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Archeologia Editoriale

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27 Dicembre 2013

 

 

 

 Claudio Di Scalzo

Archeologia editoriale 1

HOLMSIANA

Ho passato molti tempo con questo personaggio inventato dalla penna di Arthur Conan Doyle. Letture e immaginario anche alla deriva per personali investigazioni sull’essere. Ora è tempo, e grazie all'Olandese Volante, che gli faccia da spalla, una specie di Watson composto di scrittura e dedizione, creando un club-cantuccio, aperto anche ad altri appassionati, dove si possano intrecciare prelievi dalle opere – romanzi e racconti – curiosità, aneddoti, citazioni, eventi, grafica illustrativa,… insomma avventure in rosso o in nero dentro un museo di chinchaglierie decostruite ad arte. 

 

La vita di un personaggio e del suo autore: Immortalità e morte

 

In un giorno imprecisato del 1881, Arthur Conan Doyle, ascolta all’Università di Edimburgo, il docente di medicina Joseph Bell, che pressappoco dice: «Usate gli occhi, le orecchie, le mani, il cer­vello, l'intuizione; e soprattutto le vostre capacità deduttive. Dovete dedurre da va­ri atti, adeguatamente collegati tra loro il male che affligge il paziente». Doyle conservò un’impressione molto forte dal “metodo Bell”. Dopo la laurea aprì uno studio medico a Southsea e, in attesa di poter sperimentare sui suoi futuri clienti l'effica­cia del suddetto metodo, decise di mettersi a scrivere un romanzo poliziesco. Perché non sperimentare anche in quel particolare genere di narrativa quelle capacità dedut­tive che si richiedevano al medico? In fondo, deve essersi detto Conan Doyle, anche la società può essere un corpo afflitto da malattia (in questo caso, la criminalità) e sareb­be interessante vedere un medico (qui un investigatore, magari dilettante) dedurre «da vari fatti» la natura di quel­la malattia (in altre parole, scoprire il colpevole).

Nacque così Uno studio in rosso, il primo romanzo nel quale compare Sherlock Holmes, con il suo fedele assi­stente e biografo, il dottor John H. Watson (anche nar­ratore dell'avventura).

Pubblicato nel 1887, Uno studio in rosso non fu quello che può dirsi un successo. E Conan Doyle si era ormai rassegnato a trarre le sue soddisfazioni dall'esercizio della medicina, quando (erano già trascorsi due anni) un periodico americano il Lippincott's Magazine gli chiese di stampare un'avventura inedita del suo investiga­tore. In pochi mesi Conan Doyle scrisse un se­condo romanzo, Il segno dei quattro, che uscì sul periodico americano nel febbraio del 1890 e più tardi in volume. Questa volta accadde il contrario, il successo fu enorme e Conan Doyle cominciò a essere assediato dalle richieste degli editori. Nel 1891 lo Strand Magazine, uno dei periodici inglesi più popolari dell'epoca, cominciò a pubblicare una serie di racconti, raccolti poi in volume col titolo Le avventure di Sherlock Holmes. A questo punto Conan Doyle si era già stancato di doversi occupare di questo personaggio che ormai gli aveva preso la mano. Pen­sò che se avesse chiesto compensi molto elevati forse sarebbe riuscito a liberarsi di quell'incomoda figura e per la seconda serie di racconti, poi riuniti col titolo Le memorie di Sherlock Holmes, chiese e otten­ne la somma di mille sterline, una cifra senza pre­cedenti per quell'epoca. Visto che l'espediente non aveva funzionato, Conan Doyle prese una decisione ri­solutiva: nell'ultimo racconto, L'ultimo enigma, fece mo­rire il suo investigatore, facendolo precipitare stretto al suo mortale nemico, il professor Moriarty, in un abbraccio suicida in fondo alle cascate svizzere di Reichenbach.

Ma non aveva tenuto conto del peso mostruoso di quell'entità che chiamiamo “pubblica opi­nione”; la reazione fu immensa, arrivarono lettere di protesta da tutta l'Europa e dagli Stati Uniti. E insieme alle proteste, gli insulti. Gli uomini d'affari londinesi si recarono alla City con il lutto sul cappello, migliaia di lavoratori scesero in sciopero e fu per­fino presentata un'interrogazione in parlamento.

Conan Doyle piegò la testa: nel 1902 uscì un terzo ro­manzo, Il mastino dei Baskerville nel quale l'autore faceva in realtà un passo indietro, immaginando che l'av­ventura si svolgesse in un'epoca precedente a quella in cui Sherlock Holmes aveva perso la vita. Era una resa a metà e il pubblico non mollò, Conan Doyle fu praticamente costretto a scrivere altri tredici rac­conti (poi intitolati, significativamente, Il ritorno di Sherlock Holmes, nel primo dei quali si precisa­va che il famoso investigatore, in realtà, non era morto; era rimasto gravemente ferito, ma si era ri­preso ed era tornato, per la gioia dei lettori, alle sue avventure investigative.

