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SONORITÀ

:: CDS: MAESTRI GAGLIOFFI omaggio al Thomas Bernhard di ANTICHI MAESTRI e Critica alla cultura ai tempi della Pappa Web Ontologica. Orazione Cruda Esagerata. Stele Paolo Fatticcioni.
31 Maggio 2017


L'Olandese 



 

 

Claudio Di Scalzo

MAESTRI GAGLIOFFI

(omaggio al Thomas Bernhard di "Antichi Maestri"
e Critica della Cultura ai tempi della Pappa-Web)

Social e alcuni siti culturali vivono una sorta di perversione voyeuristica, scrivendo di poesia e letteratura e arti a margine delle loro quotidiane apparizioni, con coazione a ripetere paranoica, per definirsi poeti-intellettuali-interpreti divulgando una stenta e patetica manualistica scopiazzata, “Modello Frankenstein” costruendo mostruosità, senza stile, con picchi di ridicolo (simili ai pensator-poeti che Gadda sfotteva), rendendo i maestri del pensiero e della letteratura simili ad amici da bar, accosto a quanto evocano come pagine di libri futuri. E che, ovviamente, l’editoria che vale, con i suoi direttori editoriali con i suoi imperatori, non prende in considerazione; non ce li vedo Roberto Calasso o Carlo Feltrinelli, a interessarsi di questa roba! Loro sanno distinguere chi veramente è Autore!, i giganti dai nani che salendo sopra spalle poderose s’esaltano nell’ombra che l’insieme getta sullo spazio dei siti “culturali” battezzati epocali e solamente autoreferenziali (rima adatta). Peccato non riescano a sgamarli – in pari genere masculo o feminino – chi commentando batte le mani scambiando la pula per grano. Ma tant’è. Lo scrivo da 17 anni!, si godano gli Allocchi e i Morti di Fama!, il burlesco equivoco in auge sul web, per cui chi scrive di Nietzsche anche se vende al mercato Camicie (rima utile), vien letto coi suoi pensieri accanto al folle d’Engadina.

Non è vero che nelle case editrici che contano non ci siano chi sa distinguere. È una fandonia per giustificare la mediocrità e le frustrazioni di chi poi i libri deve pubblicarseli da solo sotto fantasiose sigle esorbitanti, da solo o in gruppo - cioè come onanismo o frigida orgia antologica - oppure inseriti in cataloghi dove ci sono i libri come praticare la pesca alle anguille. Senza Montale. Ecco il ridicolo accosto allo pseudo-sublime-mitologico o al post-beat-generation! (neo-orfici e neo-indiani fanno sforzi-web buffi e sovrumani). Questi autoproclamatisi autori-web-stampati non riescono ad avere un sano rapporto erotico (eros inteso alla greca come gioia di vivere) con la fantasia che non sia una sorta di perversione spettacolarizzata delle loro protesi intellettuali-citazioniste prese da tombe filosofiche occidentali o da scoperchiati sepolcri d’oriente. Il tutto con manierata e stucchevole recita sacerdotale. In genere grottesca perché pensiero autori opere vengono rivelate dopo tremila anni o cinquanta anni come pensate e scritte - trovando la loro validità ahinoi! - per confermare la teoria in cui inserire i poeti della selezionata brigata prescelta.

Ogni sito ne ha una. Briga qui e seleziona là povera poesia a ramengo và! C’è da mettersi le mani nei capelli a scoprire tali boiate! Anche perché a questo bric-a-brac abboccano sprovveduti aspiranti poeti e poetesse e commentatori e commentatrici seriali - in ginocchio scopron versi fondamentali per la civiltà poetica sprofondati nell’oceano come Atlantide! e si nominano palombari servizievoli per riportarli in vista dei lettori che non si accorsero di tali capolavori! - con lo stesso cervello di chi scambia il Budda di plastica per emanazione dello Zen, o l’orologio a cucù della Foresta Nera per il pensiero di Heidegger. 

