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:: Herbert Marcuse: Paul Tillich
25 Luglio 2013

 


 


 

PAUL TILLICH


La filosofia di Tillich è stata designata come una teologia senza Dio, o piuttosto come una teologia in cui Dio entra solo come principio ontologico. Cosa può spiegare l’influsso di questa teo-ontologia? Prima di tutto l’idea di una concreta mondanità che troviamo dovunque in Tillich e di un’eternità significante. Secondariamente il protestantesimo, un protestantesimo tuttora autentico che in Tillich si è rivelato anche come atteggiamento politico; in terzo luogo l’individualismo che mantiene l’idea o piuttosto l’ideologia della decisione e della giustificazione individuale all’interno della società e della democrazia di massa e in quanto luogo il linguaggio che è espresso in maniera religiosa, ma senza il vocabolario irrigidito della teologia.


Herbert Marcuse

da “Il marxismo teorico negli USA, 1900-1945” di Cristiano Camporesi


 


NOTA

Reinhold Niebuhr e Paul Tillich sono del tutto assenti nel panorama culturale italiano odierno. Li studiavo negli anni Settanta anche grazie alla “mossa” che mi diede un saggio di Camporesi pubblicato per i tipi di Feltrinelli. In loro, in modo diverso, c’è il tentativo di accostare teologia e marxismo e comunismi vari (ad esempio in Tillich il richiamo all’anarchismo utopistico di Gustav Landauer) anche a filosofi come Kierkegaard e l’ultimo Schelling. Marcuse qui sintetizza il profilo di Tillich. (cds)





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