Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi
CON LA NIKON COOLPIX FOTOGRAFO DA GRAND PRIX
a Libertario Di Scalzo detto Lalo
a Chiara Catapano-Rina Rètis
Ai primi di aprile, a Lucca, Chiara Cì, sapendo che a breve sarei partito con la mia classe valtellinese per una gita a Parigi, mi ha regalato la Nikon Coolpix L29. È la più economica in produzione Accio, mi ha detto, ma se ne avrai voglia, scatta qualche fotografia, un tempo “avevi un certo mestiere”. Ho preso la digitale, ho baciato chi me la donava. Sì, un tempo avevo un certo mestiere, quando ero Fabio Nardi: fotografo che smise di fotografare e cancellò il suo mestiere dopo il suicidio dell’amata Karoline Knabberchen (Guarda Svizzera 10.IV.1959 – Lofoten 20 VIII 1984) in Norvegia. Nel contempo, siccome io e Chiara abbiamo un romanzo in poesia e prosa, da proseguire, come il “Canzoniere di Karoline Knabberchen”, dove sono un Fabio Nardi sale e pepe e lei una giovane scrittrice di nome Rina Rètis, mi sono detto che avrei usato la digitale “alla mia maniera e nella maniera”. E l’avrei fatto come autore e come personaggio. Sapendo di avere uno stile, la mia maniera stilistica riconoscibile (o che torna dopo la distruzione di ogni mia fotogramma da parte della madre Gerda Zweifel all’indomani della tragedia) proprio a Parigi (che ruolo ebbe per Nardi e Knabberchen nel 1984), con pochi scatti di prova, sapendo, sapendo parecchio, di stare dentro il caos di una maniera fotografica digitale praticata da milioni di persone on line: e che quindi la fotografia ha perso ogni significazione estetica novecentesca in cui un tempo confidai. Se tornerò alla fotografia come Di Scalzo autore, come Nardi personaggio, sarà un’avventura in questa cornice. Dove però chi ha un mestiere non lo perde e la scommessa sarà sommarci l’epoca presente. Dopo la parola e la pittura ora è tempo della fotografia. Mi dico. E all’artista può bastare una bic, sparsi tubetti di tinta, una semplice Coolpix L29 donata con amore e con l’invito, ancora, all’avventura nei segni, come si conviene a chi fu ed è Accio figlio di Libertario detto Lalo che nei primi anni settanta mi regalo la Nikon F1. “Metti tutto a fuoco compagno”, mi disse, “te stesso e il mondo con chi ami”.
Sì, ho un certo mestiere ho chi mi protegge. Sarà bella l’ultima avventura nei segni con Chiara Cì.

Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi
"Il terrazzo rosso del costruttivista a più non posso"
Paris, Avenue Jean-Jaurès 16 aprile 2015
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Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi
Terrazzo costruttivista piantato in vista
Paris, Avenue Jean-Jaurès, 16 aprile 2015
(...CONTINUA)