QUI I DOCUMENTI A PARTIRE DA LOTTA CONTINUA (1970) A BUCK EDEN FONDANTI PER L’OLANDESE VOLANTE (2011-2017)
(clikka)
Buck Eden contro la gerarchia vassallatica in poesia e letteratura - Quartetto (2005)
(La filosofa spagnola definisce nel suo volume L'Olandese Volante
l'esempio unico e maggiore in lingua italiana del transmoderno.
L'Olandese Volante fedele al principio dell'anarchia
non ha mai cercato di creare una scuola estetica transmoderna
con adepti e autori da indirizzare
o per avere peso nelle attività culturali italiane)
Catapano - Di Scalzo: Qué es lo Transmoderno ne l'Olandese Volante 1 - Rosa María Rodríguez Magda
Catapano - Di Scalzo: Qué es lo Transmoderno ne l'Olandese Volante 2 - Rosa María Rodríguez Magda
Margherita Stein: Ricorda Achab e Stirner. Biglietto con video per Claudio
L'Olandese saluta a nuovo anno i navigatori-lettori (gennaio 2017)
Claudio Di Scalzo: Corsaro programma - Olandese Volante impresa a sé stante (gennaio 2017)
Claudio Di Scalzo: Lalo era mio padre
Claudio Di Scalzo: Avviso ai naviganti nel gennaio 2017)
L'Olandese Volante Viva - Ombra Rossa
Claudio Di Scalzo: Transmoderno performativo - Frammento estetico-teorico
Claudio Di Scalzo: Ricordi di un gauchiste
L'olandese Volante, i Neo-Orfisti, i Neo-Indiani. Critica umoristica e tragica
Giornata della memoria e pornografia poetica
Lettera a Rossana Mattei sulla poesia alla pari
(per non provar vergogna verso i "sapienti poeti")
CDS: 12 Santi per L'Olandese Volante
CDS: Situazionismo e Marxismo eterodosso. Ribellione e Rivoluzione (2007)
CDS - Glossa Carbone a: W Céline abbasso l'Umanismo (2011)
CDS: W Céline abbasso C.A.G.A. (Cultura Assorbente Gerarchia Assisa) (2011)
Il benzinaio, lo scrittore, la sorella di Giovanni Ciucci
San Paolo Camionista
Poesia e Anarchia - Contro la Gerarchia Feudal-Letteraria (aprile 2017)

Adriano Sofri - Con affetto mi chiamava
"Piccola guardia rossa"
nel 1968 avevo sedici anni!
Claudio Di Scalzo
PRIMA LETTERA AL GIOVANE POETA
CHE MI DEFINISCE MOSTRUOSO PER QUANTO SCRIVO
Caro Giovane Poeta dopo L’ABC esteso a lei diretto, mi sono convinto che sia necessario scriverle ancora. Con degli esempi. Conto di farle capire che le schifezze mostruosità fiele volgarità, come lei le chiama, scritte contro poeti e critici della Gerarchia Vassallatica Sottoproletaria - che lei ritiene importanti per la sua conoscenza e carriera letteraria e che intende frequentare difendendoli con ardimento - trovano origine nei miei diciotto anni e nella critica che già allora operavo. Le faccio conoscere piccola parte di un verbale di una riunione di Lotta Continua nel 1970 (avevo diciotto anni!) a Pisa. Spero capisca che la mia "mostruosità" io la intendo come coerenza e lotta di classe in ambito politico culturale. Anarchia e Religione. Per inventare una cultura, vasta, dei dominati e rivoluzionaria. Comunitaria. Senza che ci sia bisogno di teorici e guide e gente che opera per il mestiere d'autore e la carriera proponendo la sua merce-scritta-disegnata. Per questo bastano i social!
