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Alice Pagès

:: Alice Pagès: Settimana agostana della lontananza irrimediabile
20 Marzo 2015

 
CDS: "Alice Pagès angelo da terrazza, I" - marzo 2015

 

 

 

Claudio Di Scalzo

LA SETTIMANA AGOSTANA DELLA LONTANANZA IRRIMEDIABILE

(diario di Alice Pagès)

 

-7

Vittorio mi sembra impossibile non poterti raggiungere.... Sarai in viaggio oppure già arrivato in questa Amsterdam che non so cosa ci vai a cercare? Stamani ho letto come non facevo da tempo, ho ripulito la stanza dalle inutili cartacce e dalle matite spezzate per dispetto.

Sulla terrazza c'è un vento caldo che scompiglia i capelli, neanche l'aria mi sembra uguale, anche il pianoforte sigillato sembra non sopportare la sua inutilità.

Fuori è ancora notte, il vento si è calmato e io... vorrei essere una civetta olandese per vederti nella tua camera d’albergo...

 

-6

Notte tra stelle e diario prima stracciato e poi ricucito.

Il silenzio, ramaiolo di latta per raccogliere briciole di fiato sperse nel caldàio di me. La luna... disabile... che più non si raccencia, rende il buio più nero; scelgo nel mazzo dei riflessi lunatici quello da imbustarti, prima però lo bacio, come fossero le tue labbra, lo stringo come fossero le tue spalle e col lucidalabbra al mirto ci scrivo... non imparo a stare senza te!

 

-5

Buongiorno, Vittorio… Stamani ti mando un bacio che sa di... pesca:

pesca al limone gustata stando seduti sulle mura di Lucca in pieno luglio, leccando lo stesso nocciolo... o lo stesso universo...

(I giorni ora stanno sulle dita di una mano, i giorni… il pollice mi dirà che manca proprio poco, l'indice che sei sulla strada di ritorno stanco ma allegro; il medio suggerisce che al rientro ti sarai dimenticato della “Alice saporita pernice”, l'anulare che c'è ancora tempo prima di sentire la tua voce al citofono, infine il mignolo... è socchiuso, tenero, in accordo con il giorno quasi finito...)

 

-4

(Mielosa, stamani mi sono alzata così. Punto e basta.)

Quattro... come i punti cardinali: nord-sud-est-ovest... servono a poco, dato che tu sei il mio orientamento...

Quattro... sono gli elementi naturali: acqua-fuoco-aria-terra ...e tu sei acqua che scioglie il deserto, sei lingua  che brucia passione, sei aria che arricchisce, sei terra emersa in un oceano di vaghezza.

Quattro... i semi nel gioco delle carte: fiori (quello scelto per svegliarti), quadri (rosso geometrico dove rinchiuderti), cuori (...vorrei dire “i nostri”, ma ho paura...), picche (...forse il 2 ...quello che starai giocando sul sofà di qualche tradimento...)

Quattro sono gli elementi dei Lakota nella Danza del Sole: pensa un po’ cosa mi viene in mente…

WACHANTOGNAKA (generosità), WOOHITIKA (coraggio), WOWACHINTANKA (forza d'animo), WOKSAPE (morale e saggezza) e se saprai interpretarli sarò la tua squaw fedele.

 

Foto ripresa da un sito russo 2007

 

 

-3

Ieri pomeriggio ho corso seduta sulla poltrona gialla... galoppavo... fuggivo, forse.

Ho provato la sensazione d'essere braccata, pedinata, inghiottita a volte superata ma senza riuscire a vedere da chi o da cosa... Alzata, come per voltar pagina, giro seminuda nella stanza, mi sono seduta sulla terrazza, indossando alette da angelo, proprio quelle per il carnevale a Viareggio, ricordi?, e dopo essermi raccolta le ginocchia al petto, continuo a sentire le gambe muoversi, i muscoli contratti per distendersi nuovamente e poi la fatica, un'enorme fatica spiegata dal tamburello sulle tempie... Nonostante il piumaggio sulle spalle avverto un'arietta da limatura, petulante sul collo, allora sono tornata in mansarda, ho chiuso la finestra per bloccare ogni scherzo torrido agostano. Una goccia di sudore m'è caduta sul labbro superiore e d'istinto l'ho leccata... salata. Molto!... neanche fossi raggiunta da uno schizzo di mare come quel pomeriggio sugli scogli a Marina di Pisa...

Ho chiuso la finestra, dicevo, e mi sono educatamente accomodata sotto al tavolo col panno verde, quasi fossi carta scoperta o fiche ruzzolata da qualche tasca truffatrice. Ho l'impressione di stare sull'altalena sopra un crepaccio di limo... il solito alito pungente che ho avvertito dondolandomi sul muretto della terrazza. Per fortuna sono al sicuro sul pavimento. Crepaccio o meno intuito.