Troppa mediocrità stagnola parolaia spacciata come fulgente, Verbo addirittura!, mentre s’adora Mammona Mercatino dell’Usato!

Se dovessi affidarmi, io e quanto scrivo o dipingo, mai è stato fatto sull’Olandese Volante!, al voyeurismo dei commentatori coltissimi intellettuali!, sentirei ciò come se qualcuno mi venisse a scrutare mentre piscio o mentre prego.

Ma nell’epoca della “forma telematica” questa è la modellazione ideologica imposta all’Essere. E poeti e artisti, chi si nomina così!, hanno ai miei occhi la responsabilità di averla elevata al cubo. In questa spettacolarizzazione malfamata gli innocenti sono studenti con la birra in mano e appassionati di moto, non certo chi s’espone con la ritenuta poesia e letteratura e cultura in mano! 

Piazzisti petulanti di merce da banco e scuotitori di campanelli-web per vendere porta a porta. Tra questi non è difficile scoprire persone altamente di “sinistra” e impegnati a citare e a gingillarsi con icone del movimento operaio e della letteratura impegnata. Patetici non s’accorgono che i comunisti evocati subirono repressioni feroci torture isolamento ed esclusioni dai totalitarismi e imperialismi, non vivevano le arti per commento e post miserrimo sui social sui siti “culturali”, e se tornassero in vita combatterebbero questa lebbra parolaia!

I più furbastri tra i tenutari di blog culturali si sono inventati la diffusione della (LORO) poesia nella scuola pubblica (già abbastanza disastrata da iniziative collaterali d'ogni tipo!) e così col premietto al posto del moschetto (prerogativa dei Balilla del Duce) si avrebbe lo studente perfetto. Studenti e professori poi sul blog "intercontinentale" (mai che si trovi un blog di paese di città di regione! i blog di poesia son tutti internazionali) medesimo di cultura avranno l'onore di vedere pubblicati i loro commenti e temi. 

Mi disturba che il social Facebook usi la parola “seguaci”, che nei blog letterari gli impilati commenti siano da seguaci esclamativi! e adepti irrigimentati nella fede (somigliano a volte ai seguaci di Scientology) verso teorici-mandarini-macchiette (che oscillano tra il ruolo di tronfi pupari e quello dei bigliettai delle marchette in variopinto bordello telematico con corpi poetici in mostra modello Amsterdam-Luci Rosse); o seguaci di chi si è battezzato frettolosamente “Autore” col librino in bella vista e fotina acclusa e targa di appartenenza a schiera culturale convinta di avere Dio dalla loro parte, Gott Mitt Uns!, e svariati Dei (praticamente di tutte le civiltà da Creta fino all’India alla Cina al Giappone su e giù fino ai sumeri agli egiziani ai nativi australiani).

Su tutto regna il La can per l’aia e l’ometto Heidegger su panchina e fronte ampia china. A suon di frequentarlo - sembrano usciti da un libro feroce di Thomas Bernhard contro gli adoratori deficienti del pensiero del Kamerata H. - in salsa manualistica son finiti sulla sua carcassa panzer a pettinargli i peli del culo a ricavare la permanente da un solo pelo!, come mi disse, e scrisse da qualche parte non ricordo dove, una compagna a Pisa, al convegno per Franco Serantini, a fine 2012!

Mi porta pena e tristezza leggere commenti dove poeti e poetesse battono “musate” nei poemi pubblicati messi lì come manifesto teorico o di riferimento a che i seguaci crescano, leggendolo, e imparando il mestiere di scrivere; intanto che ne scrivano entusiasti! Con linguaggio enfatico se possibile. Peana, imbarazzanti, che resteranno lì a mostrare la loro subalternità negli anni che verranno, fra l’altro verso nullità in poesia e teoria della letteratura.

