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PASSEGGIATA KIERKEGAARD

:: Claudio Di Scalzo: Lalo Cardellino Rondini Knabberchen. Giugno 1983/2018. Con preghiera senza volo dell'uccelletto Kierkegaardiano
12 Giugno 2018


Cds: "Il nascondiglio dell'Uccelletto mentre piove".

Tempera e collage su carta - settembre 1984

 

 

 

Claudio Di Scalzo

LALO CARDELLINO RONDINI KNABBERCHEN. GIUGNO 1983/2018

(con "Preghiera per stagione senza volo dell'Uccelletto Kierkegaardiano")

 

-Accio… ma tu stai singhiozzando! Cos’è accaduto?!?... parlami!!…

-Moccio e lacrime, Cardellino, la poesia migliore. Mi sono seduto in questa sera sulla seggiola di Lalo che ho portato giù dalla soffitta. E mi son messo a guardare le rondini che avrebbero lasciato il posto ai pipistrelli. A questo punto son scese le lacrime. Perché ò ancor sentìo le parole der mi-babbo parlammi. Ero tornato il giorno prima dall’Engadina. Era un giorno del giugno 1983.

Ci sono amori grandi e piccini. Come distinguerli se lo vivi?

Guarda queste e quelle rondini. Stai attento! Quando si stacca una dal volo e va verso il nido sulla Torre, l’altra lo segue. La raggiunge. Non tutti gli uccelletti fan così!

Lo vedi, Accio. Ci sono amori che scadono come il latte e altri che non si consumano come acqua sempre fresca dalla sorgente.

Ecco, Sara, chi mi aveva dato l’immagine che spesso ho ripetuto in questi anni, sull’amore latte poi rancido. Me l’aveva suggerita Lalo. E pensavo d’averla inventata io. Che struggimento m’ha preso a scoprirmi debitore dello snodo fondamentale del mio vissuto.

Il nostro amore non è scaduto come il latte! Ma Lalo allora pensava alla poetessa d’Engadina che raggiungevo se soltanto temevo stesse male o dolorante. E lei faceva lo stesso con me, per proteggermi, curarmi dalle mie tante follie. Perché mi prendeva intero! La rondine, tra le tante, segue l’altra al nido, sul filo per dondolarsi assieme. Non s’accosta a delle ali a un becco canterino a delle piume, ma all’intero.

Si chiama fedeltà, disse Lalo. Bene. Patto. Amore assoluto, aggiunsi io! Preferisco Amore vero. Che non scade. Mi corresse Lalo. Io con tu-mà… ci ho litigato tanto… ma senza di lei sarei come senza un braccio.

Le Lofoten, il 20 agosto 1984, mi portarono via tutte e due le braccia. Tanto che per portarmi ancora cibo alla bocca e resistere allo strazio ho dovuto darne il peso a Fabio Nardi.

Cosa fai, adesso, piangi tu!? Grulla. Basta uno dei due, l’altro consola e sta lucido. E’ la regola. Mia Rondinella Cardellina!

Chi ha vissuto amori piccini, o è per natura portato a sciupare quelli grandi, non può che scrivere banalità sull’amore. Banalità travestite da cultura. Più che altro inutili.

Io, figliolo, leggo i libri che hai in casa di Dante e Shakespeare e Ariosto e Tasso dove ci sono personaggi amanti. Più oltre vado di rado. A un camionista non si può chiedere di più!

Mio padre se n’è andato. Chissà in quale tomba ha dimora. Ho continuato a guardare le rondini e poi m'è venuto in mente un disegno, che stava in una mensola dell’armadio giallo. Dedicato a Karoline ed evocante me uccelletto, oh no!, non Falco ferito in questo caso, ma uccelletto senza nome proprio in cerca del buio.

Gli uccellini son stati così presenti, Sara, nella mia vita di monello e più avanti... che ho scritto un trattato intero di ornitologia per amore.

Ma davvero pensi che questa commozione sarà nutrimento del viaggio a Madrid? Perché ci son le rondini in Plaza Mayor? Oh scusami… ho detto un'assurdità. Lo vedi come sono scemo?... come dici?... che quando faccio così sono in tutto e per tutto Fabio Nardi. O Fantasio o Illusio.

