(20 Agosto 2016) – La fotografia che mi spedisce Sara Capei Corti, occhi semichiusi, nel doppio viso che vivono in osmosi, l’ha ottenuta muovendo in rapidità il volto nell’autoscatto.
Adatta a riferire della grazia secondo Schiller. Il poeta e filosofo, scantonando il classicismo di Winckelmann, intese la grazia come qualcosa che tiene in sé l’elemento casuale in eccedenza capace di fondere libertà morale e necessità naturale. Ciò mi rivela la moralità di Sara e la sua natura necessaria alla mia vita.