Nullità che se mai scrivessero “criticamente” dei propri “seguaci” ne rovineranno per sempre ogni credibilità agli occhi dell’editoria che vale e della critica che sa distinguere il sasso dal diamante (Nullità perché non hanno uno stile personale. Non sono riconoscibili. Potrebbero pubblicare mille libri ed esser letti da cento critici ma lo stesso non avrebbero uno stile. E se non hai uno stile, prima o poi vai nella fossa comune. E lo stile non te lo può dare nessuna teoria letteraria. Anzi!, le teorie letterarie pedissequamente seguite allontanano la possibilità di conquistarlo, lo stile! E quest’ultima è ricerca solitaria, dura, aspra, e solo pochi, trovano il loro stile. Agli altri non rimane che o smettere di scrivere o affidarsi alla letterarietà enfatica ed egocosmica dove anche chi sta cacando al cesso può essere celebrato rendendo la merda mitologica la tazza un trono lo sforzo dello sfintere una declamazione allegorica! - Questa è la legge della Poesia della Letteratura dell’Estetica. Tutto il resto sono fandonie. Prese in giro per i gonzi aspiranti artisti. Chiacchiere per lustrare l’ottone oro. Ma l’ottone oro non è!

L'enfatica letterarietà fa ammalare di falsità. (Rima necessaria). Il falso vivere per il falso scrivere. La letterarietà che ogni giorno mostra-web-di-sé-fà non è letteratura e non dura. Io ho fatto letteratura non letterarietà. Quest'ultima è lebbra in rapporto alla pelle sana.

La letterarietà rende la vita e la morte (in genere di poeti) lubriche occasioni per post e commenti sui siti culturali scoprendosi chi li redige poeti vivi e autori di libri pubblicati o da pubblicare magari in antologie; dove i poeti morti, cari estinti, da inserire gloriandosene di averli conosciuti. Provo disgusto. Dovrebbero andare in qualche ospedale a capire il rispetto per la malattia, il dolore, la morte. Che è una cosa seria e sacra. Non esercizio per vanitosa letterarietà. Provo nausea. Non voglio più affacciarmi sul web-cultura per scoprire questa perversione bulimica della parola. 


 




 

Ah, non devo dimenticarmi di rivendicarlo, proprio quando l’Olandese Volante rischia d'inabissarsi, … io ho il mio stile. Sono cioè riconoscibile. Punto! E lo sono in scrittura e pittura e fotografia. Ed ho uno stile proprio perché di averlo non me ne importa nulla! E soprattutto perché non ho mai avuto bisogno di alcun guinzaglio teorico tenuto da critici-macchietta o da critici-imperiali. N’est pas!

A me garba stare a pariIn amore e nell'arte e nella vita. Chi in tanti decenni avvicinandomi non ha capito questo, di me!, non ha inteso nulla. Nulla! E per converso, io, di chi non cerca di stare a pari, uomo o donna che sia, contadino o poeta, non posso intendermici. Sono ragionamenti da anarchico, da uomo semplice, io lo sono, ma sono fatto così. Alla mia maniera, come si dice a Pisa! E in questo modo semplice, un po' scemo?, ho anche spiegato, ulteriormente, cosa è stato l'Olandese Volante nella sua avventura libertaria.

A parte questo, e che strana combinazione vero?, sull'Olandese Volante a mia firma ortonima e a firma di eteronimi, c'è c’era! un universo nei vari generi estetici e letterari, che non c'è c'era di uguale: on line e su carta stampata. Fatti! Non parole pompate! In migliaia han disegnato donne malinconiche o allegre. Nutriti da strepitose teorie. Ma c'è un solo Modigliani con Jeanne Hébuterne. Vicende d'amore comprese. Quanto conta è la fantasia e la mano dell'artista e il cuore che regge il tutto. Fino all'estremo! E ci si nasce. Io modestamente vi nacqui! A Vecchiano-Pisa!