Ne avrai cura, vero Sara?! Di loro, di me!
Ecco questo mi dispenserà dallo scrivere ancora. La tua cura così come lo sguardo di Lalo alle rondini mi basta. È quanto cercavo. Ora vado a mangiare un sorbetto. Però prima riporto la sedia in soffitta. Sulla spalliera ci sono incise due piccole K. Venne portata fin qui a Vecchiano, dall’Engadina, costruita da un falegname di Guarda. Dono per un uomo che fu poeta senza scrivere mai un rigo. Poeta più di me! a pari di Karoline Knabberchen e di te Sara Cardellino.

-Cos’ha scatenato il moccio e le lacrime i sussulti, Accio? Ancora uno sforzo amore mio! Poi da vicino ti stringerò a me come la Rondinella nel nido il suo Rondone! Se questa è la tua poesia più nobile, di moccio e pianto, che scorra goccia: ultima. Stasera!

-A scatenare il petto tamburo, Sara, è stata la semplicità delle parole di Lalo, ricordate: volo nido scelta da imitare nelle rondini di stare accosto nel bisogno nella cura a chi si ama. Prendendolo “intero”, anche con il male con i suoi difetti. (clikka: "Post Scriptum basilare di Karoline per Fabio" contenuto in "KK Esclusività"). “Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te”. Ti scrissi, l’anno scorso. E tu sei venuta. Questo è l’amore per me per Lalo per la Nada per Karoline per il Pazzo. Non ho avuto mai bisogno di giustificazioni intellettuali o di teorie per capire che non può che essere così. Loro i maestri le maestre per me!
 


Sara Cardellino
Domenica delle Palme, 2017 - Vecchiano



 

Nell’amore, se è assoluto, se è vero, se è grande e non piccino, contano le azioni! Non le apparenze. L’apparenza più pericolosa è la poesia, l’estetica, a priori e spesso a posteriori, che chi scrive cerca di ricavare dall’amore. Giustificando, nobilitando con le parole, le proprie azioni. A volte anaffettive, stupide, superficiali.

Ciò riguarda - seppure abbia compiuto ogni sforzo per vivere Rondine Piccione Uccelletto anonimo, Falco - anche me? Sta qui l’accensione del singhiozzo? Ha fatto tutto il possibile Fabio Nardi per salvare Karoline Knabberchen dal suicidio il 20 agosto 1984 alle Lofoten, isola di Austvågøy? Il Canzoniere di KK, i suoi libri sterminati, celano, anche dietro pagine che possono essere letteratura, un atto mancato? Un errore? Una colpa?

Non è forse stata una colpa aver vissuto, come autore, la mia vita dopo consegnandola all’estetica? A cosa è servito?

Tu raccogliendo la mia disperazione a Vecchiano, in un cellulare, adesso, promettendo l’abbraccio da vicino, il 18 giugno quando verrai, a Vecchiano, a Pisa, e prima di partire assieme per Madrid, nobiliti questo stramaledetto mezzo tecnico da tenere all’orecchio, e mi farai dormire sereno, nella stanza che guarda, come da Bambino Accio, la Torre campanaria della Chiesa di Sant’Alessandro, dove figlio di un anarchico, facevo il chierichetto per Don Gino. E, Lalo, amava questa mia dedizione, perché anche l’amore per Cristo, è amore assoluto. Che non scade!

 

NOTA NECESSARIA

(Ci sono poeti e poetesse che pensano di esistere in poesia con la tekné del loro linguaggio nutrito da teoria superlativa filosofica, e propongono, scartando l’avventura genuina nelle fratture imposte dal male e dall’ideologia, poesia retorica trasformandosi in retorici uccelletti implumi che senza ali, illudendosi di averne forti e piumate, cadono dal nido senza volo: morendo ridicoli tanto quanto aspiravano al sublime letterario. Perché la letterarietà e la tekné non è poesia né mai lo sarà. Poveri poeti e poetesse che battono “musate” al suolo sfracellando la loro lingua! L'OLANDESE VOLANTE (2011-2017) nella sua navigazione proprio queste nidificazioni inutili ha combattuto, negandone ospitalità sui suoi pennoni e vele.)


