:: Aglaia: Sciarpa viola e Sibelius nel marzo. Diario di Padova 17. Cura Claudio Di Scalzo

                                          

 

 

AGLAIA

SCIARPA VIOLA E SIBELIUS NEL MARZO GELIDO

DIARIO DI PADOVA 17

(Aglaia e il Maestro delle Onde)


 


Claudio Di Scalzo: "Aglaia nel viola di marzo" -



 

La sciarpa viola è ancora legata al collo. Rientro dalla notte che ancora non cede alla primavera. Testarda meraviglia che non intende svelarsi. Soffro il freddo in questo finale di lunedì graffiato. Mi sembra di uscire da un combattimento. E sono senza fiato. Tremante, con la spada in mano. Troppo pesante per il mio polso. La getto a terra. Freddo. Non dipinto, non affresco descrivono la battaglia. L'archetto di David Oistrakh, sì. Perché come lui nessun pennello saprebbe dipingere il bianco vetro della lama ghiacciata, filo scintilla che fende l'armatura di me. Che non sono Marfisa, la combattente. Né Bradamante valorosa. Io, soltanto corazza che rimbomba sconfitta. Sento solo giungere le note di Sibelius. Glaciale soavità di Sibelius. Non lo sa, Jean Sibelius, ma nella linea cha assegna ai crini dell'arco, come non staccasse mai la punta dal foglio, unisce i punti della mia storia, quelli più lontani, dispersi in chissà quale sera d'estate, in quale notte, memoria, pineta o laguna. Tenerezza e coltellata: tutto racconta di me. Di noi, Maestro delle Onde. Dall'incipit di misteriosa dolcezza, che subito s'incupisce, quasi rabbioso, alle note gravi, alle corde doppie severe, alle ottave come grida lancinanti. Suoni che s'attorcigliano, più stretti e serrati. Per poi sciogliersi in sconosciute altezze. Forse. Ma il tormento riprende. Angoscia dell'amore promesso. Nella disperazione mantenuto. Sottilissimo passaggio che sale verso pericolosissime pareti di ghiaccio. Dove pare giocare. Sfidare. Rimescolìo che non trova pace. Nemmeno nello stacco del violinista, nel breve attimo tra la chiusa del direttore e l'attacco del nuovo movimento. Ma quell'apnea è speranza. Benché falsa. E allora vorrei insinuarmi nell'ossimoro dell'istante che racchiude ogni nota e ogni silenzio. E lì galleggiare nel limbo che seduce e inganna. Perché nel tempo sospeso, solo nel tempo sospeso, calmo l'ansimare del fiato. E carezzo il pensiero. Il pensiero che nella notte rivolgo a te, Claudio. Con quest'ultimo lucore viola. Il più confuso. Il più doloroso. 

 
Aglaia

 

 ... sono righe che rispecchiano gli affanni di una notte più nera di altre, che tutte le riassume in sé e le inghiotte in catrame vischioso. E' pura lacerazione. Tutta mia. (ps violaceo)

 

                      

NOTA/CDS

AGLAIA (legata al MAESTRO DELLE ONDE/CLAUDIO) è personaggio che rimanda a SARA. Dal 2009 diventa protagonista di un romanzo transmoderno e polifonico a quattro mani. Evocante il melodramma e l'immaginario della musica classica. Aglaia è stata pubblicata sull’Annuario TELLUS 30 “Nomi per 4 stagioni. Dall’Illuminismo a Internet”, 2009. Nella sezione IMMAGINARIO/PESCA WEB dell'OLANDESE VOLANTE appare quanto è cornice visuale, “pescata sul web”, dedicata con didascalie al personaggio di AGLAIA.

Aglaia vive e teme il tradimento di Claudio. (Come accennato nella nota al Diario-9 "Studiavo pianoforte"). Ciò avvelenerà nel dramma la loro unione. Lo si capisce anche in "Rispetta le mie lacrime" (Diario-14). In realtà Il Maestro delle Onde è fedele; ma lo è in una maniera ambigua, che produce equivoci, e che, può portare rovina e catastrofe. E pianto! 

 

 


I due fotogrammi identici della Chiesa degli Scalzi

a Venezia dove ha inizio il romanzo anche visual-musicale

di Aglaia e del Maestro delle Onde

 

   ben si adattano al rapporto autore/personaggio 
 

clikka

Aglaia Melò