Chissà se mai ciò lo sapranno gli indemoniati in cerca di carriera letteraria con drogati orgasmi teorici vaticinanti ogni rinnovamento, possibile!, delle arti e della poesia. Quanto ancora non hanno realizzato stava già, da anni sull'Olandese Volante. E il comunista e aristocratico che sono, Claudio Di Scalzo, si permette il lusso di dichiararlo. 


 

 

Paolo Fatticcioni 
raccontò e ascoltò storie
nella sua barberia
tu che passi e qui sosti
aggiungi una storia al vento
al silenzio di questa stele



Questa è parte della Stele che sta al campo sportivo la Coronella sul Serchio,

tra Vecchiano e Nodica. Stele dedicata, e che fortemente volli, e scrissi,

senza firmarla tanto chi si ferma sa che è di Accio,

dedicata a Paolo Fatticcioni (1949-2005), barbiere e anarchico e Figaro seducente.

Epica popolare che non necessita di miti importati da qualche parnaso.

L’elegia incisa nel marmo è dedicata a un grande narratore,

a un poeta della recita orale, a un amico indimenticabile.

Anch’io aspiro a qualcosa di simile nel cimitero di Vecchiano

quando sarà la mia ora.

Che lascino chi mi conobbe una storia

perché la raccolga e l’ascolti.

 


 

CLAUDIO DI SCALZO

ERO COSÌ E COSÌ SONO…

ORAZIONE CRUDA ESAGERATA FINALE

RELAZIONE SUI LETTORI DELL'OLANDESE VOLANTE

CARCERE E POESIA

 

Ero fatto così e così sono e così mi ricordo a chi ebbe affetto e amore verso me. Tutti ringrazio, chi mi volle bene chi mi volle male chi fu indifferente, perché in modo diverso hanno contribuito a che diventassi un altro e superassi la mia vicenda estetica e politica. Il disegno del sacro e dell’anarchia che riguarda me singolo così si è realizzato in questo drammatico semestre. Dal gennaio al giugno.

In questi diciassette anni sulla Rete, in sette sull’Olandese Volante, ho spesso ricordato, nomi di uomini (in più occasioni Paolo Fatticcioni barbiere e Libertario detto Lalo camionista) e donne (Margherita Stein, traduttrice controvoglia e con sporadiche prose su Fabio Nardi fotografo) che non scrivevano non si dedicavano all’estetica, perché in essi ho trovato l’umanità e i valori più alti. E aiuto quando ero in pericolo e ne avevo bisogno. Gli stessi personaggi ideati e raccontati qui sull’Olandese Volante hanno combattuto i vizi letterari la letterarietà e l’esteticità dei vissuti, ritenendoli ridicoli e insensati. Inutili e dannosi per le sorti della letteratura e delle arti che necessita invece di legami col reale dell’esistenza e con il suo male e malattia e dolore; e con il bene e salute e gioia amorosa in essa operante.

In un’intera esistenza nei segni scritti nelle immagini, a partire dal 1968, avevo sedici anni, ho proposto con i fatti non con le parole, e tanto on line, dal 2000, usando le nuove tecnologie telematiche, un accesso diverso al mestiere di autore sia in letteratura che nelle arti. Che non si consegnasse al feticismo capitalistico dell’estetica merce culturale: fosse essa poesia o dipinto o fotografia. Era, e per me resta, il programma rivoluzionario del comunismo delle origini ottocentesche fino alle neo-avanguardie novecentesche del secondo novecento. Se questo ideale è stato accantonato ovunque o tradito ciò non mi riguarda. Io l’ho proseguito fino a questo 2017.

Ho preso l'abilitazione all'insegnamento per Italiano e Storia e poi Filosofia e ho svolto un semplice lavoro da insegnante nella scuola media superiore campando con questo. 