 




PREGHIERA

PER STAGIONE SENZA VOLO

DELL'UCCELLETTO KIEKEGAARDIANO
 

L'Uccelletto figlio d’alata ignota colpa pennuta si chiede stando sul ramo come faccia il bosco ad avere sempre voglia di brillare dopo la pioggia. Canto mio e foglia altrui madre e ramo di tanti in me padre… chi è il Signore del mio dolore che qui mi pose che di me si fa gioco nella sua pura immaginazione?

Viene la primavera e verrà l’estate e poi l’autunno e desiderio ho di fuggire dalle stagioni a me ostili perché d’ignota nascita il mio volo. Si commuova chi presiede al vanto del verde che più non mi riguarda, mi conceda la cecità su quanto il nascondiglio rivela, stolto o pazzo mi renda, perché son stanco di custodire nel mio occhio - lacrima non lo vedete? - la stella che porta il nome impossibile da scordare. Che la morte ghermì.  (Settembre 1984  - dal "Canzoniere di Karoline Knabberchen")
 


 

CDS: "Karoline Knabberchen e Fabio Nardi nell'agosto 1984" - L'amore assoluto e la Croce

40 x 50 - tecnica mista su carta con collage. Il Cristo di Grünewald

 


 

ACCIO

ADDIO E ANCORA  INCONTRO NELL’AMORE ASSOLUTO OLTRE OGNI ESTETICA

 

I

Non ho mai chiesto, a nessuno, niente per pubblicare,... né ancora lo farò,… ma se si deve salvare qualcosa, nel romanzo transmoderno che a me rimanda cioè parti d’esso sull’Olandese Volante, siano l’Addio di Sara Cardellino ad Accio che poi porterà al reincontro 5 anni e 5 mesi dopo… e quello di Karoline Knabberchen a Fabio Nardi nell’agosto 1984 (mai pubblicato e che ancora lo sarà finché sarò io vivo sulla terra). Epperò "Innocenza tua e mia" e "33 anni per tornare..." mi garbano tanto.

 

Karoline Knabberchen

INNOCENZA TUA E MIA

Fabio Nardi

33 ANNI PER TORNARE DA KAROLINE KNABBERCHEN

Accio e Sara Cardellino

I DUE ADDII DI SARA ESSERINO CHE DIVENTERA' SARA CARDELLINO


LA RIVIERA DEL BRENTA IERI E OGGI CON VILLA MALCONTENTA

 


Quanto vale nella poesia dell’essere, che diventa scrittura o immagine, non è come pensano gli sciocchi colti vanesi della forma, come essa si realizza nel segno nutrita da ogni superlativa filosofia,… bensì vale l’atto, semplice, che la generò. La fedeltà all’amore assoluto, che ha avuto Sara Cardellino e Karoline Knabberchen e Fabio Nardi. Questo è l’atto che poi genera - la folle speranza e preghiera - nel  reincontro oltre la morte. In altri universi. Vite. Clikka:"Decalogo feuilleton per la pomona dell'Olandese Volante al Campo della Barra..."

L’Atto di giungere dove nessuno può giungere, se non per amore che è scelto infinito, inscalfibile, roccia, come quello per l’amata per l’amato. Come quello per Dio. Così, evangelicamente, anche gli ultimi, anche quelli che non sanno scrivere, anche chi ha scritto soltanto una cartolina o un rigo, se l’atto è infinito nella fedeltà, sono poeti e poetesse secondo me!

Mia nonna Messinella, dopo la morte del marito Vittorio, nel 1944, aveva 36 anni, si vestì di nero, non si taglio più i capelli, sciolti da vecchi le arrivavano sotto ai ginocchi, e non ebbi più nessun uomo che non l’ombra di suo marito. Questa è la poesia che ho conosciuto crescendo. Attratto e stupito.

Aspiro ad appartenere, a questa immensa onda d’amore nel tempo terrestre. Che ha avuto i suoi insuperabili cantori: Saffo, Dante, Shakespeare, Dickinson, Modigliani e Jeanne Hèbuterne, Majakovskij e Lily Brick, Rimbaud e Verlaine. Dove non ci sia la letterarietà a priori o, soprattutto a posteriori, dove con essa s’abbellisce magari un amore che fu, nella sua conclusione, banale, impoetico, goffamente maligno. Scaduto come il latte. Inutile se era piccino volerlo far apparire, con la scrittura, grande! (come mi suggerì Lalo, guardando con me le rondini!). Inutile!! 

