
CDS: "Santissimo oro birra", 2
Santissimo
LAMENTO SOPRA UNA PINTA DI BIRRA
Ave, magister folio web che m'ausculti scripti.
Informo l’universo, anche femminile, sotto ai 25 anni
con forme appropriate, che ho un'acidità di stomaco
atta a digerire i chiodi se mi piacesse mangiucchiare l'acciaio.
E polmoni molleggiati dalla nicotina. Mentre le unghie
sono pappate e i capelli stanno per dirmi dove mettere il loro TFR.
Detto fra noi mi bruciano gli occhi
tra fumo, lacrime e nevischio. Intanto
(mentre l’universo gira attorno a me e ai miei coglioni)
parlotto con i più buoni amici, spurgo il circuito
dell’amore eterno e sto per i benemeriti cavoli miei.
Tempus edax, ma ho scoperto che le ore
non hanno sessanta minuti, possono averne al massimo una ventina
se la ruota gira bene purché chiodata, ma dilatano il computo
del tempo se la situazione è grippata. Olè una rima. E' una ridicola
perifrasi per smorzicare una domanda senza risposta: chiedere quanto può
essere mandato avanti il cacchio di nastro dei ricordi.
Sono un apoeta da menate bolse o strappalacrime
un credente nell’amore incastonato per sempre (quasi rima)
appassionato del suo idillio rotto a ramengo leggermente sfigato
nello stil novo dantesco bacato (ah ah rimacchiotta fessacchiotta, da liceo)
che fra le righe della sua vita ha messo gli stivali a coscia:
per difendersi dal pantano della delusione.
E la settimana prossima cominciano gli esami.
Demolito e fiaccato dal nulla dei miei lamenti
la vedo bigia. E finite le lacrime (più o meno anche
da grande attore nella sua recita, sia chiaro, istrioneggio un pochetto)
ho talmente pochi liquidi in corpo ormai,
che se sbattuto fuori sotto un 18 berrò birra a quintali,
per reidratare cornee e guance.
Da questo mondo di pongo
mi firmo con corpo e tutto spirito
(gommoso) Santissimo affranto.

CDS: "Santissimo oro birra", 1
NOTA
I prosastici versi, del Santissimo, in forma di lamento, riprendendo la tradizione medievale (con rifrazioni amorose più o meno crudeli e disperatissime) e di rimbalzo i lamenti di un certo maledettismo decadente anche se Il Santissimo si lamenta non verso la luna come faceva Laforgue ma verso il vetro indifferente di una pinta di birra nomiandosi poeta da locande postmoderne.
Santissimo - 2007/2009 - è un giovin personaggio protagonista di un poema-racconto transmoderno virato nell'umorismo nerissimo e altre vicende ove le gote a volte ballano sarcasmo e altre lacrime irridenti.