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:: Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi: Aspetto l'Olandese Volante canta Senta
21 Gennaio 2013

 

 Bonington (1801-1828) - "Marina"


 



 

Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi

ASPETTO L’OLANDESE VOLANTE CANTA SENTA
 
Sta nella Ballata di Senta “il seme di tutta l’opera" scrive Wagner. Ed osa quanto prima era tecnica per la musica strumentale e non per l’opera. Osa pensare musica per il racconto cantato del tragico sapendo che ciò impone anche il non pensare musica per gli eventi fino alla radicalità d'ammutolire ogni suono. Per lasciare spazio soltanto alle pulsioni. Se ascolto questa ballata immagino la mia follia ad aver cercato Senta per tutta la vita. Si dice l’Uomo che sta per scrivere una narrazione sulla musica di Wagner, e precisamente su L’Olandese Volante, Der Fliegende Hollander. Si producono emozioni con l’assenza di quanto cercato, e anche musica, se l’attesa diventa una Religione. Questa è stata la mia tragedia. La vita esteriore diventa pura parvenza come lo è l’acqua solcata dallo scafo della nave nella ricerca estrema. Diventai artigiano della parola, artigiano non artista, della lingua che corrisponde all’attesa di Senta per inventare la metafisica della morte di Dio che risorge con la musica di là da ascoltare, pensa l’Uomo nel gennaio alpino del 2013. Entrano forse le terre di Norvegia nell’opera? Si vedono? No! Eppure ci sono. Tangibili. Nell'opera di Wagner. Qui sono stato fino alle Lofoten. Il soggetto andò in pezzi davanti al gorgo oceanico, ma lì morì e risorse (oggi lo so) muore e risorge Senta-Karoline per ricostruirsi nella ricerca infinita assieme al trovato Olandese. Per uscire dalla rovina, ci vuole la fede che l’incontro avverrà, che lo scarto tra musica pensata e sua elevazione - per come s'alza dagli strumenti dal canto sul palco - verrà colmato così come ogni separazione tra attesa e arrivo dell’Olandese nel porto, con Senta che riconosce l'atteso: allora, e soltanto allora, sembrerà, e così è stato, che la separazione sia durata il tempo necessitante a che Wagner scrivesse la tragedia; non una vita intera, per lui. Quasi tutto il mio tempo, si dice l'Uomo, per me.
 
 
 
Scenografia di E. Pretorius (1883) per L'Olandese Volante
 
 
 
Una strana nave stava nel mio sogno, dice Erik a Senta, per scuoterla e farla decidere a sposarlo. Dalla nave è sceso Daland e uno straniero vestito di nero. Tu, Senta, ti sei lanciata verso lo straniero, gli sei caduta tra le braccia, lo hai baciato e insieme a lui sei salita sulla nave e ti sei allontanata per sempre. Senta capisce che la sua vita è ancorata alla falsità dell’umano ragionevole, lei desidera quella partenza con tutta se stessa, chi si consacra all’assoluto si consacra al rischio di perdersi, ma soltanto l’amore nomina gli atti e ne cambia la parvenza. La musica lo fa nel reale e nel mondo dello spirito. L’Olandese ha questa doppia capacità, e soltanto io posso rivelargliela e per questo salvarlo. Da una scissione che lo porta alla follia distruttiva e infelice e alla perdizione, e me all’inutilità di esser stata posata in un disegno che mi sopravanza senza accoglierne la nettezza della scelta. Pensa Senta con chiara lucidità. Cristo è la perfetta unione di quanto vive di quanto è nominato di quanto scompare nel ciclo vitale senza mai scomparire. “Io devo perdermi con lui e con lui rinascere” grida Senta a Erik, il fidanzato, che se ne va abbattuto e senza capire la scelta dell’amata.
 
 
 
Costume di A. Decker per Senta
 
 
 
Rumore lieve… come nella grammatica si posano le virgole sull’ultima parola della frase, come fa la neve sulla foglia resistente dei sempreverdi: alza il capo Senta e sull’uscio, aperta la porta, suo padre Daland e L’Olandese. Le nozze che arrivano a un dipresso vedono il ciarliero Daland perdersi in ogni enunciato, però Senta e L’Olandese preparando gli anelli si guardano negli occhi. Gli anelli divinizzano nel loro empito circolare per dita - si stringeranno oh! se si stringeranno! - il suono che elevato si perde e che poi si rinnova. Per questo Senta dice: “Nell’immacolata purezza del mio cuore conosco l’alto comandamento della fedeltà”.
 
 
 
 


 
 
WAGNER

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