In ogni caso, se può ingannare gli eventuali lettori, che ne ricavi giustificazione chi scrisse tale bugia poetica, ulteriore finzione nella dismissione dell’amore da appaiare all’enfatismo dell’amore precedentemente vissuto come unico,… ciò, non può ingannare Dio. È l’atto che conta.

Di mia nonna, di chi ama ignorante di cose estetiche fino all’estremo, sono parente amico fratello.
In stessa maniera poeta e artista nel mio segno ambisco a ricevere amore non per cultura ma per le passioni che cerco assolute e non relative.
Il mondo contemporaneo, forse da sempre, si regge sull’Eraclito del tutto scorre, tutto finisce, tutto si trasforma.
Per me c’è sempre stato Parmenide, l'essere che non muta, Cristo con la Croce al suo centro.
Bastò un manualetto scolastico, il Vangelo, per aderire a questa verità a me adatta.

Non ho avuto mai necessità di battere "musate" in testi ritenuti da imitare da nominare maestri. Facendomi vergognare come "ignorante"!
Non ho mai riconosciuto a teorie letterarie ed estetiche il ruolo del sasso che cade nell'acqua del mio spirito portandomi i cerchi della sapienza della poesia.
Mi son nominato io stesso abbracciato all'altro sasso del mio amore che cadendo allargava passione e fedeltà all'essere nostro!
"Due piante nel nocciolo", come disse e scrisse Karoline Knabberchen per il suo Fabio Nardi!

A chi si è avvicinato a me, con amore e bene, e politica, sempre ho fatto presente com’ero e che in questo credevo.
E se qualcuno o qualcuna si sono avvicinati a quanto scrivevo nominandolo superlativo, verbo, intuendo che volevano sbatterci "musate", l'ho sempre impedito.
Dicendo che erano cose ideate e scritte da un povero scemo. Uno scrittore di campagna. Perché avevo e ho pena, per chi si pone a testa china dinanzi ad opere estetiche. E spesso d'infimo valore. 
Figurarsi se m'è mai passato per la testa di voler cercare seguaci, adepti, a qualche mia teoria od opera artistica. O di voler cambiare, con esse il destino della poesia. O delle arti. Queste son fissazioni, oggi, da malati. E chi le segue più malati e idioti di chi propone ciò. Flaubert direbbe che è una "stronzata" per stronzi. Dei Bouvard e Pécuchet che mentre ricopiano e copiano si credono depositari d'ogni sapere. Neppure ispirando la simpatia dei personaggi flaubertiani.

Ho condotto una vita sciagurata, colma di peccati, errori, e colpe. Non so se avrò perdono da Dio. Ma di un fatto sono certo. Sono stato fedele all’amore che nominai “fondante”. Con l’atto gli atti il vissuto. L'affidabilità!

Impossibile, per uno come me, che metta, mettessi, prima dell’amore da me dichiarato unico,… l’interesse verso un “dialogo” con colti intellettuali, lo scambio culturale su teorie letterarie, recensioni a libri pubblicati, aspirazioni a raccolte poetiche, a interpretazioni teoriche della poesia e di una qualsivoglia estetica. Il mio amore non è mai stato "piccino" in queste prassi miserande! A me estranee da una vita! Che portano la catastrofe nei sentimenti del reale vissuto.

Neppure se le avessero offerto la direzione del New Yok Times", Karoline Knabberchen, avrebbe lasciato la direzione del ciclostilato che inventava con l'amato Fabio Nardi.

 

clikka: Karoline Knabberchen: Esclusività
 

Con questo esempio, alto, magnifico di poesia e d'amore, potevo avvallare il 9 gennaio 2017? E non provare disgusto? e dolore infinito?
Neppure se in quell'infausto gennaio m'avessero offerto la direzione dell'Adelphi e in essa ogni libro da pubblicare a mia firma, avrei lasciato chi dirigeva con me L'Olandese Volante e la nostra avventura! ciclostilata elettronicamente!
Si sappia! Accio è questo! Fedele alla lezione poetica e umanissima di una donna morta trentaquattro anni fa e al suo fidanzato fotografo! Si sappia! 