ADRIANO SOFRI – CLAUDIO DI SCALZO DETTO ACCIO
DAL CONVEGNO PISANO “PRENDIAMOCI LA CITTÀ” – 1970
UN'ARTE PER LOTTA CONTINUA
ADRIANO SOFRI: Compagni, quando afferma Claudio, la nostra “Piccola Guardia Rossa”, nei suoi diciotto anni, va preso molto sul serio caro Guelfo Guelfi (adesso nel Consiglio d’Amministrazione Rai per conto del PD di Renzi. A quei tempi responsabile del settore arte di LC con vocazione realistica verso Siqueiros. Poi potente organizzatore di mostre a Firenze negli anni novanta NdC). Lotta Continua movimento politico comunista avrà bisogno in futuro di un’arte rivoluzionaria che sia del tutto diversa nella sua prassi organizzativa e nei risultati da quanto proposto e dal PCI col suo Neorealismo e anche dalle riviste eretiche, un tempo, come quella di Vittorini con il Politecnico. Non so se la linea guida debba essere quella del Situazionismo francese di Guy Debord con la sua critica alla Società dello Spettacolo o le proposte del Gruppo Cobra o l’arte postale e la poesia visuale che combattono i gruppi intellettuali universitari ed editoriali e museali… come suggerisce la Piccola guardia rossa Accio,… però riflettiamoci… anche con i cartelloni con la grafica dei nostri volantini e del giornale Lotta Continua qualcosa potremmo tentare. Non mi fate i maoisti stalinisti che se non ci sono operai con il fazzoletto rosso al collo non c’è Arte… ti ringrazio Claudio per il tuo intervento. Intanto in Piazza Garibaldi possiamo esporre un po’ di astrazioni comuniste come le chiama Accio.(…)

CLAUDIO DI SCALZO DETTO ACCIO: La tua difesa delle mie posizioni mi garba compagno Adriano Sofri. Accanto ai disegni dei compagni possiamo accostare testimonianze scritte dei compagni operai della Piaggio e della Saint-Gobain. Non sulla vita di fabbrica ma sul loro privato fuori dall’officina per veicolare la nostra rivoluzione nel quotidiano. A partire dal punto di vista della classe. E ci vorrà un servizio d’ordine per difendere quanto esposto perché fascisti e borghesi ci distruggono tutto. Io al mattino devo stare a ragioneria per i comitati studenteschi d’occupazione, la notte questa settimana devo dormire, non posso fare vigilanza! (…)

Bambino Accio e sarta Nada Pardini
nel legame stellato
SECONDA LETTERA AL GIOVANE POETA
CHE MI DEFINISCE MOSTRUOSO PER QUANTO SCRIVO
Come secondo mio documento "mostruoso" le racconto la vicenda del tema che svolsi alle elementari a Vecchiano avente come titolo, essendo veicolato dal potente istituto bancario Monte dei Paschi di Siena, "Storia di Formica e Cicala. Giudizioso risparmio o sciocco scialo del proprio tempo?" - In sostanza l'invito era quello di celebrare la giudiziosa formica che passa l'estate a raccogliere chicchi per l'inverno e di aborrire il comportamento cantilenante della perdigiorno cicala. Svolsi un tema dove manifestavo la mia simpatia, e vicinanza, per la Cicala che si godeva l'estate e il canto gioioso anche se il tempo lo impiegava in maniera diversa, e condannando l'egoista formica che nega alla cicala persino un chicco per non morire al freddo al gelo. Ovviamente arrivai ultimo. Fui ridicolizzato dai maestri dal dirigente della banca da tutti i miei compagni e, peggio, le ragazzine ebbero per me sguardi di disapprovazione. Soffrii tanto. Ma tanto davvero! Però io mi sentivo di difendere la Cicala e l'avevo fatto, caro Giovane Poeta. Ero già marchiato da un destino mostruoso?
Mio padre anarchico mi difese e consolò, lo stesso fece mia madre. La sarta Nada Pardini. Che di recente ha ritrovato il tema e rileggendolo, ora che è malata di cuore, abbiamo pianto unsieme. I due cuori nostri un po' malati, mi creda Giovane Poeta, ne hanno avuto giovamento! Bel tema. "Lo sapevo che eri bravo a scrivere già da piccino". Dice la mi' mamma.
Claudio Di Scalzo detto Accio o Olandese!

