Claudio Di Scalzo
FIORI FRESCHI FIORI SECCHI DI BATAILLE
Nei primi anni Settanta, fresco di letture di Bataille con gli "occhiali" che trovavo a Parigi da mio zio Lenino, e la montatura (ah già montatura!) era del Gruppo Tel Quel!... presi a dipingere “Fiori secchi per Bataille” (mi rimangono alcune tele e carte le altre sono andate perdute) mettendovi a binario testi scritti fioriti e sfioriti da tagli e marciti con giardinaggio improvvido. (I testi manoscritti li ho conservati) - Quaranta e passa anni dopo torno a dipingere fiori per Bataille ma stavolta li chiamo "freschi".
Il vantaggio della mia condizione di autore è che posso andare avanti e indietro nella mia biografia di atti e misfatti estetici nei vari generi e “rimontare” e "proseguire" per stare senza mai finire nella maniera adatta nella mia storia che, senza volerlo, s’accosta, si compenetra, si struscia (oh se fruscia!) al romanzo.
Le mie letture del Gruppo Tel Quel, che in italiano sarebbe stato tradotto qualche anno dopo dalla casa editrice Dedalo, vertevano sulle figure di Bataille e Artaud e dietro le spalle Lautréamont. Ci capivo (e scoprivo) quanto mi serviva (ho sempre “preso” quanto mi necessitava senza andare tanto per il sottile! con furore e astuzia artigiana, e non da intellettuale) per la pittura segnica e successivamente per la prassi detta neo-pittura e per la scrittura nonché per la fotografia. Puppavo da Kristeva, Playnet, Sollers, Barthes, e amavo Daniela Cantelli e Antonia Milk. Lo snodo era l’albergo di mio zio Lenino "La belle Élisabeth" – A fine anni Settanta qui sarebbero giunte Margherita Stein e Karoline Knabberchen. E avrei scritto e disegnato e fotografato altro. E senza l’amore avrei pensato e basta le opere, annotandole su foglietti, senza realizzare un segno (fedele al maestro Marcel Duchamp). Invece tanto amore tanti segni. Ma senza farne mercato pubblicazioni mostre. Rari eventi per scelta mia rivoluzionaria. E per il timore che se l’avessi fatto avrei perso quanto l’amore generava in me di creatività fantasia. Poi a metà anni ottanta la tragedia di Karoline Knabberchen mi avrebbe ancor più sospinto nel nascondimento.

CDS: Fiore secco di Bataille 1, 1972
FIORE SECCO BATAILLE 1 – 1972
Guarnisco il fiore secco con vanità che strugge
l’atto volontaristico d’ogni colloquio con la bontà.
Scelgo la commista violenza laida che memoria lascia
nodo me d’inconffessabile ambascia stame.
Il governo Colombo è ridotto al lumicino
sulla sua cera spargo stelo parvenza pelo.
Bocca muta antera scruta la fitta ingorda
sgocciolata dall’ombelico al sesso fine della lama.

CDS: "Col fiore fresco di Bataille ci esco tardi per un rinfresco di sguardi"
FIORE FRESCO BATAILLE 1 - 2012
(col fiore fresco di Bataille ci esco)
Male urlo scale necessita porlo
violando l’interdetto catena d’orlo.
Fiorire gramigna che s’intigna elicoidale
pannocchia corimbo-tirso anormale
dove la sostanza eccelle d’eros
sottopelle dove si è sovrani
(del basso misto pubi e ani)
delle prime e ultime fioriture
nel presente desolato
incuranti del pensiero annacquato
dalle borghesi paure.
