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Alice Pagès

:: Claudio Di Scalzo: Diario dall'auto su strada piovosa di Alice Pagès
15 Settembre 2011


CDS: "Piove sulla superstrada Firenze-Pisa", 2008

 

 

ALICE PAGÈS

Diario dall’auto su strada piovosa 


 

1

Anche il cielo piange con me, sa benissimo che la corsa su questa strada bagnata non mi condurrà oltre un'anonima alcova. Sa benissimo che l'illusione di quel flebile raggio di sole lontano è miraggio di felicità! 

Vittorio sconfinata pioggia riaffiori in ogni goccia che dal cielo cade sulla mia guancia. Ma ora la capote la chiudo!

 

2

Mordo la mela e un pensiero per te; inghiottisco il seme e un po' di bugie; mordo la polpa e mi gratto il naso sul volante; butto le bucce dal finestrino e quanto resta del sole di carta in me.

Prometto, Vittorio, che ti mangio tutto. La mela è lo spuntino. Ho fame anche di sentirti. Però tutto pende. Come questa strada che risulta storta nella foto. 

 

3

Parlo sussurrando all'uomo che tengo nell'occhiello della camicetta, dove s’intravedono i seni;  oggi devo essere libera di sedurlo, guardarlo e dirgli "ti amo" anche sotto l’acqua e a 160 chilometri di velocità. Quest’amore ha lasciato il segno su qualche autovelox. La multa metterà la data al diario di questa giornata verso Viareggio.

 

4

Ho dormito male, stanotte, e guido male. La terrazza ha depotenziato la mia abilità d'automobilista. Stare in auto sotto un nubifragio attorciglia i sensi attira brutte paure... sparirebbero se tu fossi qui, se toccassi con mano quanto di più astratto esiste di me in auto: l'amore per te su quattroruote! Ma non ci sei, c'è solo una gran confusione di lampi, di turbini... mi volteggiano attorno urlando, deridendomi stringendomi nel soffocante rettilineo... Non c'è Male né Bene a cercarti in questa giornata nella città dove magari non ci sei, c'è soltanto un'insostenibile impotenza. Sconfinata demenza. Autoanalisi da carburatore. Rido tra me. "Ma ti amo con tutta me stessa". Rido  e piango in questo abitacolo, lo immagino scrigno dove smettere di piangere altrimenti rischio di far arrugginire tutto.
 

5

Animali. Basta rallenti e sui cigli e nella campagna ci sono animali con penne e altri senza; alcuni hanno la lingua altri no; qualcuno canta; altri fischiano a malapena nella tempesta. Mi sembrano proprio scemi. Chi vola, chi salta; il mondo è ricoperto esclusivamente di animali, lungo la strada che porta a te, Vittorio, alcuni più presuntuosi di altri, tanto che si credono uomini.

 

6

Soffia il vento sopra una quasi sera di solitudine. Sbatte il regno surreale dei peneumatici sull’avidità dell’asfalto, offrendo un’inequivocabile assenza di te. Solitudine da abitacolo. Dove accudire desideri malconci: ma li difendo, li nutro, li allevo, li ingrasso e poi li uccido con la velocità stordente. In auto sono di più in balìa dell’improvvisazione che non sulla terrazza. Dovrei mettere il pianoforte in macchina. Obbedisco alla legge assurda della sopravvivenza se corro verso te in questa giornata da putiferio? Da apocalisse acquea?!

 

7

"Così impari...." al telefono hai detto così. Imparo che? Imparo cosa Vittorio? Imparo quanto? Imparo quando? Imparo dove? Chi mi insegna... a prendere... a succhiare... a belare? Tu?! Vittorio che regni  nel castello immaginario di una città di mare reale con troppa moda irreale? O posso esclamare: Tu amore mio!

Perché, a quanto mi hanno detto le bestie intraviste dal tergicristallo in azione, essere ingorda di Vittorio è peccato tremendo; lo sapevo, Vittorio è pozzanghera per la mia sete: esca per le branchie con cui respiro; dunque questo puro assemblaggio meccanico di donna al volante rischia parecchio; di carburarsi con pensieri folli, d'accellerare l'eroina negativa che dentro di me si nasconde: che combina azzardi affibbiandomi la colpa...

  

8

Prima di entrare in città facciamo un ripasso. Di matematica amorosa. Voglio essere preparata dinanzi alla tua logica da fuggitivo in Amore. Sotto la RADICE QUADRATA del tuo mento raccolgo foglie, gusci e spine di castagno, e cercando  il tuo cuore troverò un ago, una daga, una lancia, acuminate lame da guerra continua, e saltandoci sopra a piedi uniti, sentirò un gran dolore che in PERCENTUALE va da + a - INFINITO (ovviamente calcolato dall'ASINTOTO del mio COSENO).

Ma se è vero che tu sei il mio VETTORE, come io sostengo; sei il punto di forza che mi lega all'esistenza, in pratica è come mettere il guinzaglio a una meteorite. Mi capisci Vittorio? Bene, sono felice,... per questo il mio amore per te cresce in maniera ESPONENZIALE mentre guido nel piovasco giorno. All’ultima curva prima della piazza dove devi per forza ettendermi.

                                                             
 

NOTA

Alice Pagès nasce nel 1989 a Pisa. Nelle sue scritture, diaristiche e in prosa breve, racconta la sua età, le sue passioni per la musica, la sua psicologia, e, molto, il legame con Vittorio della Croce. Fidanzato poco fedele. 

Alice Pagès è un personaggio su L'Olandese volante Transmoderno. Viene pubblicata in cornici di Narrative Art e Narrative Photo. E dipinta in modo espressionista. 

 

 

 


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