi che se fossi caduta in acqua lui m’avrebbe dato la mano per risalire. Lo stesso avrei fatto con lui. Cominciammo a correre e a ridere. Ranocchietta… che non sei altro, mi diceva, gre gre gre - Rospo rospaccio che non sei altro, rispondevo. E mi tirava il ciuffo ribelle sulla fronte… e lo spedatavo negli stinchi… e poi riprendevamo a correre a saltare altri fossi. Senza il salto che ci mise alla prova non avremmo corso assieme nel pomeriggio estivo. Lui è il mio eroe io la sua eroina. Ci ameremo anche da grandi. E sarà per sempre.
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Ho conosciuto la bambina Karoline mentre io, monello, tiravo con la fionda da un ramo del melo nel campo subito fuori il paese. La trovai lì, due gambine secche secche con la ginocchia sbucciate, il musetto da topina affilato con la luce di una stella. Lei mi guardò, scese dal ramo veloce come una lucertola e mi invitò:'Bimbo, vieni con me a saltare i fossi?'
Che strano, pensai... Una bambina che mi sfida proprio lì dove non ho rivali. 'Attenta' risposi 'se cadi e poi ti bagni io non torno indietro a prenderti!'. La guardavo con aria di sfida, ma in realtà non capivo neppure io perché il cuore mi battesse così forte in petto che mi pareva dovesse schizzar fuori più veloce dei sassi che tiravo con le mie fionde.
'Non cadrò, non ti preoccupare. Tu sei bravo a saltare. Non mi diverto con gli altri bimbi che non san saltare bene.'
Corremmo ridendo fino al fosso. 'Attenta alle canne tagliate... E alle ortiche... È pieno di ortiche di là'
Lei mi guardò e sorrise. Mi guardò e capii che sapeva cosa stava facendo, e che forse sapeva saltare meglio di me. Capii, senza che me lo dicesse, che se fossi caduto lei sarebbe tornata indietro a tirarmi fuori dalla corrente.
Fu l'attimo in cui m'innamorai, e giurai con uno sguardo, con un sorriso, che mai l'avrei abbandonata... Solo lei, in salto, avrei amata.
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Ho ritrovato questo scritto della mia Karoline a Vecchiano. E’ un dittico. Nacque così. “Io scrivo come fossi te che parli di me, e tu fai all’incontrario”. M’è sembrato che le idrovore mi prosciugassero il sangue come facevano con l’acqua dei fossi nella bonifica verso il lago di Massaciuccoli. Uscì nella notte e s’affidò all’oceano, all’acqua delle Lofoten. Non potei darle la mano a risalire. Alla mia Ranocchietta Knabberchen nel salto che fece. Ero un eroe da nulla.
VOCE DELLA FIGURA MISTERIOSA:
Caro Fabio, io ero una bimba che saltava i fossi. So quale patto vi ha legati per l'eternità: il patto che lega due esseri che - unici - capiscono di poter saltare assieme. Ti sarà capitato, in tutti gli anni che seguirono l'ultimo salto di Karoline (quello che lei decise di spiccare da sola) di incontrare altri amori... Eppure, lo sai, lo hai visto tu stesso: non sono molti coloro i quali sanno tener calibrare la spinta, meno ancora quelli disposti a tenderti la mano quando cadi.
Annota Karoline sul suo diario:"Fabio spicca voli predatori, quando mi raggiunge, in picchiata, ha lo sguardo trasversale del Pellegrino. Non fuggo, anche quando nell'iride rispecchio l'intenzione della lepre. So che non mi prederà, lui sa che il mio volo è identico al suo."