Il Figlio di Lalo detto Accio
al Campo della Barra - Vecchiano
TERZA E ULTIMA LETTERA AL GIOVANE POETA
CHE MI DEFINISCE MOSTRUOSO PER QUANTO SCRIVO
Il Terzo e ultimo esempio sulla mia mostruosità che mi ha condotto a scrivere "schifezze" sulla cultura poetica che lei stima, lo ricavo dalla mia biografia. Penso che sia necessario conosca questo apologo. Sa, Giovane Poeta, io ho vissuto di Stirner e di Kierkegaaard. Conciliandoli nella mia prassi e scelte.
Mio padre, l'ex partigiano Libertario detto Lalo, aveva un camion e un'agraria e quindi lavorava nella campagna scambiandosi con i contadini della Val di Serchio e della Val d'Arno e della Lucchesia. E quando caricava il camion con balle di granoturco o grano con altri sementi, fieno, scatole di prodotti e così via, c'era sempre un fattore un direttore delle aziende agricole che gli suggeriva come caricare meglio il pianale e il camion Om 42. Con più ordine, logica, migliore anche estetica, senza sporgenze, con più balle caricate, anche meglio per evitare multe e perdita di materiale. E mio padre rispondeva così: il camion è di mia proprietà, quanto carico ve l'ho pagato il giusto prezzo, e se permette lo carico come pare a me. E magari ogni volta diversamente. Perché ho voglia di fare così. Il fattore si zittiva scuoteva la testa e se ne andava. Oppure diceva caro Lalo se vuoi fare diverso a tutti gli altri fai pure. Sapendo molto di carichi spostamenti e gestione materiale volevo insegnarti qualcosa perché riuscisse meglio il tuo lavoro. Al che mio padre diceva: al mio lavoro come possa esser meglio o peggio lo decido io e non te. E poi a me garba fare come mi pare e come ne ho voglia. E non mi garba essere comandato da nessuno nel mio lavoro di camionista. Il fattore arrossiva e andava via. Irritato. A volte usando male parole. Spesso Lalo perdeva le commisssioni dei fattori vendicativi e tra gli stessi camionisti dicevano che con le sue idee rovinava la piazza e i rapporti. Coraggioso padre mio! Grande Lalo! Indomito compagno!
Un giorno saputo che scrivevo e disegnavo mio padre, caro Giovane Poeta, mi disse più o meno così. Immagino il suo parlarmi sulla poesia e l'arte abbia preso avvio da una mia constatazione, tipo: babbo ma se continui a caricare il camion infischiandotene dei fattori perderai altri lavori. E poi come campiamo? Quel giorno Lalo mi disse: senti figliolo tu disegni e scrivi e fotografi pure. Ti garberebbe che qualcuno ti spiegasse come si scrive disegna fotografa dandoti dei consigli da seguire e praticare sennò non avrai mai la patente di poeta pittore e fotografo? No!, risposi deciso, avevo sedici anni, quanto è scritto disegnato fotografato è mio e voglio deciderne il destino e lo sviluppo da me. Dunque non vuoi essere governato, instradato, regimentato!? No! babbo, farò come te con i fattori. Mio padre fermo il camion, eravamo sui monti di San Giuliano quelli per cui esistendo i pisani veder Lucca non ponno come scrive Dante nel Canto di Ugolino della Gherardesca, scendemmo, e guardando la Val di Serchio e la Val d'Arno mi abbracciò. Vieni qui, fatti abbracciare sei un compagno. Sono fiero di te.

Il camion di Lalo
il pugno chiuso del figlio
al campo della Barra-Vecchiano
che appare in "Vecchiano, un paese.
Lettere a Antonio tabucchi", Feltrinelli 1997.
E nel dipinto di Davide Benati con testo di Antonio Tabucchi
"Campane del mio villaggio" - 1998
Studio Marconi Milano
Intende Giovane Poeta a cosa fui battezzato?! Intende questa povera epica comunista? Per me vale più di ogni teoria letteraria di ogni libro! Questo è il Mito a cui sono fedele. Trovi lei i rimandi nel mondo greco o cristiano. Io sono ignorante in materia. So soltanto che nel Quarto Reggimento di Bonaventura Durruti era la regola! Il mio intervento a Lotta Continua e poi le "mostruosità" 50 anni dopo che ha letto sono la fedeltà a quell'abbraccio. Al Mito della Rivoluzione nel singolo! Mi trova ancora mostruoso e schifoso? Magari me lo faccia sapere.
