
Margherita Stein sulla porta specchio della Traduzione t'ho scorta - 1978
Foto Claudio Di Scalzo
Margherita Stein - Claudio Di Scalzo detto Accio
L’ARCHANGÉLIQUE, L’ARCANGELICO DI GEORGES BATAILLE
LE TOMBEAU, IL SEPOLCRO,
SUL FICO TRADOTTO AHIE AHI AIA
BENEDIZIONE DI SARA CARDELLINO

Margherita Stein nell'autunno 2023
PREFAZIONE CON LA PRESENZA DI SARA CARDELLINO
Cominciai a frequentare Georges Bataille dedicandogli, scoprendo con il gallerista Roberto Peccolo in Terra di Francia il Surrealismo in pittura cultura, varie tele e carte, le più andate perdute, che nominai “Fiori per Bataille”.

A fine anni Settanta Margherita Stein, sulfurea lucchese-tedesca, mi avvicinò, traducendomelo, il Bataille non ancora pubblicato in italiano, che a suo avviso dovevo, assolutamente, “intendere”. Assieme a Schopenhauer, Hartmann via Laforgue, Stirner Nietzsche. C’è da dire che Bataille negli anni Settanta ebbe ampia traduzione anche presso Mondadori e diffusa saggistica. Erano i tempi della sovversione politica ed estetica e l’industria culturale non perse l’occasione per accumulare profitto. Insomma il Surrealismo tirava! Surrealismo Papa Breton e dissidenze varie da Bataille ad Artaud.
Margherita Stein fece pure da modella, per me, in “scandalose” (allora) foto come per la traduzione de L’ANO SOLARE e altre poesie e testi di Bataille e Artaud.
Assoluto divertimento ci portò la traduzione de L’Arcangélique. L’Arcangelico.
Senza starci tanto a teorizzare mi fece leggere alcune emblematiche citazioni di Bataille da L’Orestie pubblicate da Gallimard e da L’Exspérience Interieure…
“Je m’approche de la poésie: mais pour lui manqueur”
“La poésie que ne s’eleve pas au non-sens de la poésien’est que la vide de la poésie, que la belle poésie”
Ovvio che a rileggerle oggi possiamo realizzare che tutta ma proprio tutta la poesia italiana è andata esattamente, vieppiù con la rete il web i blog i social Facebook, in una direzione esattamente opposta per quanto praticato e vissuto da poeti e poetesse e poete. Il valore feticistico di scambio impera, i poeti a migliaia di migliaia non hanno alcuna vocazione sovversiva, e ahimè quanto sopravvive, di ribellione, di Surrealismo… è posa e pure pubblicità réclame.
Io e Margherita ci siamo salvati da questa deriva. Ma non è un gran merito.
“Vi ha salvato più il vostro sistema nervoso, la postura un po’ inconcludente un po’ demente”, chiosa in lapide rima Sara Cardellino “più che un preciso saldo concluso sistema teorico culturale esistenziale!” Amen! Aggiungo.
Forse è proprio così.
I due ex amanti oggi archeologicamente “bataillani” son due amabili villani. So che la pensa così l’umoristica in nero, surrealista?, Sara Cardellino rima benedicente.

Margherita Stein a Forte dei Marmi - Foto cds
Addirittura Sara Cardellino, che sembra proprio abbia mutato l’ostilità verso la Stein in sottesa simpatia, scherza sulla surrealista devota a Bataille e Stirner che si è rifatta i seni negli anta (a me che la fotografavo "Eclettica discepola di Bataille nel 1978 proprio non sembra, ma inutile contraddirla), basta confrontarli con quelli che aveva con te ventenne, son raddoppiati; e che, sportivamente, oggi, sessantenne si fotografa coi capelli grigi tardo hippy.
Questa è buona notizia. Posso sistemare senza clandestinità quanto ideammo assieme.
Di traduzione se ne intende, col tuo zampino, vi scambiavate zampate leccate?, e questa L’ARCANGELICO misto Surrealismo con Vernacolo è originale. Fa l’effetto del Jazz e country inserito in una Sinfonia di Berlioz.

