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Filosofia Scalza

:: Baudrillard: Economia politica segno1
02 Settembre 2014

 

Jean Baudrillard 1

Da “Per una critica dell’Economia Politica del Segno”, 1972 

X – Design e ambiente, ovvero la scalata dell’Economia Politica. Non è mai esistita una cultura che abbia prodotto oggetti: il concetto di oggetto è proprio della nostra cultura, quella nata dalla società industriale. Tuttavia, anche la società industriale conosce soltanto il prodotto e non ancora l’oggetto. L’oggetto non comincia veramente a esistere che con la sua liberazione formale come funzione/segno, e questa liberazione non avviene che con la mutazione di questa società in senso stretto industriale in quella che si potrebbe chiamare la nostra tecno cultura, con il passaggio da una società metallurgica a una società semiurgica: cioè quando comincia a porsi, al di là dello statuto del prodotto e della merce (al di là del modo di produzione, di circolazione, e di scambio economico), il problema della finalità di senso dell’oggetto, del suo statuto di messaggio e di segno (del suo modo di significazione, di comunicazione e di scambio/segno). Questa mutazione comincia ad apparire nel corso del XIX secolo, ma è la Bauhaus che la consacra teoricamente: è perciò da quest’ultima che può venir datata, logicamente, la “Rivoluzione dell’oggetto”.  

Non si tratta della semplice estensione e differenziazione, anche se prodigiosa, del campo dei prodotti, legata allo sviluppo industriale. Si tratta di una mutazione di situazione. Prima della Bauhaus, in senso stretto, non esistevano oggetti; dopo e secondo una logica irreversibile, tutto rientra virtualmente nella categoria di "oggetto" e sarà trattato come tale. Questa è la ragione per cui ogni classificazione empirica (Abraham Moles, ecc) è derisoria. Chiedersi se la casa, gli abiti, sono "oggetti" o no, dove comincia l'oggetto, o, per esempio, un edificio, tutta questa tipologia descrittiva è vana. L'oggetto, infatti, non è una cosa, e neanche una categoria, ma uno statuto di senso e una forma. Prima dell'avvento logico di questa forma/oggetto, niente è tale, neanche l'utensile di uso quotidiano; dopo, tutto lo è, tanto l'edificio, quanto il cucchiaino, o la città intera. E' la Bauhaus a dar vita a questa semantizzazione universale dell'ambiente, per cui tutto diventa oggetto di calcolo, di funzione e di significazione: funzionalità totale, semiurgia totale. Una "Rivoluzione" rispetto alla modalità tradizionale, nella quale gli oggetti (chiamiamoli così in mancanza di meglio), legati e non "liberati", non hanno un proprio statuto e non costituiscono, tra loro, un sistema in base a una finalità razionale (la funzionalità).

Questa funzionalità, inaugurata dalal Bauhaus, si definisce come un duplice movimento di analisi e di sintesi razionale delle forme (non solo industriali, ma ambientali e sociali in genere). Sintesi della forma e della funzione, del bello e dell'utile, dell'arte e della tecnica. Al di là dello "stile" e della sua versione caricaturale rappresentata dal mestiere di "stilista", al di là del Kitsch commerciale del XIX secolo e del Modern Style, la Bauhaus getta per la prima volta le basi di una concezione di insieme razionale dell'ambiente. Al di là dei generi (architettura, pittura, mobilio, ecc), al di là dell'arte e del suo privilegio accademico, si ha l'estensione dell'estetico a tutta la vita quotidiana, e, in pari tempo, di tutta la tecnica al servizio della vita quotidiana. Con l'abolizione della separazione tra il bello e l'utile nasce in realtà la possibilità di una "semiotica universale dell'esperienza tecnica" (Schapiro, One dimensionality). O ancora da un altro punto di vista: la Bauhaus si presenta come uan seconda rivoluzione che portaa termine la rivoluzione industriale e risolve tutte le contraddizioni che quest'ultima si è lasciata alle spalle.

 

CDS: "Baudri Pard, 2" - 1.IX 2014

 

Rivoluzione o utopia? Né l'una, né l'altra. Come la rivoluzione industriale aveva segnato la nascita di un campo dell'economia politica, teoria sistematica e razionale della produzione materiale, così la Bauhaus segna l'estensione teorica del campo di questa economia politica e l'estensione pratica del sistema del valore di scambio a tutto il campo dei segni, delle forme, e degli oggetti. Al livello del modo di significazione, e sotto ils egno del design, si tratta di una mutazione analoga a quella che ha avuto luogo dopo il XVI secolo al livello della produzione materiale e sotto ils egno dell'economia politica. La Bauhaus segna il punto di partenza di una vera economia politica del segno. 

Lo schema generale è lo stesso: da una parte la natura e il lavoro umano sono sbarazzati dalel loro arcaiche costrizioni, liberati, in quanto forze produttive e oggetto di un calcolo razionale di produzione; dall'altra, tutto l'ambiente diviene significante, oggettivato in quanto elemento di significazione. "Funzionalizzato", e, liberato da ogni implicazione tradizionale (religiosa, magica, simbolica), diventa l'oggetto di un calcolo razionale di significazione

 

...CONTINUA

 

 

 


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