L’amore che vissi che vivo non è estetico, è atto naturale del corpo dello spirito. Non cerca legittimazione né bellezza in un segno estetico, qualsiasi esso sia, in un luogo nominato letterario del mondo, ma nell’atto della fedeltà che si nutre del bacio all’improvviso, dell’amore per giorni su lenzuola bollenti, della mano sul petto per PATTO di accettazione dell’altro intero: Male compreso ed errori (come spiegò Karoline Knabberchen a Fabio Nardi mutuando ciò da Schelling); delle ciliegie rubate all’albero nel prato, della pastasciutta mangiata con tanto condimento, del gelato leccato ghiotti sui lungarni, della barca spinta al largo, della rete gettata con sapienza, dell’arrivo di chi dice di amarti se sei in pericolo, se soffri come una bestia per un errore per una colpa che fin da bambino ti addenta i garretti, della fedeltà al comunismo che non deve mai comandare (se non nella difesa della propria libertà anarchica) né accettare comando su di sé: da teorie culturali, che mirano a farti inginocchiare in gerarchia vassallatica. Invece comunità, orizzontalità, soviet per sempre! alla pari!! Comunismo.

Venivano i colti intellettuali nel mio cascinale, di Lalo e della Nada, e pensavano di impressionarmi coi libri letti, le cattedre, le pubblicazioni... non me ne fregava nulla! dei loro titoli e vite in letteratura e filosofia... io sapevo guidare il camion OM 42 fin dai tredici anni, levare l'ancora alla barca, farmi un fuoco, cacciare il cinghiale, difendermi a mani nude da chi m'aggrediva, e avevo l'amicizia del Pazzo, amico barbiere, che poi era come vivere alla Butch Cassidy e Sundance Kid... (clikka: Legna tagliata con storia di trattori di camion di due monelli come Accio e Il Pazzo. Con dedica a Sara Cardellino)

La vera sapienza è l’amore assoluto, il bene senza fine, la rivoluzione permanente contro chi possiede merci e vuole smerciarle, intellettuali, comprese. Questo sapevo.
Questo ho sempre detto a chi mi ha avvicinato. Soprattutto a chi disse e scrisse d'amarmi senza fine... come io facevo. Alla pari. E se quanto affermo è melodramma, fumetto, feuilleton, racconto popolare, ... di genere basso per sincerità... ne sono fiero. Aspirai a vivere, e ho vissuto, in questo modo nel darne, così, riflesso in quanto scrissi dipinsi fotografai. Lascio le opere che cambiano il genere umano per altezza e unicità d'alta fattura agli altri. Io con i miei scarsi mezzi son giunto fin qui. E mi basta!

Si salvino di me pochi righi da ogni Canzoniere che scrissi… mi sospingano a stare nell’amore eterno.


 

                                    

Sara Esserino, a Venezia, Luglio 2011,
dice ad Accio delle angosce che nascono in lei dal loro Amore.
Messo in pericolo dal riverbero che Accio gli dà in estetica


 

2

Da questi addii, poi, per una sorta di “miracolo mistico” il reincontro, uno qui sulla terra, la Domenica delle palme 2017, 9 aprile, con Sara Cardellino e l’altro, che, in tutta mia fede e speranza, avverrà dopo la mia morte. Quando Fabio Nardi incontrerà ancora la sua Karoline Knabberchen. La sua "Ranocchietta svizzera"

Voglia iddio, che tutto quanto ho scritto, migliaia di migliaia di pagine; migliaia di dipinti; miglaia di fotografie; centinaia di pagine sulla musica,… servano, andando perse,... a quanto aspiro io, Accio, e Fabio Nardi.

Questa la mia Religione-Comunismo-Estetica, nella sua utilità, per la salvezza. Altrimenti non è nulla! Non vale nulla!