Non ho mai affermato, sfido a trovarlo, né dichiarato io sono puro e gli altri no!, io degno e altri indegni!, semplicemente con coerente prassi - e questo disturba fino all’asprezza anche derisoria, vasta schiera!, verso la mia storia - ripeto prassi! e con quanto scritto e disegnato mai consegnato alla pubblicazione o messo in mostra, ho dimostrato che era possibile creare un’estetica rivoluzionaria e comunista libertaria, che affiancasse una possibile liberazione economica dallo sfruttamento. Un’ontologia di classe rivoluzionaria non per gli artisti e poeti e autori ma per tutti. Per chi volesse iniziare a ribaltare (capovolgerlo) il mezzo di produzione estetico capitalistico della cultura creando soviet, on line, alternativi.

Di cui L’Olandese Volante era un esempio con le vele nell’acquoreo-web. E per questo era stato ideato. Prassi libertaria che è giunta fino alla proposta che i personaggi ideati sull’Olandese Volante potessero proseguire anche a firma di altri autori e autrici. E che testi e immagini e divulgazione di poeti e artisti di riferimento, come Majakovskij Boine Modigliani e Campana e Mallarmé Kafka (informo che sui siti i Figli di Tellus come Tellusfoglio settecento testi sono in stage ed a ciò rimandano) avessero, in modo transmoderno, sviluppo e attraversamento nomade a firma in coppia o a più mani e non singola. Fino a produrre un’opera di divulgazione creativa multimediale che valesse per tutti i lettori navigatori e non solo per i colti o gli intellettuali o gli addetti ai lavori. Anche perché i linguaggi usati erano semplici eppure profondi.

Ecco perché non mi avete mai visto on line: agitare il librino pubblicato o ficcato nella testatina su Facebook, recensire in maniera ruffiana il libro o la mostra di qualcuno per ottenere entrature e contatti e "dialogo culturale"; pubblicare sull’Olandese Volante copertine di libri o facce di poeti od eventi legati alla letteratura a mostre a conferenze; commentare o interpretare con maniera sacerdotale o ancillare l’antologia o la poesia pubblicata on line; né creare gruppi poetici o pittorici per gestire un piccolo potere sulla rete; né partecipare a premi e premiucoli per poi agitarli bandiera; né mi avete mai visto in scuole di poesia con il microfono in mano ad insegnare cos’è la letteratura e la poesia ai presenti o a proporre quanto da me scritto pubblicato studiato con la sciarpina di rito intellettuale e la giacca finto-transandata; né mi avete scoperto dietro una targhetta dietro ad un tavolo a pompare parole sulle mie teorie letterarie ed estetiche; né mi avete mai visto seduto tra il pubblico estasiato per quanto leggeva o pronunciava qualche sommo sapiente o sacerdotessa in grande aura raccolta o piccola che fosse; si pregano in chiesa e santi reali non questi figuranti e guitti e dame in pantomima che on line e in apparizioni per scarne stanzette o festival cittadini si sbrodolano addosso la loro vanesia letterarietà; né ho mai ricordato frequentazioni con poeti e autori comunisti tanto per fare il proletario, perché si è comunisti frequentando la classe proletaria, stando in essa, non si è comunisti leggendo libri comunisti o scrivendo su poeti comunisti: questo esercizio, per carriere letterarie, ha giocato inganni e prese in giro verso il proletariato e mi fa schifo!; né ho diffuso on line spropositati curriculum sulle mie pubblicazioni viaggi mostre progetti in città mitologiche né mi avete mai letto in prefazioni o postfazioni osannanti il poeta o l’autore su carta stampata o quotidianamente sull’Olandese Volante (L’OV non ha mai recensito un libro bensì invitato chi libri scriveva a collaborare); né mi avete trovato in alcuna giuria dove si danno cartoni con diplomi; né in scuole pubbliche a distribuire mie poesia per farle commentare; né ho mai ricordato chi ha scritto di me con articoli e brevi saggi - non righi! - sul Corriere della Sera o La Rivista dei Libri o L’Indice per definirmi autore; né ho mai traversato l’Italia per raggiungere il poeta e la poetessa lo scrittore o il pittore per imparare cosa fosse la poesia l’arte la pittura spiegata in qualche scuola poetica creativa; né ho mai usato la cultura per sedurre o trovare un letto dove fare l’amore perché non necessito di protesi culturali per il mio cazzo che funziona benissimo senza il viagra della citazione dal filosofo o dal poeta di turno; né ho mai scritto in una mail o fatto una telefonata ad editori produttori di cultura poeti e poetesse per starci in contatto e scambiarmi esperienze e “dialogo” al fine di essere inserito in qualche brigata culturale o antologia o evento on line o incontro poetico che fosse; non mi hanno mai convinto a lasciare la mia scelta anarchica nelle arti e chi amavo in lotta con me (cominciò Silvio Guarnieri all'Università di Pisa che non gli sfagiolava la scandalosa Margherita Stein) le decine di "Lettere calorose" che mi hanno scritto critici ed autori attivi nell'editoria che conta perché diventassi "liberal" o "riformista" o "socialdemocratico" o "comunista nostrano" accettando il sistema culturale "perché ormai è così e bisogna in esso muoversi".

