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BOINE e KNABBERCHEN

:: Claudio Di Scalzo detto Accio: Quando Karoline Knabberchen incontrò Giovanni Boine in Engadina
01 Gennaio 2021


Fabio Nardi: "La casetta dell'amica di Giovanni Boine a Guarda" - 1980
 a Karoline Knabberchen




 Lucca Giovanni Boine Karoline Knabberchen



Claudio Di Scalzo

QUANDO KAROLINE KNABBERCHEN INCONTRÒ GIOVANNI BOINE IN ENGADINA

 

Caro Fabio Nardi...

non sorprenderti se solo oggi ti scrivo di questo giovane che ho conosciuto a passeggio nei boschi di Sils Maria, giorni or sono, e di cui dovresti essere geloso: è un ligure di nome Giovanni Boine, e si trova in Svizzera per curarsi dal mal sottile. T’assomiglia in volto, ma con negli occhi un indugiare dentro l’inguaribile pena d’ogni cosa; e in lui questo sguardo assume i tratti dell’ineluttabilità che in me non domi.

Di molto parliamo nelle nostre passeggiate, e certo ti spiacerà sapere ch’è poeta (“poeti onnivori ciarlieri”, mi scriverai, non è vero?), e che m’ha chiesto di raggiungerlo a Porto Maurizio, dove la sua famiglia ha casa. Passeggeremo tra gli ulivi, e tu dove sarai, Fabio Nardi? A lui, sappi, concederei volentieri un bacio, se me lo chiedesse; ma non lo farà; e tu ancora una volta ti sarai salvato a che il tuo possesso di me sia intiero.

Ed io, Fabio?, io sono salva?

Ho la tendenza a credermi impigliata dentro un folto manicheismo che fiacca l’animo: una tempia volta al Bene, l’altra al Male che assolutamente mi cercano. E mentre tu alzi il sopracciglio, scettico dinnanzi alla mia fronte surrealista, lui mi scongiura di compiere assieme l’impresa d’una rivoluzione religiosa, e lo chiede a una protestante che somiglia in cuore a Giovanna d’Arco, mi sussurra come dentro una culla di mistero.

Non mi curo d’altro che di comprendere fino a che punto anch’egli si senta separato dal mondo, mentre tu risiedi in ciò da cui mi disgiungo. E perché a te, più d’ogni altro essere, io tenda.

Lasciami in questo delirio breve e delicato, senza febbre. Sai quanto sia facile per me amare i morti.

Tua Karoline Knabberchen

 


"Boschi di Guarda Engadina" - a Karoline Knabberchen 1980
Fabio Nardi




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In questo brano, del 1980, anche inquietante e d’una fine bellezza metafisica, Karoline Knabberchen (Svizzera Engadina Guarda 10 aprile 1959 - 1984 20 agosto Norvegia Lofoten Austvågøy) compie quanto poi sarebbe parecchio invalso nella letteratura nel fumetto nella fantascienza nella pittura, e cioè di incontrare autori della letteratura dell’estetica per ricavarci nuovi capitoli. Io e Karoline assieme avevamo letto Giovanni Boine da me studiato anni prima con Silvio Guarnieri in Università a Pisa,

Giovanni Boine era stato realmente in Svizzera, nel sanatorio di Davos, per curarsi dalla tisi. Qui Thomas Mann ambienta il suo romanzo “La montagna incantata”. Karoline Knabberchen soffriva di una tosse che l’accompagnava spesso nelle sue giornate. Non era ammalata di tubercolosi: il suo tossire aveva altre origini.

Sopra Giovanni Boine molte sono le pubblicazioni sull’Olandese Volante, e sul weblog a lui dedicato.

 

 

 


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