Come si capisce se uno corre perché ne ha voglia o perché inseguito e deve scappare? E chi rincorre, lo farà per sempre, come chi fugge oppure certe volte la rotta s'inverte?... che so, magari una corrente bizzarra...  bussola impazzita...

Quando torni Vittorio che ho bisogno di te? Mi pencolo sulla terrazza come un angelo ubriaco.

 

 

-2

Basta! con l'essere la piuma, anche da angelo nero, per ogni tuo errore e basta! anche prenderti i meriti che non hai, che con eleganza trafughi! ...da domani dovrai cercare altro dove riporre l'esuberanza spropositata, il senso del possesso, del dominio! Caro il mio cavaliere viareggino che... tanto gentil e tanto onesto appari... col bel vestito in cotone chiaro, cucito su misura come le paillettes sul corpetto ...e poi?! A musica finita che succede? Che succede quando il disco del tuo piacere non gira più?, e gli applausi non lievitano il tuo ego? ...Che vuoi che succeda ...mi rinchiudi in quell'umido sgabuzzino, dove  l'odore di mucido mi stermina l'epitelio olfattivo... te ne vai e mi lasci sola al buio... E io aspetto. Aspetto ubbidiente.

 

-1

Buongiorno amore, sto iniziando a essere frenetica, impaziente... non ce la faccio più... Mi manca sentirti ridere. Mi mancano i baci, le carezze della sera, i risvegli la mattina da rileggere per tutto il giorno, mi manca la tua voce (che a volte diventa quella della mia coscienza), le mani che mi scivolano addosso più di una lama sul ghiaccio.

Oggi mi viene voglia di piangere!...

In casa galleggio come i fiori di camomilla nella busta di carta. Compressi. Repressi. Essiccati. Setacciati.

Mentre cercherò il modo per non pensarti... spero tu sia in viaggio per il ritorno...

"Son triste” quando percepisco somiglianza tra l'immagine riflessa nello specchio e me. Quando il mio grugno si spiaccica su quell'essere liscio e stridulo... la pelle s'arricciola in tutti gli angoli... che disgusto, che impressione! Lo sai, fosse per me tutte le superfici specchianti potrebbero schiantarsi nell'attimo stesso in cui penso che accada, poi l'inevitabile... E sono sola a quel punto! Sola e triste, perché credevo di aver paura di morire, in realtà la mia paura più forte è stata quella di nascere... e come nei compleanni si conta l'anno compiuto, io ogni 14 luglio penso: sono morta da 20 anni e un giorno... e chissà quando mi toccherà rinascere...

In certi momenti non ho bisogno di niente, te l'ho detto, mi sento cicatrice, tessuto privo d'elasticità, il mondo mi rimbalza proprio lì, dove io non sento... mi capisci? Non lo prendo, non riesco a prenderlo e non so se questa è una conseguenza o una causa del mio essere oppure solo un alibi della mia fragilità (incoerenza?).

Ieri sono state queste domande insinuanti e taglienti a ferirmi, seduta sul muretto, a farmi male. Ieri sono stata sconfitta, evidentemente, se fossi stata più forte non mi sarei chiusa in casa lasciando la bottiglia di birra come firma dove sedevo angelica. Che paura ho avuto! Notte con incubo. Mi sono trovata in una città (la mia tra l'altro), con la gente che mi schizzava da ogni lato e io che non avevo nessuno a cui raccontare le mie menzogne! Come potevo non continuare la trama con me stessa, dico io! E così nasce il mio teatro, talvolta ironico, talvolta melodrammatico, talvolta incompreso, talvolta disperato... Hai ragione quando dici che devo imparare a “relativizzare” tutto... me per prima, l'amore per ultimo.

Se riesci a raggiungermi dopo l’atterraggio al Galilei di Pisa, fallo senza indugio... ho un così forte bisogno di stringerti senza dire niente che mi sembra perfino impossibile che tu non ci sia! A volte l'impossibilità di averti mi dilania... non sei sostituibile, purtroppo, nessun placebo.... nessun palliativo... nessun surrogato... nessuna alternativa allo sconfinato “sentimento” che mi lega a te... (posso raccontarmi che è amore?!)

Alice confusa-tanto ti peso che diventi aria, ti respiro, t'ingoio... tutto... (2007)

 

 

 

 

 

NOTA - CDS

Alice Pagès nasce nel 1989 a Pisa. Nelle sue scritture, diaristiche e in prosa breve, racconta la sua età, le sue passioni per la musica, la sua psicologia, e, molto, il legame con Vittorio della Croce. Fidanzato poco fedele.  

Alice Pagès è un personaggio su L'Olandese volante Transmoderno. Viene pubblicata in cornici di Narrative Art e Narrative Photo. E dipinta in modo espressionista. Le tavole "Quaderno di Alice Pagès" in serie progressiva illustrano le vicende del personaggio. 

 

 


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