Neppure se mi avessero dato la direzione delle pagine culturali di Repubblica o del Corriere della Sera mi avrebbero mosso dalla mia scelta di campo!

Quando io scelgo è per sempre! in politica e in amore! I miei familiari dopo la mia morte e passati i necessari anni potranno pubblicare le lettere e le mie risposte. Chi mi cercava "calorosamente" non erano i teorici e critici dilettanti della piccola radura sotto-boschiva on line in cerca di truppe per sollevarsi da decennali frustrazioni e prendersi vendette contro la Gerarchia Imperiale Vassallatica Editoriale. Erano i padroni del sistema! 

Ecco… seguendo il mio ideale per un accesso rivoluzionario alla cultura via da ogni gerarchia questo ho fatto per quaranta e passa anni! Sono giunto fin qui. Non m’importa sapere se è purezza… so che è coerenza ed è Rivoluzione ed è Comunismo ed è Religione. Appartengo, insomma, ad una razza nata per fare rivoluzioni costi quel che costi, come mi disse il maresciallo dei carabinieri che mi fermò diciassettenne nel 1969 a fare picchetti con gli operai della Piaggio a Pontedera. E farai una brutta fine, aggiunse. Il maresciallo non poteva sapere che quelli come me, a cui capita per combinazione, per caso, per amore di chi ami fino all'estremo, di fare letteratura e arte, appartengono ai rivoltosi  e rivoluzionari ricordati da Rimbaud, disposti a farsi maciullare santi o ribelli in qualche rogo o tortura, piuttosto che farsi addomesticare dal presente che chiede carriera, relazioni virtuose, produzione, misurazione del lavoro anche intellettuale, e niente rivoluzioni né in compagnia né singole.  

E se L’Olandese Volante rischia l'inabissamento è perché sono rimasto solo. Sulla prua. Nessuna voce poetica ha retto con compiti di direzione in coppia - dopo un mese o dopo qualche anno - a questo impegno estremo. Sono andati altrove on line: dove vige in auge e declamazione quanto ho sempre combattuto: ma non per me, bensì per un accesso rivoluzionario alle arti e per una esistenza anarchica e religiosa in letteratura e poesia.   


Ma si può rinunciare anche ad Einaudi e Feltrinelli e alla Galleria Peccolo e Marconi per amore e per coerenza politica!, e io l'ho fatto!, non so se mi spiego! Figurati se provo invidia per i miserandi che si stampano libretti da soli o si invitano in stand periferici per presentare le loro egocosmiche mitopoietiche perle storte.
 

 

Accio nell'agosto 2015 allo stele per il barbiere Paolo Fatticcioni


 

So di gruppi d’artisti e di poeti libertari che agendo in sigla, rinunciando al nome d’autore, producono scritti e disegni e fotografie. Lo fanno on line e nel reale delle lotte proletarie di resistenza. La strada è questa.

 


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