Dove giungo per amore, altri non giungono. Né giunsero accettando l'amore con la data di scadenza.
Sono adatto a vivere con chi giunse come me, in questo luogo. In vita in morte. Sono animale adatto a vivere in coppia, come i piccioni; ma so stare solo sulla mia pista nella mia navigazione. Fino in fondo se accorre. 
Questa la vita di Accio! Nella fine dell'avventura. "E' deciso si muore col vestito migliore". Le mie vesti non sono pagine di libro ma gli atti belli e brutti che compii, le azioni, la vita reale, gli amori persi e ritrovati da ritrovare. 

Altro non mi serve. E questo è un Addio a ogni estetica.
 

Vecchiano - 28 giugno 2018



 

CDS: "Karoline Knabberchen all'ultimo sole"


 

Claudio Di Scalzo

IL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN

Il Canzoniere di Karoline Knabberchen, è un immaginario, per estensioni tematiche, che tiene in sé presupposti speculativi che sono anche carne e sangue, reale, di un’avventura poetologica e narrativa. Romanzo. Il personaggio di Karoline ha il cuore angelico oceanico, e può contenere anche altre firme, che ne dilatano il battito. Come per il fumetto e cinema e serie televisive auspico che altre firme ne scrivano un altro lemma, di questa partizione. Transmoderno.

Nel suo viaggio terrestre e da presenza oltre la morte Karoline ci dona il suo elenco di illusioni e allusioni perché noi si possa, io e Fabio Nardi, comporre l’atto consustanziale alla sua biografia con testi creativi che siano anche recita, preghiera, religione, alchimia. L’angolatura prospettica della storia di Karoline Knabberchen morta, taglia la parola personale perché accolga nella ferita un sistema di immaginario in dialogo con la prosodia, la cadenza, il respiro adatto ai nomi del reale e di quanto lo valica.

La presenza della "ranocchietta" saltellante Knabberchen, noi due, Claudio Di Scalzo e Fabio Nardi, la conduciamo nelle pieghe del mondo per danzare ogni rapporto di creazione linguistica come fuoco in-fatuato tra pagina stampata ed elettronica, sperando somigli a fuoco divoratore dei tempi a noi consentiti non spegnendosi. Scriviamo perché la voce di Karoline Knabberchen vinca ogni consumazione. E resti racconto per chi la vorrà incontrare.


L’arditezza si confà a questa scommessa, nostra, con la delicatezza di una giovane donna svizzera, che sostò a Pisa, nei primi anni Ottanta, e nel paese di Vecchiano, e che molto viaggiò nella sua breve esistenza (Guarda.Engadina 17 IV 1959 - Lofoten.Norvegia 20 VIII 1984), a volerne raccontare, nei generi più diversi, ogni reale extratestuale per proliferazione di eventi e apparizioni.


Dai rami del bosco a Guarda, dove Karoline nacque, arriva il muschio del tronco che s’affida a un nord perenne, e la fragranza scaldata dal sole autunnale dei rami a Sud. Se immaginate chi scrive che questo tronco abbracciano avrete il rigore circolare costruttivo che ci anima.


Però il poema necessità che il bosco e il tronco e i rami da noi scelti guardino il mare, e noi con loro, l’oceano e il cielo stellato che di esso fa calco nel visibilio di certe notti, perché noi cerchiamo una semantica della forma che sia pura, e il Sacro s’accosta soltanto all’immensità. In questo processo, e ci sentiamo molto antichi, le nostre identità si mischiano negli spazi vissuti a quelli da vivere, all'intreccio del già scritto a quanto verrà versato nell’abisso concavo dell’immaginario. E le nostre psiche avranno la loro morfologia - spacchiamo il presente nel passato e futuro, invertiamo i tempi - nello sguardo della donna svizzera che ci guida.

Ogni procedimento artistico diventa, se sposato, un anello da portare al dito indice con cui si scrive; io e Fabio Nardi nel Canzoniere di Karoline Knabberchen ne accettiamo che esso distringa la mano e le ossa e la pelle nella crescita del procedimento artistico perché ogni lacerazione reale abbia legittimazione nella trama iridescente della fascinazione di quanto verrà letto e guardato nell’opera avendo al suo stesso interno la finzione della poesia: perché ogni anello ti consegna a una fede e insieme ti lacera le falangi se mai volessimo staccarlo dall’impegno preso. L’amore per Karoline Knabberchen è per sempre!

La tensione nell’immaginario per Karoline è unificante. Come la paglia tagliata conserva l’oro e la recisione della falce.