Sul camion Lalo poi mi spiegò che tutto nella società è regimentazione gerarchie e chi detiene ogni potere anche il più piccolo vuole ingessarti, potarti, storcerti i rami e le membra per come lui, giardiniere, ha pensato. Sul lavoro nello sfruttamento è così. E i poeti gli scrittori gli artisti che potrebbero ciò evitare cercano questa gabbia sui loro corpi e sentimenti. Per essere riconosciuti poeti scrittori pittori fotografi da qualche gerarchia da qualche critico editore gallerista. Io lo trovo stupido e insensato perdere così la propria libertà. Già lo Stato e le sue strutture ti comandano dalla nascita alla morte e allora perché mai accettare dominio sulla propria creatività? La scelta di noi Di Scalzo è quella di "essere governati il meno possibile" stando "proprietari" del nostro essere e corpo! Concordai con lui. Dopo le scuole superiori giungendo in università seppi che mi aveva divulgato il pensiero più radicale ed estremista dell'ottocento e del novecento. "Né comandare, né essere comandati!", "Ne ho voglia, non ne ho voglia". Ecco le massime che hanno ispirato tutta la mia vita. Ed ho usato il "comando", raramente, soltanto per difendere dallo "stravolgimento" d'un cambio di bandiera! quanto avevo in "proprietà" come Olandese (Stirner, proprietà dell'essere s'intenda) e come Olandese Volante in anarchia libertaria curato e cresciuto, e dove lei, caro Giovane Poeta! ha letto le "mostruosità" a cui fa riferimento. Poi quanto ho e possiedo è di chi vuole dividere con me - lo faccio da quaranta anni! - l'avventura nei segni. O, ancora meglio, la vita quotidiana. Però son sempre stato solo o quasi! Come mai secondo lei?
Dunque, caro Giovane Poeta, eravamo, io e mio padre, due mostri, sembrerebbe. Secondo me invece eravamo due comunisti! di quelli che un tempo facevano le rivoluzioni, non so se mi spiego! che vanno fino all'estremo nella loro libertà di scelta e di governo di se stessi! Ci rifletta! Se lei vuole essere guidato interpretato ricevere giudizio e patente letteraria e poi antologizzato non può capire la libertà assoluta che vissi con mio padre e quella che vivo e che ha definito in maniera brutale come producente schifezze!
Giovane Poeta si ricordi questi esempi: glieli ho scritti a fin di bene. Non chiami più gli artisti come me "mostri" per come vissero e scrissero. Anche se avessero compiuto azioni esageratamente combattive, sappia che non è facile vivere l'utopia un'intera vita senza mai cedere agli accomodamenti. Al Campo alla Barra, in Val di Serchio, dove ha sede la chiesa inscalfibile mia, dove mio padre morì, l'ho raccontato nel libro "Vecchiano, un paese. Lettere a Antonio Tabucchi" (e per questo ho accettato di pubblicare da un editore come Feltrinelli!)... eleverò una preghiera per lei affinché capisca in futuro che esiste anche un'altra maniera di vivere la letteratura e l'arte e a chi accade non è adatto il lessico che mi ha dedicato per farmi male! Nel contempo, siccome tutto si può perdonare, (Cristo, Vangelo di Luca), le perdono le frasi a me rivolte in maniera sbrigativa e forsennata, per celebrare l'appartenenza ad uno (ce ne sono centinaia on line!) dei superlativi mondi poetici dove probabilmente sta con dialoganti amici e fidanzata. Le auguro viva quanto a cui è adatto! ognuno deve andare dove ha voglia di stare. Dove vado io, e come!, spero l'abbia inteso. Appartengo a un'altra storia.
Claudio Di Scalzo detto Accio o Olandese