Dal 1905 al 1915 Conan Doyle rifiutò categori­camente di scrivere ancora racconti con il suo infernale protagonista. Aveva altri progetti letterari, e infatti scrisse romanzi storici e di fan­tascienza che passarono inosservati. Una commedia, adattata da uno dei suoi racconti polizieschi, La ban­da maculata, dal racconto Il corallo fu un successo grandissimo e lo scrittore si rifece abbondantemente di quanto aveva perduto con gli esperimenti letterari pre­cedenti.

Non c'era da fare altro che arrendersi; e Conan Doy­le, da buon giocatore, si arrese: scrisse un quarto roman­zo, La valle della paura (1915) e altre due raccolte di racconti, L'ultimo saluto di Sherlock Holmes (1917) e Il taccuino di Sherlock Holmes (1927). Tre anni dopo, nel 1930, Arthur Conan Doyle, che nel frattempo era diven­tato sir, morì. Aveva raggiunto i settantun anni, essendo nato nel 1859. L'autore morì, ma il personaggio, non sot­toposto alle leggi della natura gli sopravvisse. C'è una lunga teoria di scrittori (da Mark Twain a Ellery Queen, Maurice Leblanc e altri) che dedicò all'investigatore e al suo amico e biografo, il dottor Watson, roman­zi e racconti. Lo stesso figlio di Conan Doyle, Adrian, pubbli­cò negli anni Cinquanta due raccolte di racconti, Le imprese di Sherlock Holmes e Nuove imprese di Sherlock Holmes scritte in collaborazione con J. Dickson Carr, notissimo giallista. Poi c’è stata l’invasione del cinema, della televisione, dei cartoni animati, illustri saggisti hanno scritto volumi su Sherlock Holmese e freud o su Holmes e Marx.

Il personaggio è ormai ufficialmente immortale. È entrato in quella piccola schiera di miti letterari ai quali appartengono anche figure come Ulisse, Don Chisciotte, Don Giovanni e Faust. Nell’empireo in cui vivono le creazioni letterarie, Sherlock Holmes li divertirà, supponiamo, raccontando le sue nuove, inesauribili avventure.

 

 

 

Il “Sacro canone” Holmsiano, con i titoli originali, composto da romanzi e racconti, tutti pubblicati sullo Strand Magazine.

Uno studio in rosso (A study in scarlet - 1887)

Il segno dei quattro (The sign of four - 1890)

Le avventure di Sherlock Holmes (The adventures of Sherlock Holmes - 1892), raccolta di racconti

Le memorie di Sherlock Holmes (The memoires of Sherlock Holmes - 1894), raccolta di racconti

Il mastino dei Baskerville (The hound of Baskervilles - 1902), nella cronologia del personaggio precede Le memorie

Il ritorno di Sherlock Holmes (The return of Sherlock Holmes - 1905), raccolta di racconti

La valle della paura (The valley of fear - 1915)

L'ultimo saluto di Sherlock Holmes (His Last Bow - 1917), raccolta di racconti

Il taccuino di Sherlock Holmes (The casebook of Sherlock Holmes - 1927), raccolta di racconti

 

 

 

HOLMES VISTO DA WATSON

Il profilo, apparentemente assurdo, del detective privato Sherlock Holmese, è delineato da Watson, in Uno studio in rosso, uno Watson incredulo quasi, ma anche attratto da tanta stravaganza decisamente vittoriana.

Conoscenza della letteratura - Zero.

Conoscenza della filosofia - Zero.

Conoscenza dell'astronomia - Zero. (a tal proposito c'è da dire che, la conoscenza del sistema copernicano era per lui un'inutile, ingombrante nozione, non utilizzabile nella sua professione)

Conoscenza della politica - Scarsa.

Conoscenza della botanica - Variabile. Sa molte cose sulla belladonna, l'oppio, e i veleni in genere. Non sa niente di giardinaggio.

Conoscenza della geologia - Pratica, ma limitata. Distingue a colpo d'occhio un tipo di terreno da un altro. Rientrando da qualche passeggiata mi ha mostrato delle macchie di fango sui pantaloni e, in base al colore e alla consistenza, mi ha detto in quale parte di Londra se l'era fatte.

Conoscenza della chimica - Profonda.

Conoscenza dell'anatomia - Accurata, ma non sistematica.

Conoscenza della letteratura scandalistica - Immensa. Sembra conoscere ogni particolare di tutti i misfatti più orrendi perpetrati in questo secolo.

Buon violinista.

Esperto schermidore col bastone, pugile, spadaccino.

Ha una buona conoscenza pratica del Diritto britannico.

 


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