Ogni rappresentazione porta con sé l’eterogeneità e sta alla tensione unficante – useremo la dialettica? – estrarre dal caos del “racconto” quanto ha forza detto mito del sacro nella vita nella biografia poi morte e quanto vale meno di un’ombra di scodella rimossa vuota dal tavolo.


Karoline Knabberchen raggiunse con Fabio Nardi, la tomba di Giovanni Boine a Imperia/Porto Maurizio. (Da questo viaggio la raccolta: Clikka: Karoline Knabberchen: La Resurrezione di Giovanni Boine) Una tomba può rivelare che quanto sembrava noto nasconde l’gnoto in cerca d’altro nome. L’esperienza stratificata nell’oblio del poeta ligure rivela che il nostro immaginario è sempre affamato di alterità, verso quanto si rivela dedizione, custodia, cura, e anche un gorgo nell’oceano può somigliare ad un fiore che ancora fiorisce nel circolo dell’eternità da depositare dove la pietra parla.

 

PERSONAGGI PRINCIPALI

DEL "CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN"
 

KAROLINE KNABBERCHEN

Poetessa svizzera che studia letteratura e filosofia all’università di Pisa

e che si suicida venticinquenne alle Lofoten, Austvågøy, il 20 agosto 1984

FABIO NARDI

Fidanzato vecchianese di KK e artista fotografo dalla vena eclettica

LIBERTARIO NARDI

Babbo sempre evocato senza tomba fissa

ELVIRA SPINELLI

Madre di Fabio, sarta in ogni luogo apprensiva

ETEOCLE SPINELLI

Nonna di Fabio

ANDRI KNABBERCHEN

Padre dei pomeriggi in barca

GERDA ZWEIFEL

Madre severa, signora degli incubi

RUT ZWEIFEL

Nonna dei garofani rosa

UGO SENTITO

Filosofo misteriosofico

 

PIANO DELL'OPERA

KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN VITA

Libro-Introduzione

"Le età dell'angelo svizzero Karoline Knabberchen - Diario Bagnato"

La freccia di sabbia. Libro Primo. Due tomi.
Due piante nel nocciolo. Libro Secondo.
Bave. Viaggiatori da Biblioteca.
Ornitologia vecchianese ed engadinese da banco per KK.  Libro Terzo. Due tomi
Quaderno illustrato vecchianese. Libro Quarto.
Viaggio intorno a un volto. Libro Quinto. Due tomi.
Spuma sulla carrucola in risalita. Libro Sesto.
Anello Rovente. Libro settimo.

KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN MORTE

Il verso annuale della ranocchia. Fiabe del camino.

Telegrammi sott’acqua. Candele spente
Come apparve la morte a Karoline Knabberchen. Libro ottavo

Karoline disegna. Libro Nono.
Filosofia da baita. Proiezioni musicali. Libro Decimo.
Tavolozza per Gaudio e Requiem. Cardiodramma. Libro Undicesimo
Fabio Nardi - Karoline Knabberchen. Epistolario. Lettere. Biglietti postali. Cartoline. Libro Dodicesimo
La Resurrezione di Giovanni Boine. Libro Tredicesimo

Del “Canzoniere di Karoline Knabberchen” in trentasette anni sono stati pubblicati pochi estratti da “La freccia di sabbia”,
“Quaderno illustrato vecchianese”, “Viaggio intorno a un volto”,
“Cardiodramma”, soprattutto sulla rivista poi annuario Tellus, e sporadicamente in mostre collettive di poesia visuale negli anni Ottanta.

CDS cura il racconto illustrato in versi e prosa e fotografia: "Karoline e il fotografo"

 

SULL’OLANDESE VOLANTE - Barra Rossa - ALCUNI CAPITOLI

DEL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN

 

CLIKKA

KAROLINE KNABBERCHEN D'ENGADINA

Karoline Knabberchen

Karoline Knabberchen ammalata

Karoline Knabberchen - Innocenza tua e mia

Karoline Knabberchen frammenti viaggi

Karoline Knabberchen prose

Karoline Knabberchen viaggio in Svezia

Libro perduto di KK

Lettere di Karoline Knabberchen e Fabio Nardi

 


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