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Filosofia Scalza

:: Claudio Di Scalzo: Charles Lalo e il riso
06 Gennaio 2015

CDS: "Charles Lalo ridente a genn'ahio!" - 6 gennaio 2015 

 

 

Claudio Di Scalzo

CHARLES LALO E IL RISO

(mio in coltivazione ieri e oggi)

La Esthétique du rire di Charles Lalo mi capitò tra le mani cercando fumetti Metal Hurlant dai bancherellisti sul Lungosenna (che fra l’altro non ne avevano molti, li trovavo invece al mercatino sotto la scalinata del Sacre-Coeur a Montmartre) negli anni settanta ospite nell'albergo a Montmartre da mio zio lenino. L’acquistai lo sfogliai lo leggiucchiai qua e là e poi preferii leggere più ampiamente (più leggiucchiante) il saggio di Henri Bergson sul riso e l’Antologia dell’Umorismo Nero di Breton. Però intuii che tutte queste riflessioni sul riso potevano aver nutrito, anche orecchiandone le teorie, le avanguardie più ridanciane metti i dadaisti o i surrealisti. Di umorismo aveva scritto anche il nostro Pirandello e l’umorismo permea sia la scrittura di Joyce discendente di Sterne. Ma qui si sconfina in altra lingua. Il mio interesse giovanilistico, avevo 22 anni e mi stavo laureando a Pisa in lettere, buttava verso la possibilità di una possibile rivoluzione politica anche ridendo. Tutte ipotesi che i movimenti del 1977, io ormai in pensione da Lotta Continua, stavano diffondendo un po’ alla carlona, cioè traducendo dal pisano, alla buona semplificando parecchio. Ma continuai a leggere, non studiare, le trovate umoristiche di Chamfort nei “dialoghetti filosofici”; di Flaubert nello “Sciocchezzaio marca Betise cioè stronzata”; di Charles Leroy con suo scheletro che fiuta il tabacco; dei proto-surrealisti Alphonse Allais e Alfred Jarry. Insomma intesi che autori come Charles Lalo discettavano di estetica dalla cattedra nella Sorbona certamente facendo un utile mastiere ma il problema non era capire perché si rideva e come servisse all’opera d’arte ma “come ridendo si potesse cambiare lo schifo di cui l’uomo stava morendo”. Utilissimo parafrasare il Marx della nona Tesi su Feurbach!

"Sarà una risata che vi seppellirà", gridavano i studenti rivoltosi a Bologna nel 1977 contro le BR e il Compromesso Storico e la DC. Ho l’impressione che il riso ora sia quello a ganasce larghe della società dello spettacolo sui Media-Web a seppellire il soggetto uomo e donna ed il suo essere. E’ andata così e non ci vedo rimedio. Però le mie letture di allora, a livello di singolo son servite, credo abbiano nutrito personaggi come “Marco Pachi e Rosa Mollica” e il “Golem e Maraz Zap” ed il “Santissimo” così come “Salata Maretta e Covato Poco” che stanno anche sull’Olandese Volante.  Insomma la mia vena umoristica. Anche caricaturale.

Informo che Charles l’estetico ridente mi sta simpatico perché porta come cognome lo stesso del compositore della “Sinfonia Spagnola” LALO che mio padre scelse all’anagrafe di Vecchiano, su imposizione del Fascio Locale (retto da Vittorio della Croce padre di mia madre) di portare come nome al posto di Libertario. La musica disse non si può imprigionare. Aggiungo io neppure il riso.

 

 

L’edizione originale che pubblico come illustrazione della Esthétique du rire oggi costa parecchi euro. Non la ri-acquisterò. Non posso permettermelo. Però un disegno di fantasia del nostro Charles Lalo a gennaio, quello posso farlo. 

 

 

 

 

(dalla Treccani on line) - Lalo ‹laló›, Charles. - Teorico dell'estetica francese (Périgueux 1877 - Parigi 1953). Fu professore di estetica alla Sorbona, condirettore della Revue d'esthétique. Il suo pensiero, pur muovendo da un forte interesse sociologico, dà molto peso all'aspetto individuale della creazione estetica e quindi all'analisi dell'individuo artista, da L. stesso designata col termine di "caratterologia" o "biotipologia" della vita artistica. L. considera l'estetica, da un lato come una disciplina riflessiva, in quanto sorgerebbe sul fatto dell'opera d'arte a ricercarne il valore e il significato, dall'altro come disciplina normativa, capace d'influenzare la poetica dell'artista. Tra le sue opere: L'esthétique expérimentale contemporaine (1908); Les sentiments esthétiques (1910); Introduction à l'esthétique (1912); L'art et la vie sociale (1921);La beauté et l'instinct sexuel (1922); L'expression de la vie dans l'art (1933); L'art loin de la vie (1939); L'art près de la vie (1945); L'esthétique du rire (1948).

 

 


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