"Eclettica discepola di Bat-Bataille" - Foto cds, 1978
Modella Margherita Stein
L’ARCANGELICO
SEPOLCRO
1
criminalità grandiosa
recipiente crepato dell’immensità
senza limiti lo sfascio
moscia mi-spossa-sposa-essa enormità
fiacco-stracco-straccio son io
colpevole in fole l’universo
follia alata follia talaa
scortìa l’infinità
et mi sbuccia la vastità
solitario soletto
cecati posammo hòci su esti righi
stando dentro lunghi sotterranei
sprofondo nell’illimitatezza
che spro-fonda-gioconda in sé stessa
ell’è più carbone della mia morte
nero diventa il sole
beltà d’un essere è fondale
cantina nel grid’io notte conclusiva
quanto puls’amante nella lux
sussulto che ghiaccio gela
vorrìa sto desiderio della notte
fingo
e si sgalassa inchiodandosi
l’unìo-verso alle mì bugie dementi
l’immensità-enormità (di Don Backy)
e ir-mì-io
laceriamo le bischerate l’un dell’altra
la Verità tira le còia
e urlicchio
che la verità gliè fessa
la mi’ capa malleabile
sfibrata dal febbrone
rappresenta l’accoppamento veritas
°°°
il Nisba-Nix-Amour dribla la veridicità
tutto inganna nell’assenza d’amorlenza
non c’è niente che non frottoleggi
confrontato col Nisba-Nix-Amour
l’Ammmore è floscio
e non sa amare
l’Ammmore recita parodia del Nisba-Nix-Amour
la veritas parodizza-bizza la menzogna
l’universo-immensità vale suicidio giocondo
nel Nisba-Nix-Amour (Non amore tradotto)
l’immensità (cantata Don Backy) rovina in sé stessa
non sapendo che combinare (manco una messa!)
°°°
onni ‘osa è per gli altri in tregua
i globi-galassie roteano prestigiosi
in lor pacatezza monocorde
l’universo-sterzo ròta in me come in sé stesso
nun c’è niente che si frapponga mi freni
sbatacchio in me contr’esso-lui
nella calma infinitissima
dove leggi-fisima lo incatenano
sdrucciola immenso verso l’inattuabile
°°°
horror
d’un mondaccio che mulina su sé stesso
l’oggetto del piacere s’allontana
la notorietà dell’homo
per quanto diffusa appaia
è di volenne un’altra
sto
con me sta il mondo
spintonato oltre il pensabile
più che altro son na’ risata
mischiato stolta notte
duve s’attorciglia l’immen-finità
°°°
lo saccio son muerto
cecato
senz’aria ombreggiato
come i fiumi verso o’ mare
ner mi’ dentro vox + lux
si sperdono lungamente
son io pater
et sepolcro
du cielu
°°°
ir troppo-stroppia delle tenebre
si traduce splendor di stella
mentre ir ghiaccio della tomba vale dado
oè la Morte giòa ir dado
l’abisso celeste tripudia
per il buiore che si paracaduta in me.

Margherita Stein nel vento Bat Bat Bataille - 1978
Foto cds
2
tempo mi schiaccia calca casco
scivolando sui ginocchi
dita titillano la notte
arrivederci torrentelli di luce
non mi resta che fuliggine
feccia al sanguinaccio
aspetto il din don della ‘ampana
quando ululando grido-me
m’incavernicherò nell’ombra
3
lungo nudo piede sulle mie labbra
lungopungo piede contro ir còre
sei-siete sete mia con febbrone
piede di Whisky
piede di Chianti
piede arrapato per schiacciare
oi oh ahi scudiscio dolorstriscio mio
carcagno d’altura che mi pigia
rimpiango di non esser defunto
oi oh ahi sete
dannatissima sete
deserto senza vie di fuga
°°°
nel repentino tornado mortifero urlo
accecato inginocchiato
con occhiaie vòte
ridacchio nel corridoio della sciagurata notte
motteggio nel corridoio alle sbatacchiate porte
dove esalto un fulmine
esplodo in singulti
(bla bla n n chot chot?)
squillante tromba della morte-sorte
muggisce nel padiglione auricolare
4
oltre la mi’ teschiossa morto
un giorno
s’avvoltola terra nell’azzurro
son proprio stecchito
e il tenebrososso
s’alterna infinito al giorno-scosso
l’universo si sigilla-cinge-gingilla su di me
in esso céato orbo rimango
infornato nel Nulla
°°°
nun è altro che me-di-me il Nulla
l’immensità (senza bachi bui neri Don backy)
non è che la tombina-ruina
il sole non è che la morte-lumina
occhi cigliano sopraccigliano cieca folgore
ir mì ‘ore si spennella cielo
duve sfilaccia l’uragano
(pigiapiano) bella mi’ bua-buca
funduta d’abisso
incalcolabile universo morte senza sterzo
(qui chi traduce s’annoia a questa morte da salamoia)
son febbre
il desiderio desiderante
sono l’assetato
allegria che strappa vesti
vino che move alla risata
di non avé stoffe tutto nudo bruo
°°°
nella ciotola sguazza gin
notte festaiola
astri a fittone dal cielo
sorseggio folgore a sorsate
rido ai mortaretti fragorosi
della saettata nel muscolo cardiaco

GEORGES BATAILLE
LE TOMBEAU
da L'Archangélique
Immensité criminelle / vase fêlé de l'immensité / ruine sans limites // immensité qui m'accable molle / je suis mou / l'univers est coupable // la folie ailée ma folie / déchire l'immensité / et l'immensité me déchire // je suis seul / des aveugles liront ces lignes / en d'interminables tunnels // je tombe dans l'immensité / qui tombe en elle-même / elle est plus noire que ma mort // le soleil est noir / la beauté d'un être est le fond des caves un cri / de la nuit définitive // ce qui aime dans la lumière / le frisson dont elle est glacée / est le désir de la nuit
le non-amour est la vérité / et tout ment dans l'absence d'amour/ rien n'existe qui ne mente // comparé au non-amour / l'amour est lâche / et n'aime pas // l'amour est parodie du non-amour / la vérité parodie du mensonge / l'univers un suicide gai // dans le non-amour / l'immensité tombe en elle-même / ne sachant que faire
l'excès de ténèbres / est l'éclat de l'étoile / le froid de la tombe est un dé // la mort joua le dé / et le fond des cieux jubile / de la nuit qui tombe en moi
Le temps m'oppresse je tombe / et je glisse sur les genoux / mes mains tâtent la nuit // adieu ruisseaux de lumière / il ne me reste que l'ombre / le lie le sang // j'attends le coup de cloche / où jetant un cri / j'entrerai dans l'ombre
Au-delà de ma mort / un jour / la terre tourne dans le ciel // je suis mort / et les ténèbres / alternent sans finir avec le jour // l'univers m'est fermé / en lui je reste aveugle / accordé au néant